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Amazzonia, deforestazione implacabile: quasi 90mila roghi nel 2019. I dati

Secondo una ricerca dell'Inpe Brasile, gli incendi boschivi sono aumentati del 30%

La deforestazione dell’Amazzonia aumenta in modo implacabile. Tra gli anni ’90 e 2000 la foresta ha perso fino a 20mila chilometri quadrati ogni anno. Il picco peggiore si è avuto nel 2004 con circa 27mila chilometri quadrati andati in fumo, per un totale di 218.637 roghi. I devastanti incendi che hanno colpito la foresta amazzonica lo scorso agosto, hanno ulteriormente peggiorato la situazione.

Incendi boschivi in Amazzonia: numeri allarmanti 

Secondo una ricerca dell’Istituto nazionale per le ricerche spaziali (Inpe) del Brasile, il numero degli incendi boschivi nell’Amazzonia brasiliana è aumentato del 30% nel 2019 rispetto al 2018. Il peggioramento più evidente si è avuto nel Pantanal, vale a dire la più grande zona umida del pianeta, con sei incendi in più in un anno.

Nel 2019 in Amazzonia si è registrato un totale di 89.178 roghi, rispetto ai 68.345 del 2018. Nel nefasto mese di agosto 2019, gli incendi sono stati 30.901. La deforestazione dell’Amazzonia ha toccato livelli record lo scorso anno, superando i 10mila chilometri quadrati in un arco di tempo che va da agosto 2018 a luglio 2019. Numeri ancora più elevati si sono registrati nel 2017, con 107.439 incendi.

Responsabilità 

Jair Bolsonaro è finito nell’occhio del ciclone dopo i terribili incendi dello scorso agosto in Amazzonia. Per molti ambientalisti e ricercatori, il presidente del Brasile avrebbe gravi responsabilità rispetto all’implacabile aumento della deforestazione. Bolsonaro, già durante la sua campagna elettorale, aveva detto a chiare lettere di non avere l’Amazzonia tra le sue priorità. All’inizio del suo mandato, infatti, ha provveduto a indebolire l’agenzia per l’ambiente Ibama, lasciando di fatto impuniti tutti coloro che abbattono illegalmente la foresta.

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