Il maltempo che ha colpito duramente il Nord ha causato vittime, frane e gravi danni all’agricoltura. Secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti, le campagne di Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria hanno riportato milioni di euro di danni. Greggi di pecore dispersi, risaie completamente allagate e olive sbattute a terra poco prima della raccolta, animali bloccati in alpeggio, frutteti e coltivazioni distrutti.
Maltempo al Nord: in Piemonte e Liguria la più alta percentuale di comuni a rischio idrogeologico
L’ondata di maltempo che si è abbattuta sulle regioni del Nord è andata a colpire due delle regioni con la più alta percentuale di comuni a rischio idrogeologico (91,3% secondo l’analisi della Coldiretti), vale a dire Piemonte e Liguria. In quest’ultima l’alluvione, oltre purtroppo a numerose vittime, ha causato danni per le aziende in alpeggio e alle colture in campo, spazzate dal forte vento. Le raffiche hanno anche sbattuto a terra le olive prossime alla raccolta.
In Val d’Aosta l’esondazione della Dora in basse Valle ha provocato l’allagamento dei campi mentre il vento e pioggia hanno distrutto le serre, i frutteti e i vigneti. Il maltempo ha anche costretto gli allevatori a evacuare le stalle. La stessa cosa è successa in Piemonte, con campi allagati in tutta la regione e imprese floricole sott’acqua, soprattutto in provincia di Verbania.
Maltempo, risaie distrutte nel “triangolo d’oro” tra Vercelli, Novara e Pavia
Il maltempo ha causato ingenti danni anche al riso prossimo alla raccolta. Tra Vercelli, Novara e Pavia interi raccolti sono andati distrutti a causa dei nubifragi. Diverse aziende agricole, afferma la Coldiretti, hanno praticamente perso un intero anno di lavoro. Una situazione complicata per zone in cui si coltiva l’80% del riso italiano, con il nostro Paese che si conferma appunto primo produttore europeo di riso. Quest’anno, infatti, sono stati coltivati 228 mila ettari di riso con quattromila aziende agricole che raccolgono 1,50 milioni di tonnellate di riso all’anno, pari a circa il 50% dell’intera produzione europea.
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