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Le FORESTE TROPICALI possono rigenerarsi in soli 20 anni senza azione umana

Si tratta di un processo naturale noto come "successione secondaria": secondo un nuovo studio, è più efficace della piantumazione di nuovi alberi

Le foreste tropicali possono rigenerarsi quasi completamente in soli 20 anni senza interferenze umane. È questa la sorprendente scoperta fatta da un gruppo di ricercatori provenienti da tutto il mondo. Lo studio, pubblicato su Science, mette in evidenza come il processo naturale di ripristino delle foreste sia in grado di produrre risultati più efficaci della piantumazione di nuovi alberi. Ciò è dovuto a un meccanismo multidimensionale per cui la flora e la fauna della vecchia foresta aiutano a crescere una nuova generazione di foreste: un processo naturale noto come “successione secondaria”.

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Foreste, non è ancora troppo tardi: i risultati del nuovo studio potrebbero tornare utili nella mitigazione del crollo climatico e indicare come agire in seguito

I risultati di questa nuova ricerca potrebbero rivelarsi molto utili nella mitigazione del crollo climatico nonché fornire consigli su come agire in seguito. Inoltre rendono ben chiaro che non è troppo tardi per rimediare ai danni che l’umanità ha causato attraverso i catastrofici cambiamenti climatici negli ultimi decenni. Secondo Lourens Poorter, professore di ecologia funzionale presso la Wageningen University nei Paesi Bassi e autore principale del documento, questa idea di rigenerazione naturale «si comporta molto meglio in termini di biodiversità, mitigazione dei cambiamenti climatici e recupero di nutrienti» rispetto alla piantumazione di nuovi alberi.

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Le vecchie foreste creano una nuova generazione di foreste: in 20 anni possono raggiungere il 78% del loro stato originario

Per realizzare questo studio, oltre 90 ricercatori provenienti da tutto il mondo si sono riuniti per analizzare come avviene esattamente la ricrescita della foresta tropicale. Hanno esaminato attentamente i dati sul recupero delle foreste da tre continenti, 77 siti e 2.275 appezzamenti di terreno nelle Americhe e nell’Africa occidentale. Da lì, hanno valutato 12 criteri specifici, tra i quali il suolo, il funzionamento delle piante, la struttura dell’ecosistema e la biodiversità. In seguito, hanno modellato questi dati con una tecnica chiamata chronosequencing, che consente loro di dedurre le tendenze a lungo termine nel recupero delle foreste.

I ricercatori nello specifico hanno osservato cosa avviene a quelle foreste utilizzate per l’agricoltura e l’allevamento e che dopo un paio di stagioni vengono abbandonate. Le vecchie porzioni di foresta, come per esempio un terreno fertile, eventuali alberi residui, ceppi che possono germogliare e banche di semi, creano un ecosistema nutriente e interconnesso per far crescere la nuova foresta. Gli studiosi hanno osservato che i diversi aspetti impiegano più o meno tempo per tornare ai livelli di “vecchia foresta” prima di essere utilizzati: il suolo, secondo i loro calcoli, impiega in media 10 anni, la comunità vegetale e la biodiversità animale impiegano 60 anni e la biomassa complessiva impiega un totale di 120 anni. Nel complesso, però, le foreste tropicali possono raggiungere il 78% del loro precedente stato di vecchiaia in soli 20 anni.

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