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La neve in montagna è sempre più scarsa e dura 2 settimane in meno rispetto agli anni Ottanta

Nelle aree di montagna di tutto il mondo cade meno neve rispetto a soli 40 anni fa, e quella che arriva scompare con due settimane d’anticipo.

Lo rivela uno studio del centro di ricerca Eurac Research che ha analizzato i dati raccolti dal 1982 al 2020. I risultati hanno confermato che sulle montagne di tutto il mondo c’è meno neve, e quella che arriva si fonde prima. In media, infatti, la neve rimane al suolo per 15 giorni in meno rispetto al 1982.

I dati differiscono parzialmente in base alle regioni: la perdita maggiore della durata della neve in montagna si rileva nelle province occidentali del Canada, dove si arriva a picchi di 20 o persino 30 giorni in meno.
Le Alpi sono in generale in linea con la media globale, e hanno assistito una diminuzione della durata della copertura nevosa che oscilla tra i 10 e i 20 giorni.

neve montagna cambiamenti climatici
La permanenza della neve al suolo. La variazione è indicata in giorni all’anno. La prima voce, “sig. 5%”, indica il livello di confidenza statistica, cioè l’affidabilità delle tendenze calcolate. Vuol dire in parole più semplici che c’è solo il 5 per cento di probabilità che i dati seguano quegli sviluppi solo per caso e dunque non siano vere tendenze. © Eurac Research | Claudia Notarnicola

Lo studio è stato condotto dalla dottoressa Claudia Notarnicola, vicedirettrice dell’Istituto per l’osservazione della Terra di Eurac Research e unica autrice dello studio, che ha analizzato modelli matematici e dati satellitari.
Il suo lavoro conferma che – oltre a durare meno a terra – la neve che arriva sulle montagne del mondo è anche molto meno abbondante.

La copertura nevosa è infatti diminuita in tutto del 4 per cento: un dato che può sembrare poco significativo, ma se lo si moltiplica per l’estensione di tutte le aree interessate dal calo «dà numeri allarmanti», avverte l’istituto di ricerca.

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L’estensione della copertura nevosa. La variazione è indicata in percentuale. © Eurac Research | Claudia Notarnicola

La stagione più colpita dal calo di quantità della neve è l’inverno, rivela la ricercatrice: tra dicembre e febbraio il manto nevoso registra diminuzioni comprese tra l’11,5% e il 6,9%.

Avere a disposizione una quantità inferiore di neve ha conseguenze molto serie per ambiente ed ecosistemi, ma anche per le comunità che dipendono dalle risorse idriche un tempo garantite proprio dalle nevicate.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Scientific Report, del gruppo Nature.

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