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Emergenza Artico: bolle di metano sotto il permafrost. Cosa succede?

Il nuovo studio di Science Advances spiega i rischi del fenomeno chiamato "termocarsismo"

Un nuovo allarme arriva dall’Artico: bolle di metano sotto il permafrost pronte a esplodere nell’atmosfera. Un nuovo studio di Science Advances mette in evidenza i rischi di un fenomeno che prende il nome di “termocarsismo“.

I ghiacci, com’è noto, si sciolgono per effetto del riscaldamento globale. Di conseguenza il metano intrappolato in bolle al suo interno fuoriesce, accrescendo ancora di più l’effetto serra. Il metano è notoriamente uno dei principali responsabili del riscaldamento globale, potenzialmente 25 volte più efficace dell’anidride carbonica.

Per studiare il fenomeno del termocarsismo la nave rompighiaccio svedese Oden ha percorso poco meno di 6000 chilometri nel Mar Glaciale Artico. Il team di ricercatori ha individuato alcune aree in cui le emissioni di metano risultano ben 25 volte superiori alla media. Si tratta di aree localizzate perlopiù nei Mari di Laptev, dei Ciukci e della Siberia orientale.

La notizia buona, per ora, è che il fenomeno appare localizzato e quindi non rilevante a livello globale. Ma – come precisa Katey Walter Anthony, biogeochimica dell’Università dell’Alaska – «non dovremo aspettare 200 o 300 anni per assistere ad un rilascio di metano dal permafrost su larga scala. Sta già succedendo, ma ad un ritmo non ancora elevato. Il picco avverrà nel giro di pochi decenni».

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