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Come sta andando l’estate 2023? i dati meteoclimatici di giugno e luglio

Giugno è stato un mese dai due volti, caratterizzato da condizioni del tempo sensibilmente differenti fra la prima e la seconda parte. Fino a poco più della metà del mese, infatti, la circolazione atmosferica a livello europeo ha ricalcato sostanzialmente quella che ha contraddistinto il mese di maggio, ossia una configurazione di blocco, con le aree anticicloniche posizionate alle alte latitudini e una situazione di tempo quasi costantemente instabile e perturbato sull’Europa meridionale e sull’Italia. Nelle ultime due settimane, invece, hanno dominato le strutture di alta pressione dopo alcuni mesi di sostanziale assenza (l’ultimo periodo che ha visto una presenza stabile di anticicloni fra il sud del continente e il Mediterraneo centrale risale a febbraio, in occasione dell’eccezionale evento di bassa marea al quale ha contribuito proprio la presenza della robusta e persistente alta pressione); in particolare, nella settimana dal 19 è andato a rinforzarsi il promontorio anticiclonico nord-africano che ha determinato la prima breve ondata di caldo della stagione (solo 4 giorni dal 20 al 23). È seguita, poi, un’alternanza fra temporanei allungamenti dell’Anticiclone delle Azzorre e qualche passaggio perturbato, il più importante dei quali si è rivelato quello avvenuto nell’ultimo giorno del mese quando sono stati osservati fenomeni intensi e un temporaneo ritorno a temperature primaverili su parte del Centro-Nord. In generale, dopo due mesi caratterizzati da temperature per lo più sotto la media, con giugno si torna oltre la norma di +0.6°C a livello nazionale, con le anomalie più vistose (+1.2°C) al Nord-Ovest e in Sardegna, mentre nel resto d’Italia gli scarti sono rimasti molto più contenuti. Si tratta del 8° giugno più caldo nella serie storica dal 1959, nulla di paragonabile con i valori “fuori scala” del 2003 e del 2022. Con il risultato di giugno, il dato da inizio anno si assesta a +0.5°C, un valore per il momento intermedio nell’ambito dell’insieme degli anni più caldi.

Le precipitazioni, a differenza delle temperature, non hanno cambiato registro rimanendo più abbondanti della media, con uno scarto pari a +65% sull’intero territorio, ma con le anomalie più significative al Centro e sulle Isole dove ha piovuto molto più del doppio (+127% al Centro, +136% in Sardegna, +158% in Sicilia), fino a quasi il triplo al Sud (+186%). Per le regioni centrali si tratta del giugno più piovoso della serie storica, mentre per il Sud insieme alle isole maggiori è il 3° valore più elevato. Nel suo complesso, a livello nazionale, il mese di giugno si pone al 4° posto fra i più piovosi dalla fine degli anni ’50. Di conseguenza, le abbondanti precipitazioni del mese determinano una ulteriore crescita del surplus pluviometrico da inizio anno che sale a +26% e che va in parte a colmare il pesante deficit che ha gravato sull’Italia fra il 2022 e i primi mesi di quest’anno.

Anomalie mensili giugno 2023 – METEOEXPERT

Il mese di luglio del 2023 si è contraddistinto per due aspetti estremi di notevole rilevanza che rappresentano, per così dire, le due facce della stessa medaglia: da una parte la lunga e intensa ondata di calore che ha tenuto sotto scacco l’Italia per 18 giorni dando origine a nuovi record di temperatura soprattutto sulle regioni meridionali; dall’altra parte gli eccezionali e ripetuti eventi temporaleschi con grandine gigante e raffiche tempestose sulle regioni settentrionali.

L’ondata di calore, cominciata il giorno 8 e terminata il 25, è stata caratterizzata da tre picchi distinti, corrispondenti a tre spinte consecutive verso nord del promontorio anticiclonico nord-africano, il quale, comunque, non ha mai abbandonato il Mediterraneo centro-occidentale nell’arco dei 18 giorni. Il nucleo più caldo della massa d’aria sahariana ha interessato per lo più il Centro-Sud e più marginalmente il Nord dove, tuttavia, le temperature più contenute sono state accompagnate da elevati tassi di umidità che hanno accentuato la sensazione di caldo. Fra i numerosi nuovi record spiccano i 47.4°C di Olbia raggiunti il giorno 24, che rappresentano non solo il record assoluto della stazione meteo, ma anche il record assoluto nazionale della rete AM-ENAV. Di seguito altri record assoluti: 46.8°C a Decimomannu, 45°C a Capo Bellavista, 44.6°C a Cagliari, 43°C a Ustica, 42.7°C a Lamezia Terme e Alghero, 42.2°C a Capo Caccia. Questi, invece, alcuni fra i nuovi record di luglio: 44°C a Palermo P.R., 42°C a Trapani, 39.7°C a Roma Ciampino, 38.2°C a Campobasso. Da segnalare anche i valori fuori scala delle cosiddette temperature minime che nelle fasi più “bollenti”sono rimaste sopra i 30 gradi in diverse zone grazie anche al contributo dei caldi venti meridionali, in particolare su Sicilia, Sardegna, Calabria, Ustica e Capri. Notevoli i valori minimi osservati il giorno 25 a Ustica con 33.6°C, a Palermo con 32.7°C e a Capo Bellavista con 32°C; in questo frangente, fra il giorno 24 e il 25, è stato osservato l’eccezionale valore di +30°C sulla superficie isobarica 850 hPa (a circa 1600 metri di quota) sopra le isole maggiori. È seguito, poi, un deciso e rapido tracollo termico con le temperature che, dopo giornate “roventi”, sono scese improvvisamente ben al di sotto della media. In generale, i 18 giorni di calura a tratti estrema hanno contribuito a determinare un’anomalia mensile di +1.7°C rispetto alla media di riferimento del trentennio 1991-2020, che rappresenta il 3° valore più elevato dalla fine degli anni ’50 del secolo scorso, dopo il record del 2015 e il dato del 2022; di fatto il luglio del 2023 scalza dal podio quello del 2003 che, a questo punto, scende al 4° posto. In realtà, il caldo estremo che ha interessato
soprattutto le regioni meridionali ha, per così dire, dato i suoi frutti: per il Sud, comprese le Isole, il luglio del 2023, con uno scarto di +2.4°C, è stato il più caldo della serie storica dominata finora dal luglio 2015. L’anomalia del primo bimestre estivo su scala nazionale è pari a +1.2°C, valore senz’altro notevole, ma piuttosto lontano dal record del 2003 (+2.5°C) e dal dato del 2022 (+2°C) che al momento paiono difficili da raggiungere (solo per eguagliare l’anomalia estiva del 2022, la seconda più elevata, occorrerebbe un agosto a più di 3.5°C sopra la media, ossia un agosto ancora più estremo di quello eccezionale del 2003 che ha chiuso con un’anomalia di +2.7°C). Lo scarto dall’inizio dell’anno sale ancora leggermente portandosi a +0.6°C, valore per il momento intermedio nell’ambito degli anni più caldi della serie storica.

Per quel che riguarda le precipitazioni, si sono verificate diverse fasi a tratti molto intense, prevalentemente sulle regioni settentrionali (solo pochi episodi, anche se talvolta intensi, al Centro-Sud). In particolare gli accumuli totali più significativi sono stati osservati a nord del corso del Po con un numero di giorni piovosi da 8 a 13 nel corso del mese. In effetti, le regioni del Nord si sono trovate lungo il bordo settentrionale del promontorio anticiclonico, che è stato sede di forti contrasti fra le due differenti masse d’aria, quella di origine subtropicale con molta umidità nei bassi strati della val Padana e quella temperata atlantica in scorrimento sull’Europa centrale e la regione alpina. Tale contrasto ha dato origine a sistemi temporaleschi molto intensi, talvolta anche a supercelle, accompagnati da grandine di grosse dimensioni e violente raffiche di vento, anche oltre i 100 km/h, che hanno causato ingenti danni a oggetti vari, edifici, veicoli e anche alla vegetazione, compresi numerosi casi di alberi abbattuti (purtroppo ci sono state anche due vittime a causa della caduta di alberi). Fra il gran numero di grandinate spiccano diversi casi di grandine gigante (diametro > 7 cm), con dimensioni anche oltre i 10 cm, in particolare l’evento del giorno 19 a Carmignano di Brenta (PD) che ha prodotto un chicco di 16 cm certificato come record europeo, ma soprattutto l’evento del 24 sera ad Azzano Decimo (PN) che, dopo solo cinque giorni, ha ritoccato il record europeo producendo un chicco di circa 19 cm (a un passo dal record mondiale di 20.3 cm osservato in South Dakota il 23 luglio del 2010). In questo contesto, sulle regioni settentrionali è stato osservato un netto esubero di precipitazioni rispetto alla media, con un bilancio pari a +95% al Nord-Ovest e +53% al Nord-Est, nonostante gli accumuli inferiori alla media in Liguria, parte del Piemonte e dell’Emilia Romagna. Diametralmente opposta la situazione nel resto del Paese che ha visto un mese decisamente siccitoso, con totale assenza di precipitazioni o accumuli poco rilevanti in quasi tutte le regioni meridionali (-88% al Sud e in Sardegna, -78% in Sicilia) e in diverse aree del Centro (-47%). Per il Sud comprese le Isole si è trattato del 6° luglio più siccitoso della serie storica di 64 anni, mentre per il Nord è stato il 9° luglio fra i più piovosi. Sul risultato complessivo a livello nazionale, naturalmente, hanno pesato le piogge abbondanti del Nord dando origine a un’anomalia mensile pari a +25%. Così, con un giugno molto piovoso, specie al Centro-Sud, e un luglio piovoso al Nord, la stagione estiva, fino a questo momento, si sta mostrando decisamente piovosa in tutti i settori, con un esubero pari a +48% su scala nazionale. Anche i conti da inizio anno evidenziano un bilancio positivo da nord a sud, con l’anomalia che resta a +26% sull’Italia intera, equivalenti a poco meno di 18 miliardi di metri cubi di acqua in più riversatisi sul nostro territorio.

anomalie mensili luglio 2023 – METEOEXPERT

 

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