Tipi di circolazione sull'Italia

Correnti occidentali

Concludiamo la descrizione dei dodici Tipi di Circolazione atmosferica (TC) classificati sull’Europa Centro-meridionale da una SOM (Self Organizing Maps), o Mappa di Kohonen, una tipologia di rete neurale artificiale ad apprendimento non supervisionato.

Analizziamo il settimo TC della lista creata da SOM: lo abbiamo chiamato “Correnti occidentali”. E’ il TC più raro, presente mediamente solo in circa il 4 % dei giorni (vedi istogramma). E’ quasi assente nelle stagioni intermedie, mentre è più frequente in inverno e, soprattutto, d’estate. Rappresenta spesso un temporaneo cedimento dell’alta pressione, distesa sull’area mediterranea e l’Italia (tipicamente TC6 – Anticiclone delle Azzorre, ma anche TC11 – Anticiclone Nordafricano), lungo il suo confine settentrionale, con conseguente scorrimento di nubi soprattutto al Nord e sulla Toscana.

tipi di circolazione

Il grafico dei trend degli ultimi sedici anni evidenzia una leggero aumento della presenza di TC7 – Correnti occidentali nella stagione invernale.

Approfondiamo ora le caratteristiche termo dinamiche di questo tipo di circolazione.

Circolazione al livello del mare: pressione s.l.m.

La distribuzione della pressione al livello del mare vede la presenza di una fascia di alte pressioni a latitudini inferiori al 48° parallelo con i suoi nuclei più definiti centrati sulle penisole iberica e balcanica e sul nostro Meridione. Le regioni centro-settentrionali italiane appartengono invece a un’area di valori di pressione leggermente inferiori, sintomo di un’influenza, seppure marginale, della circolazione di bassa pressione centrata mediamente sulle Isole Britanniche. La ventilazione al suolo intorno all’Italia è prevalentemente occidentale con il Libeccio che soffia sul settore Tirrenico.

Circolazione in quota: geopotenziale a 700 hPa (circa 3000 metri s.l.m.) e 500 hPa (circa 5500 metri s.l.m.)

Nelle configurazioni del geopotenziale a 700 e 500 hPa si individua un flusso di correnti in quota con componente prevalentemente occidentale, ma con un andamento ondulatorio intorno a una bassa e un’alta pressione centrate rispettivamente sulle Isole Britanniche e sul Nord Africa. La seconda in particolare mostra un asse del promontorio con inclinazione nordest-sudovest che attraversa le nostre estreme regioni meridionali e i Balcani. Il 10° meridiano segna all’incirca il confine tra un leggero andamento ciclonico delle correnti a ovest e una curvatura anticiclonica più netta a est.

Temperatura a 850 hPa (circa 1500 metri  s.l.m.)

La direttrice inizialmente sud-occidentale delle correnti in quota indica una tendenza ad afflussi di aria di matrice subtropicale indirizzati verso il Mediterraneo e i Balcani. L’apporto di aria “calda” favorisce quindi temperature mediamente oltre la norma con effetti più marcati per l’Italia sulle regioni centromeridionali. Nel periodo estivo, stagione in cui ricade il maggior numero di casi, questa circolazione è spesso associata a intense ondate di calore. E’ comunque un tipo di circolazione raro e poco persistente; spesso si colloca come fase transitoria tra la presenza di TC6 – Anticiclone delle Azzorre e TC11 – Anticiclone Nordafricano.

Umidità specifica a 700 hPa (circa 3000 metri s.l.m.)

La distribuzione dell’umidità specifica a 700 hPa, un indicatore approssimato della collocazione dei sistemi nuvolosi più importanti o frequenti, ci mostra un’area mediamente piuttosto asciutta tra le nostre regioni meridionali, specie quelle del versante adriatico e ionico, lo Ionio e l’Egeo. Intorno a questa area poi l’umidità cresce raggiungendo alcuni massimi la cui posizione è chiaramente influenzata da cause di natura orografica. Le correnti sud-occidentali nelle fasi “umide” addossano una maggiore nuvolosità intorno ai Pirenei, ai monti dei Balcani, all’Appennino centrale e soprattutto al settore alpino.

Distribuzione delle precipitazioni sull’Italia

In coincidenza di questo tipo di circolazione possibili fasi di maltempo con precipitazioni possono riguardare:

  • Il settore alpino: in estate per effetto di locale convezione, più frequente nelle Alpi occidentali e con possibili sconfinamenti verso la pianura piemontese; in autunno e inverno precipitazioni collegate alla coda  meridionale di eventuali perturbazioni.
  • La Val Padana centrale e l’alto Adriatico: principalmente in autunno, in forma minore tra inverno e primavera.
  • L’Appennino: principalmente in autunno, in forma minore tra inverno e primavera e solo in forma occasionale in estate nel suo settore centrale.
  • Le regioni tirreniche: principalmente le zone interne (dove incide il sollevamento orografico degli umidi venti di Libeccio) e in autunno, in forma minore tra inverno e primavera.
  • In forma ancora più episodica: l’alto Ionio (autunno), la Sicilia occidentale (autunno, primavera) e la Sardegna

Le figure che seguono mostrano la distribuzione delle precipitazioni dall’estate 2017 alla primavera 2018 (dati CPC Unified Gauge-based Analysis of Global Daily Precipitation) e l’immagine del satellite Meteosat (copyright Sat24.com/Eumetsat/Met Office) di una giornata con TC7 – Correnti occidentali (17 agosto 2020).

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