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Stop imballaggi inutili, sì a riciclo e riutilizzo: la proposta di Bruxelles per ridurre rifiuti e inquinamento

La Commissione europea ha presentato una proposta per ridurre del 15 per cento entro il 2040 i rifiuti generati dagli imballaggi.

In media, ogni europeo genera quasi 180 kg di rifiuti di imballaggio all’anno. Quello degli imballaggi è uno degli ambiti che utilizzano la maggiore quantità di materiali vergini: il 40% della plastica e il 50% della carta utilizzati nell’UE sono destinati al packaging. Cifre già impressionanti che continuano a crescere: se non si cambiasse rotta, l’Unione Europea vedrebbe un ulteriore aumento del 19% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030, e per i rifiuti di imballaggi in plastica l’aumento sarebbe addirittura del 46%.

L’obiettivo è quello di registrare una diminuzione del 15% entro il 2040 per Stato membro pro capite, rispetto al 2018. Secondo le stime rese note dalla Commissione, questo porterebbe a una riduzione complessiva dei rifiuti nell’UE di circa il 37% rispetto a uno scenario senza modifiche della legislazione.

Le misure previste per ridurre i rifiuti degli imballaggi

Per raggiungere l’obiettivo si seguiranno diverse strade, riassumibili nella strategia di aumentare il riciclo e il riutilizzo degli imballaggi da una parte, e di limitare quelli non necessari dall’altra.

Più nello specifico:

  • Per evitare gli imballaggi che Bruxelles descrive come «chiaramente non necessari» saranno vietate alcune forme di packaging. Tra questi gli imballaggi monouso per frutta e verdura, per alimenti e bevande consumati all’interno di ristoranti e caffè, per flaconi di shampoo o altri prodotti in miniatura negli hotel.
  • Per favorire il riutilizzo degli imballaggi, che negli ultimi 20 anni è diminuito in modo drastico, le aziende dovranno garantire che una certa percentuale dei loro prodotti venga fornita in packaging riutilizzabili o ricaricabili, ad esempio nel caso bevande e pasti da asporto o consegne di e-commerce. Ci sarà anche una standardizzazione dei formati degli imballaggi e un’etichettatura chiara di quelli riutilizzabili.
  • Sono previste diverse misure anche per rendere gli imballaggi completamente riciclabili entro il 2030. Per arrivare a questo traguardo è prevista la definizione di criteri di progettazione per l’imballaggio, la creazione di sistemi di restituzione obbligatoria per prodotti come lattine di alluminio e bottiglie di plastica, e una definizione più chiara di quali tipi di imballaggi siano compostabili, e quindi da smaltire tra i rifiuti organici.
  • Nei nuovi prodotti di plastica, poi, saranno resi obbligatori determinati tassi di contenuto riciclato da includere nella produzione. Questo «contribuirà a trasformare la plastica riciclata in una preziosa materia prima», commenta la Commissione europea.

Secondo Bruxelles, le nuove misure avranno un impatto complessivamente positivo sull’economia e sulla creazione di posti di lavoro nell’Unione Europea. Le industrie di imballaggi monouso dovranno investire nella transizione, chiarisce la Commissione europea, ma «si prevede che il solo potenziamento del riutilizzo porterà a più di 600.000 posti di lavoro nel settore del riutilizzo entro il 2030, molti dei quali presso piccole e medie imprese locali».

imballaggi ue

Virginijus Sinkevičius, Commissario per l’ambiente, gli oceani e la plastica, ha commentato la proposta spiegando che «tutti abbiamo ricevuto prodotti ordinati online in scatole eccessivamente grandi. E spesso ci siamo chiesti come separare i rifiuti per il riciclo, cosa fare di quel sacchetto biodegradabile, o se tutti questi imballaggi verranno riutilizzati o almeno trasformati in nuovi materiali di valore». Con le nuove regole, ha affermato, «creeremo le giuste condizioni affinché i principi dell’economia circolare – ridurre, riutilizzare, riciclare – funzionino. Imballaggi e bioplastiche più sostenibili riguardano nuove opportunità di business nella transizione verde e digitale, innovazione e nuove competenze, posti di lavoro locali e risparmi per i consumatori».

Secondo Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, la proposta della Commissione è un altro passo «verso un futuro senza inquinamento».
«I cittadini europei sono ansiosi di sbarazzarsi di imballaggi eccessivi e di pacchi inutilmente ingombranti, e le aziende sono pronte ad andare avanti con soluzioni e sistemi di imballaggio sostenibili e innovativi – ha dichiarato -. Si fa anche chiarezza  sulle plastiche biobased e biodegradabili, in modo che produttori e consumatori sappiano a quali condizioni tali plastiche sono veramente rispettose dell’ambiente e contribuiscono a un’economia verde e circolare».

Qui il testo integrale – in inglese -della proposta approvata dalla Commissione Europea mercoledì 30 novembre.

Greenpeace: «bene la Commissione, l’Italia segua il suo esempio»

Il regolamento proposto dalla Commissione europea è stato accolto con favore da Greenpeace Italia, secondo cui Bruxelles «si posiziona sui binari giusti: il riciclo non basta, ma bisogna ridurre il consumo di plastica per fermare l’inquinamento, eliminando packaging superfluo, favorendo riuso e ricarica ed evitando il monouso».

L’auspicio dell’organizzazione ambientalista è che l’esecutivo italiano prenda esempio, recuperando i ritardi accumulati negli anni sul fronte delle politiche per il clima e l’ambiente. In particolare Greenpeace accende i riflettori sulla questione della plastic tax italiana, la cui introduzione viene rimandata di anno in anno dal 2019 ma che costa ogni anno quasi 800 milioni ai contribuenti per la plastic tax europea, che invece è ormai in vigore da tempo. «Va seguita la comunità scientifica – avverte l’organizzazione -, per portare il Paese verso un futuro più sostenibile e meno inquinante»

Prossimi passi

Prima di entrare in vigore, la proposta sugli imballaggi e i relativi rifiuti dovrà essere esaminata dal Parlamento e dal Consiglio europei. La Commissione, intanto, ha riferito in una nota che «incoraggia i cittadini, le autorità pubbliche e le imprese a utilizzare questo quadro nelle loro decisioni politiche, di investimento o di acquisto».

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