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SIBERIA in fiamme: CALDO RECORD e continui INCENDI

Pericolo anche per la possibile instabilità del permafrost: 4 milioni di persone dipendono da esso

Siberia in fiamme: caldo record e continui incendi. Sembra un paradosso, ma è così. Parliamo di uno dei luoghi più freddi del Pianeta. Una regione con le temperature più basse in assoluto. Un luogo dominato da lande ghiacciate a perdita d’occhio. Eppure, anche qui, il caldo sta diventando il protagonista assoluto. Le temperature degli ultimi mesi hanno toccato livelli record. La primavera 2020, d’altra parte, è stata la seconda più calda del Pianeta. Se già a dicembre dello scorso anno si registrava un grado sopra le medie stagionali, il trend è andato poi aumentando. Fino a raggiungere i 3-4 gradi sopra le medie a inizio primavera 2020. E arrivare quindi ai 5 gradi e mezzo sopra la norma degli ultimi giorni. Un dato allarmante. E le temperature da record, ovviamente, hanno alimentato i roghi. Siberia in fiamme: caldo record e continui incendi. Così come sta avvenendo, in quete ore, anche in Arizona. È questa la situazione di queste ultime settimane. I satelliti ci riportano immagini impressionanti. Questi incendi, alla fine, distruggono le riserve di torba presenti nel sottosuolo. Riserve fondamentali per la loro ricchezza di carbonio. Ecco che, distruggendole, esse rilasciano il carbonio in atmosfera. Determinando così un aggravio del cambiamento climatico.

Siberia in fiamme: caldo record e continui incendi. Pericolo anche per la possibile instabilità del permafrost

Le terre siberiane, sopra il circolo polare artico, si presentano per lo più senza vegetazione. Il fuoco divora quindi la tundra e persino le paludi. Ecco come sono state distrutte le zone sottostanti il suolo. Ed ecco come è potuto fuoriuscire il carbonio. Le temperature in continuo aumento, poi, determinano uno scioglimento dei ghiacci perenni, creando ulteriori danni. C’è poi da sottolineare il fatto che oltre il 30% delle infrastrutture artiche è collocato sopra il permafrost. Un pericolo enorme per le 4 milioni di persone che da esso dipendono. Il permafrost, infatti, entro il 2050 potrebbe diventare molto instabile. Gli incendi, d’altra parte, stanno divorando anche altre regioni rinomate per il loro clima rigido. Tra queste, l’Alaska e lo Yukon, vicino al Canada.

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