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La superficie degli oceani non è mai stata così calda

La temperatura media della superficie oceanica del mondo ha fatto registrare un nuovo, preoccupante, record. Secondo i dati della NOAA – la National Oceanic and Atmospheric Administration degli Stati Uniti – tra l’1 e il 6 aprile del 2023 sono stati raggiunti i 21,1 gradi.

È la prima volta che succede dall’inizio delle registrazioni, ma è da decenni che i dati ci mostrano una crescita delle temperature inequivocabile. Negli ultimi anni, poi, l’aumento è diventato anche sempre più rapido.

Negli anni Ottanta, infatti, i valori più alti sono rimasti per lo più compresi tra 20 e 20.2°C, con pochi picchi più elevati: il massimo è stato 20.5 nel 1988. Negli anni Novanta si inizia a salire, con picchi massimi che si aggirano più di frequente tra 20.3 e 20.5 gradi. Il valore più elevato è del ’98, ed è di 20.6°C.
Negli anni 2000 il picco più alto è di 20.7 gradi, registrato nel 2005 ed eguagliato nel 2009.

Poi, il riscaldamento accelera: negli anni Dieci del nuovo millennio i 20.5°C – che nei primi due decenni di registrazioni rappresentavano un valore eccezionalmente alto – diventano ora una soglia sotto la quale si scende di rado, anche nei mesi in cui la superficie dell’oceano è più fredda.
E in pochi anni fioccano picchi sempre più elevati: 20.8, 20.9… fino alla soglia di 21 gradi, raggiunta per la prima volta nel 2016 e poi di nuovo nel 2020, oltre la quale non ci eravamo mai spinti. Fino ad ora.

oceani nuovo record
La temperatura della superficie marina, giorno per giorno, dal 1981 all’aprile 2023. Fonte: Climate Reanalyzer

Il primato arriva dopo un triennio dominato dalla Niña, un tipo di circolazione che ha contribuito a ridurre la temperatura media globale smorzando gli effetti delle emissioni di gas serra. Il dato desta dunque ancora più preoccupazione in questo momento, con i modelli che prevedono entro la fine dell’anno il ritorno del Niño, il fenomeno opposto che potrà amplificare l’aumento delle temperature e accrescere ulteriormente il rischio di condizioni meteorologiche estreme.

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Secondo le stime degli scienziati, l’oceano assorbe più del 90 per cento del calore extra provocato dai gas serra liberati nell’atmosfera dalle attività umane.
Il riscaldamento degli oceani rappresenta evidentemente una tragedia per gli ecosistemi e per la ricchissima biodiversità che essi ospitano – nonché i miliardi di persone che dall’oceano dipendono per il proprio sostentamento.
A preoccupare, poi, sono anche gli effetti a catena che si riversano su altri sistemi. Come i ghiacci ai Poli del pianeta, già in estrema sofferenza, la cui fusione viene accelerata dalle acque più calde dell’oceano. E anche sull’atmosfera, che diventando più calda e umida fornisce quantità sempre maggiori di energia alle tempeste, rendendole a loro volta più frequenti, intense e distruttive.

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