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In Svezia le tasse aeroportuali saranno più alte per gli aerei più inquinanti

Quello del trasporto aereo è tra i settori considerati maggiormente responsabili dell’inquinamento e dell’emissione di gas serra.

Le statistiche compilate dall’Air Transport Action Group, un’associazione per lo sviluppo dell’aviazione sostenibile, rivelano che l’industria dell’aviazione è responsabile di circa il 2 per cento delle emissioni di CO2 generate dall’uomo e del 12% di quelle che derivano dal mondo dei trasporti.
Solo nel 2019 gli aerei hanno rilasciato nell’atmosfera 915 milioni di tonnellate di CO2, trasportando circa 4,5 miliardi di persone in tutto il mondo.

Uno dei Paesi in cui si riscontra la maggiore sensibilità al tema dell’inquinamento legato al trasporto aereo è la Svezia, dove negli ultimi anni si è osservata la diffusione di un fenomeno chiamato flygskam, la “vergogna del volo“, per il quale una parte della popolazione ha smesso di volare. E questa sensibilità ha coinvolto anche il governo del Paese, che ha deciso di aumentare le tasse aeroportuali per gli aerei maggiormente inquinanti.
L’esecutivo ha spiegato che l’impatto che un aereo ha sul clima e sull’inquinamento va tenuto in considerazione nel calcolo delle tasse. Se il Parlamento approverà il progetto la Svezia sarà il primo Paese europeo ad adottare misure di questo tipo, che come ha spiegato il ministero delle Infrastrutture, citato dal Guardian, «significa che le tasse per decollare e atterrare potranno essere più significative quando un aereo ha un maggiore impatto sul clima, e possono essere più lievi quando l’impatto sul clima è inferiore».

Come sottolinea anche l’Air Transport Action Group, ci sono differenze davvero significative tra gli aerei più datati e quelli più recenti: aerei nuovi, come Airbus A380 e A220, Boeing 787, ATR-600 ed Embraer E2, utilizzano meno di 3 litri di carburante ogni 100 passeggeri.

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