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Il futuro della Elfstedentocht

Articolo a cura di Daniele Izzo

Il pattinaggio sul ghiaccio è uno tra gli sport più amati dagli olandesi e in passato pattinare sui canali ghiacciati, in particolare nella provincia della Frisia, era anche il modo più veloce per andare da una città ad un’altra durante l’inverno, dato che solo in pochi erano in grado di permettersi un cavallo.

Paesaggio invernale con pattinatori, da Hendrick Avercamp, 1608, olio su pannello. Centinaia di persone sono fuori sul ghiaccio, per piacere e per necessità

Tradotto, Elfstedentocht  significa “giro”  (tocht) “delle undici” (elf) “città” (steden). 

L’impresa di spostarsi in un solo giorno fra tutte le undici città storiche della Frisia è documentata già nel lontano 1749 in una poesia scritta da Boelardus Augustinus van Boelens. Ma fu nell’inverno tra il 1890 e il 1891 che per la prima volta venne organizzato  e completato da un centinaio di partecipanti il giro delle undici città.

Anche se le vere origini risalgono a un paio di secoli prima, la Elfstedentocht esiste ufficialmente dal 1909, quindi da 15 anni prima rispetto alle prime Olimpiadi invernali.

Grazie ad una serie di inverni particolarmente gelidi, per ben tre anni consecutivi, tra il 1939 e il 1942, nonostante la seconda guerra mondiale,  la gara si svolse regolarmente.

La più dura fu senza dubbio l’edizione del 1963 con temperature che sfiorarono i -20 °C, neve e venti intensi che accentuarono ulteriormente il disagio dovuto  al freddo e crearono non pochi problemi di stabilità. Su quasi 10000 pattinatori solo poco più di 100 riuscirono a tagliare il nastro del traguardo; molti di loro subirono fratture e congelamenti o riportarono la “cecità da neve”. Dopo l’edizione del 1963, passarono ben 22 anni prima di poter disputare nuovamente l’Elfstedentochtri: era il 1985, inverno storico per gran parte dell’Europa e ma anche per l’Italia. 

Il percorso si snoda su circa 200 km ma può variare di anno in anno in base alle condizioni climatiche.

Dal 1909 l’a Gara delle undici città si è svolta soltanto quindici volte, l’ultima nel 1997; fu un grande spettacolo che attirò in Frisia circa 2 milioni di persone e 2.000 reporter da tutto il mondo.  L’Elfstedentocht, è la competizione di pattinaggio più grande al mondo.

Questa gara può ovviamente avere luogo solo quando le condizioni di gelo sono abbastanza buone.

Per motivi di sicurezza, il ghiaccio che deve ricoprire i canali deve superare i 15 cm di spessore. Gli studi effettuati dal Servizio meteorologico olandese  hanno permesso di concludere che per ottenere un tale spessore  la temperatura media per almeno 15 giorni deve essere inferiore a -4,2°C. Queste condizioni climatiche si sono verificate l’ultima volta nel 2012, ma le continue nevicate hanno impedito allo spessore del ghiaccio di formarsi in maniera uniforme e compatta in tutti i canali della gara.

Quest’inverno i canali si sono gelati, ma lo spessore del ghiaccio era sovente troppo sottile. Numerose persone che hanno indossato i pattini per divertimento o per allenarsi sono state vittime incidenti. Il criterio di -4,2°C su almeno quindici giorni consecutivi non è stato rispettato.  

Se all’inizio del secolo la probabilità di condizioni favorevoli per questa corsa era del 20%, oggi è solo dell’8%. Se gli obbiettivi di riduzione delle emissioni dei gas serra prefissati dagli scienziati dell’IPCC verranno rispettati dalle politiche ambientaliste dei singoli paesi, il riscaldamento globale verrà limitato a 2°C rispetto all’era pre-industriale, la probabilità che si possa disputare la gara scenderà comunque al 4%. Nell’ipotesi peggiore che il riscaldamento superi i 4°C, allora questa probabilità scenderà allo 0,5% nel 2025 e quasi allo 0% nel 2085.

Pieter Bruegel il Vecchio, Paesaggio invernale con pattinatori e trappola per uccelli, olio su tavola, Bruxelles, Musées royaux des Beaux-Arts de Belgiqu

Il quadro qui sopra del pittore Pieter Brueghel il Vecchio, dipinto nel 1565, raffigura le condizioni estreme che prevalevano nei Paesi Bassi durante la Piccola Era Glaciale.

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