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G7, il vertice sul clima tra decarbonizzazione e sete di petrolio

Si è concluso il meeting su clima e ambiente del G7. I ministri dei Paesi del “Gruppo dei 7” si sono incontrati a Berlino per affrontare le questioni più urgenti del momento relative alla crisi climatica e ambientale, ma anche all’energia.

Il meeting del G7 su clima ed energia arriva in un momento particolarmente delicato e difficile. Nonostante ci siano dei passi avanti verso le rinnovabili, nel breve termine la reazione alla crisi energetica esacerbata dalla guerra della Russia in Ucraina sta coincidendo troppo spesso con la ricerca di nuovi fornitori di fonti fossili. Diversificare le fonti di energia e accelerare lo sviluppo delle rinnovabili sono tra i punti chiave identificati dalla Presidenza tedesca del G7 e in queste giornate i Ministri sono stati chiamati a dare una risposta alle necessità relative all’energia senza venire meno agli impegni presi sul fronte del clima.

Secondo quanto è stato stabilito nel 2015 con l’Accordo di Parigi – e confermato poi anche alla Conferenza sul Clima di Glasgow nello scorso novembre – le nazioni si sono impegnate a fare il possibile per mantenere l’aumento della temperatura media globale “ben sotto i 2 gradi” di riscaldamento rispetto all’era pre-industriale, con l’obiettivo più ambizioso di non superare 1.5°C. Di fatto, però, secondo gli esperti nessuno dei Paesi del G7 ha finora adottato politiche in linea con gli obiettivi sul clima.

Il Meeting di Berlino, tuttavia, ha fatto registrare passi avanti significativi. Ecco cosa riferisce il comunicato finale del summit.

G7 clima, tra passi avanti e nodi da sciogliere

Decarbonizzazione

Il documento finale annuncia che i Paesi del G7 si impegnano a decarbonizzare la maggior parte dei trasporti su strada entro il 2030 e la maggior parte della produzione elettrica entro il 2035. Fissato al 2040 l’obiettivo per la decarbonizzazione del settore marittimo e dell’aviazione civile.
Per quanto riguarda la mobilità, i ministri hanno ribadito l’impegno a incentivare in modo significativo i mezzi di trasporto a basse o zero emissioni di carbonio, come «trasporti pubblici, ferrovie, mobilità condivisa, biciclette» e accelerare l’adozione dei veicoli elettrici.

Finanziamenti

I ministri di Energia e Clima del G7 hanno trovato un accorto per porre fine ai sussidi pubblici destinati alle centrale elettriche alimentate con combustibili fossili all’estero entro la fine del 2022. Il documento prevede tuttavia delle eccezioni, «in circostanze limitate» e «in linea con il limite di 1.5°C e con gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi».
Dal comunicato emerge anche l’impegno a eliminare i «sussidi inefficienti alle fonti fossili entro il 2025». Quelli identificati come “inefficienti” sono i finanziamenti che influenzano il mercato ma non danno un supporto al tenore di vita delle popolazioni.

Addio al carbone, ma non si sa quando

Tra i punti su cui si è trovato un accordo c’è anche l’addio definitivo al carbone. I ministri hanno concordato di eliminarlo gradualmente dalle fonti di energia, ma non hanno ancora fissato una data.
Si tratta di un accordo decisamente meno ambizioso rispetto a quanto si fosse sperato nelle ultime ore, quando era trapelata una prima bozza che parlava di un phase out completo entro il 2030. L’agenzia Reuters riferisce che secondo le sue fonti sarebbero stati gli Stati Uniti e il Giappone a opporsi a tale scadenza.

Di petrolio, invece, ne vogliamo anche di più

Per far fronte all’aumento dei prezzi scatenato dalla guerra della Russia in Ucraina i ministri del G7 hanno inviato il gruppo OPEC – i paesi produttori di petrolio (Organization of the Petroleum Exporting Countries) – a pompare una quantità maggiore di greggio. Questo l’appello riportato nel comunicato finale del summit: «Chiediamo ai paesi produttori di petrolio e gas di agire in modo responsabile – hanno scritto i ministri – e di rispondere all’inasprimento dei mercati internazionali, rilevando che l’OPEC ha un ruolo chiave da svolgere».

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