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Una rete di 1.000 stazioni ci regala dati meteo in tempo reale: usarli salverebbe vite

Quest’anno compie vent’anni l’associazione italiana MeteoNetwork. Nata nel 2002 per riunire un gruppo di amici e meteo appassionati, è arrivata oggi a vantare una rete di stazioni meteorologiche molto ampia, che fornisce dati estremamente preziosi a esperti, appassionati e istituzioni. MeteoNetwork è un’associazione senza fini di lucro e si è data, da statuto, le finalità di «sviluppare e diffondere, a beneficio della collettività e della comunità scientifica, la conoscenza delle scienze meteorologiche, climatologiche, dell’ambiente, idrologiche e glaciologiche e delle loro molteplici espressioni sul territorio».

Per celebrare questo traguardo importante, MeteoNetwork ha organizzato un grande incontro presso il Politecnico di Milano, dove sabato 8 ottobre interverranno esperti italiani e internazionali. «Le restrizioni necessarie a contenere la pandemia hanno reso ancora necessario aprire l’evento alla partecipazione di un numero piuttosto ristretto di persone», ci spiega il Presidente Marco Giazzi, ma assicura che sarà possibile seguire l’incontro in diretta streaming sui canali dell’associazione per tutta la sua durata. Qui il programma.

Dopo i saluti istituzionali, il simposio si aprirà alle 10:30 e vedrà salire sul palco, tra gli altri, anche il meteorologo Flavio Galbiati e Raffaele Salerno, direttore e co-fondatore di Meteo Expert, la società editrice di IconaClima. Il legame tra le due realtà è profondo, sottolinea Giazzi: «Meteo Expert ha creduto nell’associazione affiancandoci fin dai primi passi». E ricorda: «abbiamo potuto crescere grazie all’ampia disponibilità di quest’azienda, che allora era nota come Centro Epson Meteo: dai loro esperti abbiamo imparato molto, e abbiamo avuto la possibilità di utilizzare i loro server, a cui tuttora ci affidiamo parzialmente». La collaborazione prosegue anche sul sito di IconaMeteo, dove è possibile consultare le previsioni dei meteorologi Meteo Expert e le mappe in tempo reale elaborate proprio con i dati di MeteoNetwork.

«I valori dei parametri meteorologici, disponibili in tempo reale anche sotto forma di mappe di rapida consultazione, sono di estrema utilità non solo per gli appassionati, ma anche per si occupa in maniera professionale di meteorologia», ci conferma il meteorologo Flavio Galbiati, di Meteo Expert. «Molto spesso sono indispensabili, sia per avere un immediato quadro generale della situazione, sia per monitorare le criticità a livello locale nel caso di fenomeni di particolare intensità, diventando una delle fonti di dati più utili per la previsione a breve termine, il cosiddetto Nowcasting. L’elevata qualità dei dati registrati dalla strumentazione della rete, ormai riconosciuta a livello internazionale, insieme a quelli satellitari, permetterà in futuro di migliorare le prestazioni dei modelli fisico-matematici per la previsione a breve termine di eventi estremi, la cui frequenza come sappiamo è in preoccupante aumento a causa dei cambiamenti climatici».

Da 8 a 1.000 stazioni, come si è evoluta MeteoNetwork

Quando è nata, l’associazione riuniva un gruppo ristretto di appassionati di meteorologia che nella maggior parte dei casi nella vita si occupavano di altro: io, per esempio, lavoro in banca, ci racconta il presidente dell’associazione Marco Giazzi. Vent’anni fa iniziavano a vedersi le prime stazioni meteo relativamente accessibili anche per i primi cittadini. Mi ricordo ancora che quando ho acquistato la mia c’erano le lire: la pagai 700 mila lire!
Quando è nata MeteoNetwork, nel 2002, contavamo 8 stazioni che raccoglievano dati giornalmente. Oggi ne abbiamo circa mille in tutto il territorio italiano, che forniscono dati real time con aggiornamenti nuovi ogni cinque minuti. Ai dati registrati dalla fitta rete di stazioni italiana si aggiungono quelli provenienti da diverse parti d’Europa. MeteoNetwork acquisisce dati da stazioni in Norvegia, Spagna e Germania, e conta inoltre sulla collaborazione ufficiale con la grande associazione francese Infoclimat e la greca Meteo.gr, con le quali ha uno scambio costante.

Con il tempo, alla missione chiave di MeteoNetwork legata alla raccolta e l’analisi dei dati registrati dalle stazioni si sono aggiunti nuovi progetti. È il caso dello Storm Report, nato nel 2007 quando, con il supporto di Arpa Veneto, i volontari hanno sviluppato un database in grado di raccogliere le segnalazioni dei fenomeni più violenti, come tornado e grandinate. Uno strumento prezioso soprattutto per la sua affidabilità: «C’è un team di validazione che verifica rapidamente le segnalazioni, controllando che il fenomeno si sia davvero verificato secondo quanto ci viene riferito», spiega Giazzi. E annuncia che oggi Storm Report è il database italiano ufficiale che fornisce i dati validati all’European Severe Storms Laboratory (ESSL), con sede a Berlino.

Quella di avere dati affidabili è un’esigenza che si fa sempre più sentire – commenta il presidente -: è fondamentale che vengano misurati correttamente, con strumenti efficienti, e che vengano controllati.
Proprio a questa necessità guarda il più recente progetto che abbiamo in cantiere, ovvero dei modelli di intelligenza artificiale che garantiscano la qualità del dato controllando sia quanto viene riferito in tempo reale che gli estremi giornalieri. Quando questi algoritmi di intelligenza artificiale saranno operativi saranno in grado di segnalare eventuali anomalie o errori al gestore, in tempo reale. 

Abbiamo gli strumenti, manca la consapevolezza: la cultura del dato può salvare vite in un’Italia sempre più fragile e bersagliata da fenomeni estremi

MeteoNetwork conta sul supporto di 220 soci e sulla collaborazione di numerosi volontari per fare un lavoro immenso ed estremamente importante. I dati raccolti dalla rete vengono infatti forniti in modo gratuito e facilmente accessibile a Università e centri di ricerca, a numerosi enti pubblici e, naturalmente, a tutti i cittadini.

Sono dati preziosi, preziosissimi. Da una parte perché giorno dopo giorno scrivono la storia del clima italiano e tengono traccia dei suoi cambiamenti. Dall’altra perché ci avvisano in tempo reale se qualcosa non va. O meglio ci avviserebbero, se li consultassimo.
«Come associazione i dati li raccogliamo, e ne raccogliamo tanti – osserva Giazzi – mettendoli a disposizione di tutti». Usarli, però, sta a noi.

Dobbiamo sviluppare la cultura del dato, a livello di istituzioni ma anche di cittadini. È fondamentale anche in termini di gestione e prevenzione del rischio, perché si tratta di strumenti che abbiamo già in nostro possesso.
Nel caso drammatico dell’alluvione nelle Marche, per esempio, in 4 ore sono caduti al suolo 400 millimetri d’acqua. In una situazione di emergenza, 4 ore sono tante: gli enti predisposti avrebbero potuto capire la gravità della situazione già dopo le prime due ore, mettendo in atto delle misure necessarie.

Anche i cittadini possono controllare facilmente i dati in situazioni come queste, e se si diffondesse una cultura di questo tipo riuscirebbero a identificare in autonomia le situazioni di pericolo e la necessità di mettersi al sicuro. 

Questo sarà uno dei temi sul tavolo durante il simposio organizzato a Milano per celebrare il ventennale di MeteoNetwork: sui canali dell’associazione verranno presto comunicate le modalità per seguire l’evento in streaming.

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