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Siccità, fiume Po in grave emergenza: la crisi idrica peggiora. Gli ultimi dati

La grave siccità persiste sul Centro-Nord dell’Italia e la crisi idrica peggiora. Il fiume Po è in una situazione estremamente allarmante in particolare in Piemonte e nel Delta ma tutto il distretto risulta in emergenza. Secondo l’ultimo report delle Autorità di Bacino Distrettuale, l’acqua salata dell’Adriatico ha iniziato a invadere le terre coltivate della pianura in prossimità del Delta del fiume Po. Le scorte di risorsa, in assenza di piogge abbondanti, non basteranno a coprire i fabbisogni della Pianura Padana.

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Siccità, fiume Po in emergenza: portate a -40% e fino a -60% per gli affluenti

Persiste la grave siccità in tutta la Pianura Padana, dove si segnala una situazione di grave emergenza per il fiume Po. Il tutto il Distretto – sottolinea l’Autorità Distrettuale del Bacino del fiume Po -, tutti gli indicatori descrivono una situazione di severa siccità idrologica con una carenza fino al 40% di portata in meno nelle sezioni esaminate del Grande Fiume e fino al 60% degli affluenti. Le piogge piuttosto scarse cadute nel mese di febbraio non hanno portato alcun beneficio così come risulta carente l’apporto della neve su tutti i rilievi alpini, azzerando o quasi tutte le scorte disponibili.

Le precipitazioni piovose si sono ridotte del 60%, con 85 giorni senza piogge in Piemonte mentre per l’Emilia Romagna si tratta dell’inverno più secco degli ultimi 9 anni con carenza di piogge soprattutto nel Bolognese, Ferrarese e parte dell’Emilia occidentale. Le temperature confermano un trend di +3°C, classificando l’inverno 2022 come il secondo più caldo degli ultimi 40 anni

Su tutta l’asta del fiume Po persiste una situazione di marcata siccità idrologica invernale

Dall’inizio dell’anno le portate in tutte le stazioni di misurazione sono rimaste sotto le medie. In particolare, nell’ultimo periodo preso in esame, vale a dire febbraio, si fa notare la sezione di Piacenza dove il deficit di portata identifica una condizione di estrema siccità idrologica. La sezione di chiusa a Pontelagoscuro misura oggi 683 m3/s, prossima alla prima soglia di allerta, con una portata ridotta del -40%. Non va meglio per gli affluenti dove le portate risultato ridotte del 60%, con valori prossimi ai minimi storici in molte stazioni di misura.

Febbraio insolitamente avaro di piogge: l’inverno 2020 è il terzo più secco degli ultimi 65 anni

Il mese di febbraio, solitamente molto instabile a livello climatico, si è rivelato particolarmente avaro di piogge con qualche precipitazione tra il 14 e il 15 ma che non ha portato alcun beneficio. La pioggia cumulata è abbondantemente sotto la media del periodo 2006-2020 e prossima ai valori minimi: solo febbraio 2012 e 2020 hanno fatto registrare cumulate inferiori nel periodo di riferimento, rendendo questo inverno il terzo più secco degli ultimi 65 anni. Si stima che il contenuto idrico dei suoli si sia ridotto rendendo non solo le pianure aride ma anche le zone di montagna ad alto rischio incendi.

Con un’anomalia termica fino a +1/+3°C su tutto il territorio padano, non migliora la situazione del manto nevoso che su tutto l’arco Alpino è prossimo ai minimi, nonostante qualche accumulo nel periodo di San Valentino. Il totale dell’acqua immagazzinata sotto forma di SWE (Snow Water Equivalent) si attesta circa a -70% sotto la media stagionale e questo dato è destinato a peggiorare in quanto l’avanzare della primavera impedisce una ricarica importante della risorsa.

I Grandi Laghi continuano a soffrire: riserva d’acqua in deficit

Continua anche la sofferenza del Grandi Laghi e dei serbatoi alpini ed appenninici. Il lago Maggiore è di poco superiore allo zero idrometrico, con un riempimento al 30% in continua diminuzione. Anche il lago di Como e il lago d’Iseo con valori al di sotto dello zero idrometrico, rispettivamente -26cm e -20cm, hanno una riserva d’acqua disponibile attorno al 10%. Nei bacini montani la riserva dall’inizio dell’anno è in diminuzione con un riempimento attuale attorno al 45%.

L’acqua salata invade l’acqua dolce in prossimità del Delta del Po

Lo scarso apporto di piogge e l’innalzamento del livello del mare contribuiscono anche all’intrusione delle acque salate nelle acque dolci, un fenomeno che interessa un largo tratto di costa Adriatica in prossimità del Delta del fiume Po, in particolare nelle province di Rovigo e di Ferrara, raggiungendo una intrusione nei comprensori irrigui tra i 10 e i 15 km.

La siccità è destinata a perdurare almeno fino alla metà del mese poiché attualmente non si profilano precipitazioni in grado di attenuare il grave deficit idrico. Il rischio, sottolinea l’Autorità del Bacino Distrettuale del Fiume Po, è che “la disponibilità d’acqua attuale non potrà colmare i fabbisogni della prima parte dell’estate generando una situazione di forte stress per l’habitat fluviale e di mancanza o calendarizzazione degli approvvigionamenti per l’universo produttivo”.

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