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Siccità, due inverni con poca pioggia o neve al Nord-Ovest: manca più della metà dell’acqua

La siccità che stanno vivendo le regioni del Nord Italia, specie quelle di Nord-Ovest, affonda le radici nell’inverno 2021-2022, ma si è protratta anche nei mesi successivi, fino all’inverno 2022-2023 appena concluso.

Dalle mappe elaborate da Meteo Expert, basate sui rilievi di diverse reti di stazioni meteo – tra cui MeteoNetwork – e integrate con dati satellitari (GPM), è possibile notare dove sia caduta la pioggia nel trimestre invernale di dicembre, gennaio e febbraio, e quali sono le zone rimaste praticamente a secco.

I settori più piovosi sono stati, nel complesso, la Campania, la Basilicata occidentale, l’Umbria e la Liguria di Levante, dove gli accumuli medi si attestano intorno ai 6-9 mm al giorno durante l’inverno. All’estremo opposto, invece, si è trovato il Piemonte, gran parte della Lombardia, del Trentino-Alto Adige e della Puglia, dove gli accumuli medi giornalieri si sono fermati intorno a 0-3 mm.

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Le precipitazioni cadute in media al giorno durante l’inverno 21-22 e l’inverno 22-23. Fonte Meteo Expert – IconaClima

Poche piogge e poca neve. Le ultime nevicate di fine febbraio non hanno potuto fare molto per risollevare l’intera stagione invernale. Secondo i dati CIMA Research Foundation, ad inizio marzo si registra ancora un deficit del -63% della risorsa idrica nivale sulle Alpi. In pratica abbiamo un terzo della neve, o meglio dell’acqua stoccata in neve, rispetto alla media degli ultimi anni.

Secondo l’ultimo bollettino IRPI-CNR la situazione attuale della neve, insieme all’altrettanto scarsa stagione invernale dell’anno scorso, si sta traducendo in livelli del Fiume Po ancora più bassi rispetto al 2022 e che in alcuni punti raggiungono minimi storici. “Il semestre mostra i segni di una siccità di più lunga data al Nord e in
alcune regioni del Sud, legata in particolare alle scarse precipitazioni di Ottobre e Febbraio. La gravità della
situazione, però, emerge dall’analisi delle mappe di lungo e lunghissimo periodo che, oltre a confermare le
zone più esposte, mostrano una estensione del deficit anche ad alcune aree del centro (sui 24 mesi)”.

Peggiora la siccità al Nord: manca più della metà dell’acqua

La mancanza di precipitazioni è drammatica sulle regioni del Nord e si traduce in un portate dei fiumi e livelli dei laghi ridotti, e in un bilancio della riserva idrica decisamente inferiore alla norma. La siccità dunque continua e si aggrava mese dopo mese per le regioni del Nord Italia.

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Stato delle risorse idriche della Lombardia. Fonte Arpa Lombardia

In Lombardia, secondo i dati Arpa, il totale della riserva idrica invasata nei grandi laghi, negli invasi artificiali e nella neve risulta inferiore alla media del periodo 2006-2020, con una differenza del -61%. Manca anche la neve: sulle montagne della Lombardia si stima una risorsa idrica nivale (acqua stoccata nella neve) di 741 milioni di metri cubi, il -71% rispetto al periodo 2006-2020 in cui in media si contavano 2.558 milioni di metri cubi di risorsa idrica nivale. Si tratta di un valore inferiore al minimo del periodo 2006-2020 (910 milioni di m3). Complessivamente la Lombardia può contare su 1.408 milioni di m3 di riserve idriche, il 61% in meno rispetto al periodo di riferimento.

La situazione è paragonabile a quella del Piemonte che ha chiuso l’inverno con un -45% delle precipitazioni, nevose e piovose.

Anomalia precipitazioni inverno 2022-2023. Fonte Arpa Piemonte

Le nevicate alpine, spiega Arpa Piemonte, hanno contribuito ad un locale surplus solo su alcune zone delle Alpi Cozie Meridionali e Marittime Settentrionali. Altrove il deficit è stato marcato, oltre il 50% sulle zone pedemontane occidentali, sulle Alpi settentrionali e attorno al 30% sulle zone Appenniniche. Secondo le stime la risorsa idrica nivale del Piemonte è del 55% inferiore alla media: manca, insomma, più della metà della neve (e quindi dell’acqua stoccata nella neve), risorsa preziosissima per i mesi più caldi.

Le alte temperature degli ultimi mesi, come se non bastasse, hanno ridotto ulteriormente il cosiddetto bilancio idro-climatico. La poca acqua caduta, infatti, è evaporata – o meglio evotraspirata – di più del normale a causa del caldo, riducendo il valore medio del Piemonte al 5° percentile negli ultimi 65 anni, e con 124 mm è risultato essere addirittura inferiore al valore di fine febbraio 2022 (154 mm). Condizioni quindi peggiori dell’anno scorso, che non promettono nulla di buono all’inizio della stagione agricola.

Anche in Veneto sono mancate piogge e neve: secondo il bollettino Arpa regionale in media sono caduti appena 3 millimetri di pioggia sulla regione nel mese di febbraio, contro i 60 mm normali. Al 28 febbraio la risorsa idrica nivale del Veneto era di circa 291 milioni di metri cubi.

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Equivalente in acqua del manto nevoso (SWE). Arpa Veneto

In tutti i bacini idrografici della regione si riscontrano condizioni di elevato deficit pluviometrico per il mese di febbraio, che variano dal -90% del Po al -98% di Adige, Lemene, Pianura tra Livenza e Piave, Sile e Tagliamento. Per quanto riguarda i fiumi, alla data del 28 febbraio, le portate si mantengono ancora nettamente inferiori alle medie storiche su tutti i principali corsi d’acqua.

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