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Ghiacciaio del Gran Sasso sempre più piccolo: oggi esteso come 3 campi da calcio

Ancora cattive notizie dalle vette delle montagne: il ghiacciaio del Calderone sul Gran Sasso continua a perdere spessore e estensione. Lo confermano i dati raccolti dalla Carovana dei ghiacciai, organizzata dal Legambiente e realizzata con il supporto del Comitato Glaciologico Italiano (CGI).

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Gli esperti hanno rilevato che il Calderone è particolarmente sensibile alla crisi climatica, perfino di più dei ghiacciai alpini. La sua posizione, nel cuore degli Appennini e al centro dell’area mediterranea, e la sua vicinanza al mare rendono particolarmente intensi gli effetti dal punto di vista meteorologico, con episodi nevosi molto intensi a cui però si contrappongono sempre più intense e frequenti ondate di caldo africano, spesso accompagnate da pulviscolo di sabbia del Sahara in sospensione, che, una volta posato sul manto bianco, favorisce il processo di fusione.

Nell’arco di soli 25 anni il ghiacciaio del Calderone, che dal 2000 è diviso in due glacionevati, ha perso 9 metri di spessore e il 65% della sua estensione. Complessivamente, infatti, la superficie glaciale, che nel 1994 superava i 6 ettari, si è ridotta a soli 2 ettari (20 mila metri quadrati). Giusto per dare un riferimento visuale, 2 ettari equivalgono ad una superficie di quasi 3 campi da calcio.

Ma a preoccupare non sono solo le dimensioni di quello che resta del ghiacciaio. Gli esperti hanno evidenziato segni evidenti di inquinamento, comprese tracce di Cesio radioattivo a seguito dell’esplosione del reattore di Cernobyl nel 1986.

«Il Calderone è un corpo glaciale situato al centro degli Appennini, vicinissimo al mare, dal comportamento anomalo rispetto a quelli alpini dichiara Vanda Bonardo, responsabile Alpi Legambiente -. Apparentemente insignificante. Tuttavia questo glacionevato,  ancora oggi nonostante i riverberi della crisi climatica qui ancora più rilevanti e immediati,  ci offre servizi ecosistemici  di grande importanza. Non solo per il fatto che le sue acque di fusione costituiscono un rifornimento costante e indispensabile per il rifugio Carlo Franchetti, prossimo al Calderone e alimentano gli ecosistemi situati a quote più alte. La sua importanza è soprattutto dovuta  al suo curioso comportamento, unico nel panorama europeo. Questa sua capacità di risposta veloce ai cambiamenti climatici ci fornisce dati utilissimi per  capire come si evolverà il clima nei prossimi anni. Una presenza ricca di informazioni scientifiche e al contempo elemento culturale fondamentale per lo sviluppo di questo bellissimo territorio».

La Carovana dei ghiacciai è stata inserita nella piattaforma All4Climate – Italy che raccoglie tutti gli eventi dedicati alla lotta contro i cambiamenti climatici che si svolgeranno quest’anno in vista della COP26 di Glasgow.

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