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Forti temporali e grandine dal diametro di oltre i 5 centimetri mettono fine al grande caldo

Sabato 28 e domenica 29 maggio sono state due giornate caratterizzate da intense grandinate sia sulla pianura Padana centro-occidentale che nelle aree interne del centro Italia. I chicchi di grandine hanno raggiunto dimensioni davvero ragguardevoli, soprattutto per il mese di maggio.

Supercelle e grandine oltre i 5 centimetri di diametro: ecco cos’è successo

Vediamo i dettagli. Dopo il precedente peggioramento temporalesco che martedì 24 aveva interessato le alte pianure del Nord, la nostra penisola si è trovata di nuovo interamente coinvolta nella rimonta dell’anticiclone africano, che ha portato anche alcuni record storici di caldo per il mese di maggio, specie nelle zone del medio Tirreno. Ad esempio le stazioni meteorologiche dell’Aeronautica Militare (presenti da prima del 1940) di Firenze Peretola e Pisa San Giusto hanno registrato massime rispettivamente di 36,1°C e 34,4°C il 27 maggio. Valori che risultano sopra la norma di 10-12°C.

In questo contesto, caratterizzato da una massa d’aria molto calda e umida di matrice subtropicale, l’energia potenziale a disposizione per la formazione dei temporali è molto elevata, con i modelli che vedono valori di CAPE oltre 2000 J/kg tra Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna.

La miccia per lo sviluppo della convezione è stata rappresentata dal deciso ingresso della Bora da nord-est nel pomeriggio, che ha portato un’instabilizzazione dell’atmosfera a partire dalla Lombardia orientale e via via verso il Piemonte.

Alle 17 il primo temporale intenso si forma a ridosso delle Prealpi a Est di Bergamo e inizia a scendere verso la pianura con un moto verso sud-sud-ovest. In breve tempo questo nucleo evolve nella prima e più intensa supercella della giornata, che colpisce la bassa bergamasca e la zona tra Cremonese e Lodigiano. Il temporale produce grandine con chicchi di 5-7 cm di diametro; particolarmente colpita risulta la città di Crema (CR), in cui vengono segnalati ingenti danni ad automobili (vetri distrutti, oltre che carrozzerie ammaccate), abitazioni e vegetazione. Degna di nota anche la quantità di precipitazione solida, con accumuli fino a 20 cm in alcune zone.

Con il primo temporale ancora attivo, alle 17:30 una seconda supercella nasce a sud-est di Milano. Muovendosi con lo stesso moto della precedente, questa va a interessare Pavia per poi esaurirsi una volta entrata in mezzo agli Appennini. La grandine scaricata al suolo risulta più piccola, con chicchi intorno a 3 cm. Non essendoci altri cumulonembi a ovest del temporale, è possibile osservare la struttura decisamente corposa ed esplosiva della sua corrente ascensionale, segno dei forti contrasti tra masse d’aria differenti.

Infine in serata il peggioramento raggiunge il Piemonte, con un vasto ammasso temporalesco (definito “sistema convettivo a mesoscala”, o MCS) che interessa inizialmente il Canavese e il basso Vercellese, per poi estendersi verso Sud arrivando fino alla Liguria.

In questo sistema si trova inserita anche una supercella, responsabile di un’intensa grandinata sulla città di Tortona (AL) con chicchi fino a 5 cm di diametro e conseguenti danni, in particolare alle coltivazioni, tali da richiedere lo stato di calamità. Anche qui l’accumulo di grandine al suolo è notevole.

Sempre nella giornata di sabato 28 altri forti temporali, dovuti a un leggero calo della pressione, si formano in Umbria. Una rovinosa grandinata colpisce Gubbio con chicchi che vanno dai 5 ai 6 cm di diametro.

Il giorno seguente a essere colpito dalle grandinate è il Molise. Nel pomeriggio si forma una supercella che interessa l’area a sud di Campobasso, con chicchi di 6 cm di diametro. Anche qui molti danni, e viene riportato anche il ferimento di una persona.

Perché chicchi di grandine di dimensioni così grandi?

Oltre alle condizioni di partenza, con energia elevata e una forzante che innesca una convezione intensa (fattori che già di per sé permettono la formazione di grandine), lo sviluppo di temporali a supercella è stato un elemento importante. Le supercelle infatti hanno la caratteristica di avere una corrente ascendente in rotazione, la quale permette ai chicchi di rimanere per più tempo nella zona di accrescimento all’interno del cumulonembo, raggiungendo così dimensioni maggiori.

Articolo scritto da Tornado in Italia

 

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