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FRANA a Chiesa Valmalenco: perché i TEMPORALI possono essere così violenti

I territori montani sono tra i più esposti alle conseguenze dei fenomeni meteo estremi (nubifragi, tempeste di vento, caldo anomalo)

I forti temporali delle ultime ore al Nord hanno determinato situazioni critiche in particolare sulle Alpi Lombarde. A Chiesa Valmalenco nella giornata di ieri dopo un violento nubifragio una frana ha ucciso 3 persone. I temporali sono fenomeni localizzati e possono determinare in uno spazio limitato accumuli di pioggia ingenti che riescono a determinare un rapido innalzamento dei corsi d’acqua, con conseguenze molto gravi a livello idro-geologico.

Temporali estivi: perché possono essere fenomeni molto pericolosi

Nei giorni scorsi- afferma il meteorologo Flavio Galbiati- l’intensità dai temporali era dovuta all’arrivo sull’arco alpino di aria più fresca trascinata da una perturbazione in transito sull’Europa centrale,collegata ad una vasta area di bassa pressione presente sul Golfo di Biscaglia. Il contrasto termico ha creato le condizioni di instabilità atmosferica, dando luogo ai nubifragi.

Le cronache di questi giorni confermano che i territori montani sono tra i più esposti alle conseguenze dei fenomeni meteo estremi (nubifragi, tempeste di vento, caldo anomalo), in grado di provocare frane, esondazioni, gravi danni ai boschi e, purtroppo, anche delle vittime.

Ci siamo trovati di fronte, infatti, a tutte le condizioni favorevoli per lo sviluppo di temporali anche di forte intensità.

La massa d’aria calda e umida presente da più giorni potrà fornire notevole energia alle nubi temporalesche (i cumulonembi) che si sviluppano grazie alle correnti ascensionali. Quando in atmosfera una particella d’aria è più calda dell’ambiente circostante, riceve una spinta verso l’alto, in quanto è anche più leggera; e questo sollevamento è accentuato quando sopraggiunge dell’aria più fresca in alta quota. Sollevandosi, poi la particella d’aria trova una pressione inferiore e quindi si espande, raffreddandosi e condensando il suo contenuto di vapore acqueo in goccioline: ed ecco la nube! L’umidità contenuta nell’aria, trasformandosi in acqua liquida, rilascia a sua volta del calore (calore latente) che genera un’ulteriore spinta di galleggiamento. Questo meccanismo, in presenza di una massa di aria calda e umida può dare luogo a cumulonembi molto sviluppati in altezza (8/10 km) e, più la nube si spinge in alta quota, più intensi saranno i fenomeni che accompagnano il temporale: pioggia intensa (nubifragio), grandine, forti raffiche di vento, talvolta erroneamente descritti come “trombe d’aria” (fenomeno molto raro e che invece consiste in una colonna d’aria a forma di imbuto in violenta rotazione che discende dalla base del cumulonembo e che raggiunge il suolo).

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