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Scossa di terremoto ai Campi Flegrei: continua lo sciame sismico

Un potente terremoto di magnitudo 4.4 ha colpito i Campi Flegrei il 13 maggio 2025, seguito da numerose repliche. L'evento, avvertito in tutta la provincia di Napoli, arriva a soli due mesi dalla scossa di magnitudo 4.6 di marzo, intensificando i timori sulla crescente attività vulcanica dell'area.

Un terremoto di magnitudo 4.4 ha scosso l’area dei Campi Flegrei ieri, 13 maggio 2025, alle ore 12:08, con epicentro localizzato in mare, in prossimità della costa a ovest del rione Terra di Pozzuoli. La scossa di terremoto, avvenuta a una profondità di appena 3 km, è stata avvertita distintamente in tutta la provincia di Napoli, generando preoccupazione tra i residenti e riportando l’attenzione sulla delicata situazione dell’area vulcanica.

Lo sciame sismico in corso

L’evento principale non è rimasto isolato, ma si è inserito in un intenso sciame sismico che ha caratterizzato la giornata. Nel giro di soli 28 minuti, sono state registrate ben 7 scosse di terremoto: due eventi di magnitudo 2.1 hanno preceduto il sisma principale, verificandosi alle 12:06 e alle 12:07. Successivamente, alle 12:22, è stata registrata una replica di magnitudo 3.5, seguita da ulteriori eventi di minore intensità alle 12:27 (magnitudo 1.9 e 1.6) e alle 12:34 (magnitudo 1.2).

La sequenza non si è fermata qui: nel primo pomeriggio, alle 14:58, un’altra significativa scossa di terremoto di magnitudo 3.3 ha colpito l’area, con una replica di magnitudo 2.7 registrata appena tre minuti dopo, alle 15:01. Tutti questi eventi si sono verificati a profondità simili, intorno ai 2,7 chilometri, una caratteristica che secondo Francesca Bianco, direttrice del dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, rappresenta un livello “sempre più interessato da queste energie maggiori”.

Il confronto con il terremoto di marzo

Questo evento sismico arriva a soli due mesi di distanza dalla potente scossa di magnitudo 4.6 registrata il 13 marzo 2025, che fino a ieri rappresentava il terremoto più forte registrato nell’area dei Campi Flegrei negli ultimi decenni. La vicinanza temporale tra questi due significativi eventi sta alimentando le preoccupazioni sulla crescente attività vulcanica della zona.

Gli esperti dell’INGV stanno monitorando attentamente l’evoluzione della situazione, con particolare attenzione al fenomeno del bradisismo che caratterizza l’area. Secondo quanto riportato da Francesca Bianco, “il valore del sollevamento del suolo nelle ultime settimane è stimato intorno a 1,5 centimetri e ad ora non è stato osservato un incremento nella velocità di sollevamento”, un dato che verrà ulteriormente valutato nelle prossime ore.

I danni registrati e le misure di sicurezza

Nonostante l’intensità del sisma, al momento non sono stati segnalati danni significativi a persone o strutture. Tuttavia, alcuni edifici hanno subito lievi danneggiamenti, come nel caso della Residenza universitaria di Pozzuoli, dove sono state rilevate crepe sui muri e segni di cedimenti superficiali. Le autorità locali hanno prontamente avviato sopralluoghi per verificare l’agibilità degli edifici pubblici e privati.

Il Comune di Napoli ha comunicato che non sono stati riscontrati danni alle scuole o ad altre strutture pubbliche. Sono state attivate le aree di attesa presso l’ex Base NATO, dove i servizi sociali sono operativi per fornire assistenza alla popolazione. La Protezione Civile ha intensificato il monitoraggio dell’area e resta in stato di allerta per eventuali sviluppi della situazione.

Il fenomeno del bradisismo flegreo

L’attuale sequenza sismica si inserisce nel più ampio fenomeno del bradisismo flegreo, un processo di sollevamento e abbassamento del suolo caratteristico dell’area dei Campi Flegrei. Questo fenomeno è legato alla presenza di una vasta caldera vulcanica che si estende per circa 12 km di diametro e comprende i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e parte della città di Napoli.

Negli ultimi anni, l’area ha mostrato segni di una ripresa dell’attività bradisismica, con un progressivo sollevamento del suolo e un incremento della sismicità. Questo ha portato le autorità a intensificare il monitoraggio e ad aggiornare i piani di emergenza per la zona, classificata come area a rischio vulcanico.

Le prospettive future e il monitoraggio continuo

Gli scienziati dell’INGV continuano a monitorare costantemente l’evoluzione della situazione, analizzando non solo l’attività sismica ma anche altri parametri come le deformazioni del suolo, le emissioni di gas e le variazioni geochimiche delle fumarole presenti nell’area.

Al momento, non ci sono elementi che indichino un imminente rischio eruttivo, ma la sequenza di eventi degli ultimi mesi suggerisce una fase di particolare dinamismo del sistema vulcanico dei Campi Flegrei. Le autorità raccomandano alla popolazione di seguire le indicazioni della Protezione Civile e di mantenersi informata attraverso i canali ufficiali.

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