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Virus Chikungunya in Italia: storia delle epidemie autoctone e dati aggiornati

In Italia si sono già verificati diversi focolai di Chikungunya con centinaia di casi autoctoni trasmessi da zanzare locali. Gli ultimi dati mostrano un monitoraggio costante e una situazione sotto controllo.

Negli ultimi anni, l’Italia ha dovuto affrontare più episodi di epidemie di Chikungunya, una malattia virale trasmessa principalmente dalla zanzara tigre (Aedes albopictus). Questi casi sono definiti autoctoni poiché contratti direttamente sul territorio nazionale, a seguito della puntura di zanzare infette locali. L’attenzione resta alta, soprattutto nelle regioni già colpite in passato.

Epidemie di Chikungunya: i casi in Italia dal 2007 a oggi

Il primo grande focolaio di Chikungunya in Italia risale al 2007, con oltre 200 casi confermati in Emilia Romagna. Nel 2017, una nuova ondata ha interessato soprattutto la regione Lazio e in particolare la zona pontina, con circa 300 casi, di cui la maggior parte (240) confermati nella stessa area. In entrambi gli episodi, la trasmissione è avvenuta tramite la zanzara tigre locale, che ha favorito la diffusione del virus tra la popolazione. Negli anni successivi, grazie a una maggiore sorveglianza epidemiologica e a campagne di prevenzione, il numero di casi è rimasto contenuto: nel 2024 sono stati registrati soltanto 17 casi, mentre nel 2025 i casi segnalati sono attualmente 30.

Chikungunya: trasmissione e prevenzione

La Chikungunya si trasmette all’uomo attraverso la puntura di zanzare infette, in particolare della specie Aedes albopictus. I sintomi principali includono febbre alta e intensi dolori articolari, che possono durare settimane. Il rischio di nuovi focolai è legato alla presenza delle zanzare vettore e alle condizioni climatiche favorevoli alla loro proliferazione. Le autorità sanitarie italiane hanno adottato un piano di sorveglianza che prevede il monitoraggio dei casi umani e il controllo delle popolazioni di zanzare, oltre a campagne informative rivolte alla popolazione per ridurre le occasioni di contatto con il vettore.

L’importanza del monitoraggio e della sensibilizzazione

Il costante monitoraggio della Chikungunya e la sensibilizzazione sui rischi legati alle zanzare sono fondamentali per prevenire nuove epidemie. Gli esperti sottolineano l’importanza di eliminare i ristagni d’acqua, habitat ideale per la zanzara tigre, e di segnalare tempestivamente eventuali sintomi sospetti alle autorità sanitarie. La collaborazione tra cittadini e istituzioni resta essenziale per mantenere sotto controllo la diffusione del virus e tutelare la salute pubblica.


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