Alluvioni in Pakistan: tra ghiacciai in fusione e piogge monsoniche, il timore è un altro 2022

Temperature da record, piogge torrenziali e ghiacciai in rapido ritiro stanno devastando il Pakistan, già segnato dalle catastrofiche inondazioni del 2022. Dall’inizio della stagione monsonica, a fine giugno, almeno 72 persone sono morte e oltre 130 sono rimaste ferite a causa delle alluvioni in Pakistan, che colpiscono in particolare le regioni settentrionali del Paese.
A Gilgit-Baltistan, regione montuosa a oltre 1.200 metri di altitudine tra Himalaya, Hindu Kush e Karakorum, i termometri hanno toccato i 48,5 °C, superando ogni precedente record. Un caldo estremo che ha accelerato la fusione dei circa 7.200 ghiacciai locali, provocando la formazione di laghi glaciali instabili. Diversi di questi bacini si sono già riversati a valle, scatenando frane e alluvioni lampo che hanno travolto villaggi e infrastrutture, isolando intere comunità e lasciando molte persone senza elettricità né acqua potabile.
Intanto nella provincia del Punjab le precipitazioni intense stanno causando inondazioni urbane, e le previsioni indicano che le piogge monsoniche continueranno con valori sopra la media.
Il rischio di un disastro su scala 2022 è concreto.
Tre anni fa le alluvioni in Pakistan causarono oltre 1.700 morti e coinvolsero più di 33 milioni di persone. Oggi, secondo l’ex ministra per il clima Sherry Rehman, il Paese è ufficialmente il più colpito al mondo dagli effetti della crisi climatica nel 2025: «Siamo all’epicentro di una policrisi climatica globale, ma non vedo alcun campanello d’allarme suonare».
E mentre la comunità scientifica chiede azioni rapide per mitigare i rischi legati alla fusione dei ghiacciai e alla gestione delle acque, la popolazione affronta l’emergenza con mezzi spesso insufficienti.
NOTE: questo articolo è stato generato con il supporto dell’intelligenza artificiale.
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