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Stato del Clima, 2020 anno nero: gas serra mai così elevati e caldo protagonista

Il 2020 è stato un anno nero per il clima globale, non solo per le temperature raggiunte sulle terre emerse e negli oceani, ma anche per le concentrazioni di gas serra in atmosfera, per lo stato di salute dei ghiacci del pianeta e per il livello dei mari. Lo conferma l’ultimo rapporto sullo Stato del Clima realizzato dall’American Meteorological Society. Il rapporto, guidato dagli esperti della NOAA National Centers for Environmental Information, è stato scritto con il contributo di oltre 530 scienziati provenienti da oltre 60 Paesi del Mondo.

Ogni angolo del Pianeta ha avuto esperienza di temperature record, anomale o eccezionalmente elevate, sintomo che riflette la costante tendenza al riscaldamento globale: il 2020 è infatti uno dei tre anni più caldi per la Terra da quando sono iniziate le misurazioni, ossia da metà del 1800.

Sono diversi i parametri utili per monitorare lo stato del clima a livello globale: il livello dei mari, la temperature degli oceani, gli eventi estremi, la condizione della criosfera (ghiacciai e ghiacci marini), la temperatura delle terre emerse e i livelli di gas serra.

Stato del clima: a livello globale il 2020 è sul podio degli anni più caldi

Il 2020 è stato uno dei tre anni più caldi della serie storica, risalente alla metà-fine del 1800. Le temperature a livello globale sono state di 0.6°C più elevate della media del periodo 1981-2010, nonostante il fenomeno “rinfrescante” della Niña.

Oltre ad osservare temperature mediamente più alte della norma, si sono verificate ondate di caldo «senza precedenti»: in Antartide a febbraio è stata raggiunta la temperatura di 18.3°C, la più alta di sempre; ad agosto nella Death Valley californiana è stato raggiunto il valore più alto mai raggiunto dal 1931, con il record mondiale di 54.4°C. Di conseguenza lo stato dei ghiacci è peggiorato: la copertura di neve nell’emisfero nord è rimasta sotto la media degli ultimi 51 anni, segnando la quarta peggiore estensione; i ghiacciai alpini registrato un bilancio di massa negativo per il 33esimo anno consecutivo.

Raddoppia la possibilità di raggiungere +1.5°C nei prossimi 5 anni

Il 2020 è stato l’anno più caldo in Europa

L’Europa ha vissuto l’anno più caldo della serie storica, sulla base del Global Historical Climate Network, con una anomalia di +1.9°C. La maggior parte del nostro continente ha vissuto un’anno più caldo della media, ad eccezione del Portogallo, del sud della Spagna, dell’Irlanda, del nord del Regno Unito e di gran parte dell’Italia. In molti Paesi europei le temperature sono state di 1-2 gradi più elevate del normale: tra i più caldi spiccano Lettonia, Finlandia, Lituania con una anomalia di +2.4°C e la Russia europea con +2.9°C.

Gas serra: nel 2020 raggiunti i livelli più elevati degli ultimi 800 mila anni

Nel 2020 i livelli di gas serra sono aumentati, e i tre principali (anidride carbonica, metano e protossido di azoto) hanno raggiunto i livelli più elevati almeno degli ultimi 800 mila anni.

Nonostante la riduzione del 6-7% dovuta al rallentamento delle attività globali a causa della pandemia, i livelli di anidride carbonica hanno raggiunto valori record, con una media annuale (misurata all’osservatorio di Mauna Loa) 414.2 parti per milione (ppm). Ogni anno i livelli medi di anidride carbonica aumentano ad un ritmo sempre più elevato: negli anni ’60 aumentava di 0.8 ppm ogni anno, tra il 2010 e il 2019 è aumentata di 2.4 ppm ogni anno, e nel 2020 di 2.5 ppm.

Il forzante radiativo che misura la potenziale capacità di indurre un cambiamento nelle dinamiche del sistema climatico, provocato dalle emissione antropogeniche di CO2 nel 2020 è aumentato a 2.11 W m−2 rispetto ai valori preindustriali.

La prima fonte di anidride carbonica emessa in atmosfera è l’uso di combustibili fossili: tra il 2010 e il 2019 solo l’uso di combustibili fossili avrebbe potuto aumentare i livelli di CO2 di 4.4 ppm ogni anno, invece dei 2.4 ppm osservati. Grazie alla capacità di assorbimento degli oceani e della biosfera, però, questo è stato evitato: “solo” il 55% delle emissioni provenienti dalla combustione fossile è rimasto infatti in atmosfera.

E nel 2020 gli oceani hanno assorbito 3.0 miliardi di tonnellate di anidride carbonica in più rispetto a quella rilasciata. Si tratta della quantità più elevata mai rilevata dal 1982, del 30% più elevata rispetto alla media degli ultimi 20 anni.

Le ondate di caldo in Siberia hanno provocato nuove emissioni di metano

Sono aumentate anche le concentrazioni di metano, secondo potente gas serra antropogenico dopo la CO2: rispetto ai livelli preindustriali i livelli sono aumentati del 160%, con un picco di 1879.2 parti per miliardo (ppb) nel 2020, anno in cui si è registrato l’incremento annuo maggiore dall’inizio delle rilevazioni (14.8 ppb).

Temperature record anche sulla superficie e nelle profondità degli oceani

Nell’arco del 2020 le temperature superficiali degli oceani sono state più calde della media: l’anomalia complessiva è al terzo posto tra quelle più elevate mai registrate, dopo il 2016 e il 2019, anni segnati però dalla presenza del Niño. Una temperature superficiale degli oceani più elevata si traduce in tempeste e uragani più potenti e in una maggiore fusione dei ghiacci.

Ma l’energia termica continua ad aumentare anche nello strato degli oceani tra la superficie e i 700 metri e dai 700 ai 2000 metri di profondità: qui, secondo il rapporto, l’energia assorbita è stata da record nel 2020. Gli oceani riescono infatti ad assorbire più del 90% dell’eccesso di calore del riscaldamento globale.

Tutto questo si traduce in un innalzamento del livello dei mari. Per il nono anno consecutivo, infatti, il livello medio dei mari e degli oceani del mondo ha raggiunto un nuovo record, aumentando di 9.13 centimetri rispetto al 1993, anno in cui sono iniziate le rilevazioni.

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