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Oceani mai così bollenti. Cosa dobbiamo aspettarci nel 2024 dopo il picco di El Niño?

Come previsto l’attuale El Niño, che ha raggiunto il picco tra fine 2023 ed inizio 2024, è stato uno dei cinque più forti mai registrati. Sebbene ora sia entrato nella fase calante del suo ciclo, continuerà ad avere un impatto a livello globale nel corso dei prossimi mesi, specie rispetto alle temperature. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Organizzazione Mondiale di Meteorologia (WMO), infatti, El Niño potrebbe ancora accentuare il caldo anomalo, con temperature che potrebbero mantenersi ancora oltre al norma tra marzo e maggio su quasi tutte le zone terrestri.

El Niño nel 2024 si indebolisce, ma i suoi effetti continueranno per altri 3 mesi

El Niño fa parte di una variazione ciclica denominata ENSO, ovvero El Niño Southern Oscillation: la fase di El Niño si verifica quando la temperatura superficiale dell’Oceano Pacifico equatoriale centrale e orientale aumenta oltre la norma. In queste settimane la temperatura di uno specifico tratto di oceano (regione 3.4), utilizzato come indicatore, ha raggiunto un picco nella media trimestrale di 2 gradi superiori alla media. La Niña, invece, si verifica quando la temperatura superficiale scende al di sotto della norma. Tra i due di solito si intervalla una fase neutra di transizione.

Ad oggi El Niño si sta indebolendo: secondo le previsioni della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) potrebbe essere seguito da un periodo neutrale tra marzo e giugno, previsione che gode dell’80% della probabilità. Più incerta al momento è invece l’evoluzione successiva: durante l’estate (boreale) potrebbe infatti svilupparsi La Niña.

el nino 2024

El Niño si verifica in media ogni due-sette anni e in genere dura da 9 a 12 mesi. Influenza il clima e i modelli delle tempeste in diverse parti del mondo, variando soprattutto i pattern delle precipitazioni, intensificandole o riducendole. Oggi però questo ciclo naturale avviene in un contesto di un clima già modificato dalle attività umane. E lo stiamo vedendo in questi mesi.

Ogni mese a partire da giugno 2023 ha stabilito un nuovo record mensile di temperatura – e il 2023 è stato di gran lunga l’anno più caldo mai registrato. El Niño ha contribuito a queste temperature record, ma i gas serra che intrappolano il calore sono inequivocabilmente il principale colpevole”, ha affermato il segretario generale della WMO, Celeste Saulo. “Le temperature della superficie dell’oceano nel Pacifico equatoriale riflettono chiaramente El Niño. Ma le temperature della superficie del mare in altre parti del globo sono state persistentemente e insolitamente elevate negli ultimi 10 mesi. La temperatura della superficie del mare del gennaio 2024 è stata di gran lunga la più alta mai registrata per gennaio. Ciò è preoccupante e non può essere spiegato solo da El Niño”.

oceani caldi record

Oceani mai così caldi come negli ultimi 12 mesi

Gli oceani del Mondo da mesi registrano temperature anomale record: da praticamente un anno gli oceani continuano a scaldarsi in modo anomalo, raggiungendo valori eccezionalmente elevati. Ad agosto 2023 avevano raggiunto la temperatura più alta mai registrata, con 21,1 gradi medi, valore superato proprio negli ultimi giorni: ad inizio marzo gli oceani del globo hanno raggiunto una temperatura media di 21,2 gradi.

A trainare l’anomalia globale non è solo il Pacifico equatoriale con El Niño , ma anche l’Atlantico settentrionale da ormai 1 anno fa registrate temperature record preoccupanti.

oceano Atlantico caldo record

Secondo le previsioni del Global Seasonal Climate Update della WMO, nei prossimi mesi, nonostante un indebolimento del Nino, le temperature degli oceani del Mondo continueranno ad essere superiori alla norma, con ricadute che riguarderanno anche le terre emerse. La prossima stagione infatti potrà essere ancora piuttosto calda rispetto alla norma in gran parte del Mondo. Ma l’impatto riguarderà anche l’andamento delle precipitazioni, i cui modelli verranno influenzati a livello regionale per almeno i prossimi 3 mesi.

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