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Foreste di mangrovie a rischio: è colpa dell’uomo

Il 22 maggio si è celebrata la Giornata Mondiale della Biodiversità, una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite per tutelare la natura minacciata sempre più spesso dalle attività umane e dai cambiamenti climatici. È dal 2000 che viene celebrata questa ricorrenza proclamata per commemorare l’adozione della Convenzione sulla Diversità Biologica firmata nel 1992 a Rio de Janeiro, in Brasile, proprio per tutelare la molteplicità degli organismi viventi e scongiurare l’estinzione di quelli messi a rischio dalle minacce che gravano sull’ambiente. In occasione di questa giornata sono stati pubblicati dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) dati allarmanti sulle mangrovie: il 50% degli ecosistemi presi in considerazione sono a rischio di collasso, classificati come vulnerabili, in pericolo o in pericolo critico. Quasi il 20% di questi sono ad alto rischio, classificati come in pericolo o in pericolo critico, riflettendo che queste aree sono a grave rischio di collasso.

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Lo studio ha preso in considerazione gli ecosistemi di mangrovie del mondo in 36 diverse regioni e ha valutato le minacce e il rischio di collasso in ciascuna zona. Questo lavoro è stato condotto dall’IUCN, con il coinvolgimento attivo di oltre 250 esperti con sede in 44 Paesi, provenienti da vari istituti di ricerca tra cui la Commissione IUCN sulla gestione degli ecosistemi, la Commissione per la sopravvivenza delle specie IUCN e la Global Mangrove Alliance.

Mangrovie, foto di Stefania Andriola

Angela Andrade, presidente della commissione IUCN sulla gestione degli ecosistemi, ha dichiarato: “Gli ecosistemi di mangrovie sono eccezionali nella loro capacità di fornire servizi essenziali alle persone, tra cui la riduzione del rischio di catastrofi costiere, lo stoccaggio e il sequestro del carbonio e il sostegno alla pesca. La loro perdita potrebbe essere disastrosa per la natura e per le persone in tutto il mondo. Ecco perché questa valutazione è così importante. La Lista Rossa degli ecosistemi fornisce percorsi chiari su come possiamo invertire la perdita di mangrovie e proteggere questi delicati ecosistemi per il futuro, aiutando così la salvaguardia della biodiversità, affrontando gli effetti del cambiamento climatico e sostenendo la realizzazione del Quadro Globale per la Biodiversità“.

Mangrovie, foto di Stefania Andriola

Secondo l’analisi dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, il comportamento umano è la causa principale del loro declino, con le mangrovie nell’India meridionale, nello Sri Lanka e nelle Maldive più a rischio. I sistemi nel Mar Cinese Meridionale, nel Pacifico centrale e nel Triangolo corallino orientale attorno a Malesia, Papua Nuova Guinea e Filippine sono stati classificati come a rischio di estinzione. Le mangrovie sono minacciate dalla deforestazione, dall’urbanizzazione, dall’inquinamento determinato ad esempio dalle fuoriuscite di petrolio, dagli allevamenti di gamberetti, dalla costruzione di dighe ma anche dall’innalzamento del livello del mare e dalla maggiore frequenza di forti tempeste associate ai cambiamenti climatici. Il cambiamento climatico minaccia un terzo (33%) degli ecosistemi di mangrovie valutati.



 

Secondo lo studio senza cambiamenti significativi entro il 2050 potremmo perdere 1,8 miliardi di tonnellate di carbonio immagazzinato (il 17% del carbonio totale attualmente immagazzinato nelle mangrovie) con gravi rischi per 2,1 milioni di persone che si trovano a vivere in zone esposte alle inondazioni costiere (14,5% delle vite attuali esposte) e proprietà per un valore di 36 miliardi di dollari (35,7% degli attuali valori immobiliari protetti).

Mangrovie, foto di Stefania Andriola

La Lista Rossa degli ecosistemi dell’IUCN è fondamentale per monitorare i progressi verso l’obiettivo di arrestare e invertire la perdita di biodiversità, in linea con il Quadro globale sulla biodiversità di Kunming-Montreal (il primo accordo globale di ampio respiro per garantire la stabilità dei servizi ecosistemici fondamentali per la sicurezza umana, lo sviluppo economico, la tutela della natura, la lotta contro il cambiamento climatico). La prima valutazione globale degli ecosistemi di mangrovie fornisce indicazioni chiave che evidenziano l’urgente necessità di una conservazione coordinata di questi habitat cruciali per milioni di comunità vulnerabili in tutto il mondo. I risultati della valutazione ci aiuteranno a lavorare insieme per ripristinare le foreste di mangrovie che abbiamo perso e proteggere quelle che ancora abbiamo” queste le parole della dott.ssa Grethel Aguilar, direttore generale dell’IUCN.

Mangrovie, foto di Stefania Andriola

Presenti in tutto il Pianeta, le mangrovie comprendono dozzine di specie diverse di alberi e arbusti che ospitano una vasta gamma di biodiversità. Ricoprono circa il 15% delle coste del mondo e fungono da vivai per i pesci e sostengono mammiferi diversi come tigri, cani selvatici africani e bradipi. Gli ecosistemi immagazzinano una quantità sproporzionata di carbonio rispetto alle loro dimensioni, assorbendo quasi 3 volte il carbonio immagazzinato dalle foreste tropicali della stessa dimensione.

Mangrovie, foto di Stefania Andriola

La valutazione rileva che il mantenimento di queste specie sarà fondamentale per mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici, con mangrovie sane in grado di far fronte meglio all’innalzamento del livello del mare ed offrire protezione nell’entroterra dagli impatti di uragani, tifoni e cicloni. Preservare le foreste esistenti e ripristinare le aree perdute ne aumenterà la resilienza.

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