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Groenlandia, scioglimento anomalo dei ghiacciai ad inizio settembre: interessata un’area grande 2 volte l’Italia

Un nuovo vasto e anomalo evento di scioglimento dei ghiacciai ha interessato la Groenlandia ad inizio settembre. Il 3 settembre, in particolare, la fusione ha coinvolto quasi il 40% della superficie dei ghiacci della Groenlandia, un’area vasta 592 mila chilometri quadrati. Si tratta del più esteso evento di fusione mai registrato dopo la fine di agosto dal 1979: la conferma arriva dai dati storici raccolti dal National Snow and Ice Data Center (NSIDC). Si tratta di una superficie grande 2 volte l’Italia.

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Scioglimento anomalo dei ghiacciai ad inizio settembre

L’ultima volta che venne registrata una fusione così estesa della superficie dei ghiacci che ricoprono la Groenlandia così “tardi” sul calendario fu il 27 agosto del 2003, quando la superficie interessata dallo scioglimento superò di poco i 600 mila chilometri quadrati.

Durante l’estate dell’emisfero settentrionale, la Groenlandia subisce diversi eventi di fusione glaciale, che raggiungono il picco intorno a metà luglio. In questo periodo, l’apice della stagione estiva, si registrano gli eventi più intensi ed estesi. Quest’anno l’evento più esteso ha riguardato una superficie di 688 mila chilometri quadrati di ghiaccio il 18 luglio (oltre il 40% della superficie). Un evento quindi poco superiore a quello appena registrato.

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Non bisogna però confondere la fusione superficiale dal deflusso dell’acqua (runoff) dalla calotta groenlandese nei mari circostanti la Groenlandia. Gli episodi di scioglimento della superficie non si traducono sempre, o almeno non sono direttamente proporzionali alla perdita di massa glaciale. I comportamenti dei ghiacciai sono complessi, e il deflusso non è collegato solamente a ciò che riusciamo a vedere in superficie.

Secondo gli ultimi dati che abbiamo a disposizione, che al momento escludono ancora l’evento di inizio settembre, la Groenlandia ha avuto un picco estivo di perdita di massa a causa del deflusso dell’acqua fusa il 22 luglio, quando ha raggiunto le 10 giga tonnellate/giorno (la media del periodo si attesta intorno alle 5 giga tonnellate/giorno).

A provocare uno scioglimento così esteso della superficie dei ghiacci che ricoprono la Groenlandia è il caldo anomalo. Nonostante l’emisfero settentrionale sia entrato ufficialmente nell’autunno meteorologico, le temperature si sono mantenute ben oltre la norma sulla Groenlandia. Ad inizio settembre le temperature sono state fino a 15 gradi oltre i valori normali del periodo, specie sei settori centrali e nelle regioni più elevate dei ghiacciai.

La fusione dei ghiacci viene favorita, non solo dal caldo, ma anche dalla minor riflettività del ghiaccio: misurata con il parametro dell’albedo. Se sulla superficie della calotta si depositano particelle derivanti ad esempio dal fumo degli incendi, il ghiaccio ha una minore capacità di riflettere la luce (radiazione) solare, che si traduce in un maggior rischio di fusione. Ma i fenomeni che contribuiscono al processo di fusione sono molti.

Bilancio di massa di una calotta glaciale: cos’è e come si calcola

La calotta di ghiaccio che ricopre la Groenlandia è di primario interesse per gli scienziati che studiano gli effetti della crisi climatica. Secondo gli studiosi la fusione dei ghiacci che ricoprono la Groenlandia, e il conseguente innalzamento del livello dei mari, non si fermeranno nemmeno se riuscissimo a interrompere le emissioni derivanti dalla combustione di combustibili fossili. Il processo è ormai avviato, e sebbene ridurre le nostre emissioni faccia la differenza sulla portata di queste conseguenze, non potremo impedire che avvenga. Cambierà solo l’entità. Al momento viaggiamo verso un aumento del livello dei mari di +27 centimetri, che arrivano dalla fusione dei soli ghiacci della Groenlandia.

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