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Dall’ONU una piattaforma globale per monitorare i gas serra: sarà fondamentale nella lotta alla crisi climatica

Il Consiglio esecutivo dell’Organizzazione meteorologica mondiale, agenzia specializzata dell’ONU, ha approvato i piani per una nuova infrastruttura globale di monitoraggio dei gas serra nell’atmosfera. Si tratta di un passo avanti fondamentale per monitorare la situazione dell’atmosfera e comprendere a fondo i cambiamenti climatici, con lo scopo di contrastarli con azioni più mirate ed efficaci.

Come sottolinea la risoluzione adottata dal Consiglio, il monitoraggio dei gas serra ha una sempre maggiore importanza sociale per il «miglioramento della nostra comprensione scientifica del Sistema Terra e l’urgente necessità di rafforzare la base scientifica delle azioni di mitigazione intraprese dalle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul clima Change (UNFCCC) e l’accordo di Parigi».

Per dare vita alla nuova piattaforma globale – la Global Greenhouse Gas Monitoring Infrastructure – l’Organizzazione meteorologica mondiale coordinerà gli sforzi all’interno di un quadro internazionale collaborativo, sfruttando tutte le capacità e le conoscenze già esistenti per il monitoraggio dei gas serra: molte attività internazionali e nazionali se ne stanno già occupando, infatti, ma al momento non esiste uno scambio completo e tempestivo a livello globale.

«Sappiamo dalle nostre misurazioni che le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera sono a livelli record», ha avvertito il segretario generale dell’Organizzazione, il professor Petteri Taalas. «L’aumento dei livelli di CO2 dal 2020 al 2021 è stato superiore al tasso di crescita medio nell’ultimo decennio e il metano ha registrato il più grande balzo su base annua dall’inizio delle misurazioni».
«Ma ci sono ancora incertezze, soprattutto per quanto riguarda il ruolo nel ciclo del carbonio dell’oceano, della biosfera terrestre e delle aree di permafrost».

Secondo gli scienziati, monitorare i gas climalteranti attraverso un’infrastruttura globale permetterà di conoscere in modo più approfondito il ruolo delle fonti naturali e dei cosiddetti pozzi, ovvero dei sistemi che assorbono i gas serra, analizzandone il funzionamento attuale e facendoci un’idea più chiara di come cambieranno con temperature più elevate. «Questo fornirà informazioni vitali e supporto per l’attuazione dell’accordo di Parigi», ha detto Taalas.

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