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Clima, la Cop26 è la nostra “ultima speranza”: l’ultimatum del presidente designato Sharma

La grande sfida mondiale sul clima si sta decidendo ora e la Cop26, in programma a Glasgow nel prossimo novembre, è la nostra “ultima speranza”.
Le parole del presidente designato della Conferenza mondiale dell’Onu sul clima Alok Sharma dal parco eolico scozzese Whitelee Windfarm, suonano come un ultimatum a soli sei mesi dal’appuntamento.

Secondo Sharma “abbiamo l’enorme responsabilità di proteggere la Terra da una crisi creata da noi stessi. I gas serra che abbiamo immesso nell’atmosfera a partire dalla rivoluzione industriale stanno alterando il prezioso equilibrio della natura. Le temperature globali stanno aumentando, il 2020 è stato l’anno più caldo mai registrato. Negli ultimi trent’anni il mondo ha perso fino alla metà delle sue barriere coralline. Sono in aumento eventi meteo estremi, inondazioni costiere e incendi senza precedenti”.

Se non agiamo ora, prosegue Sharma, questi effetti diventeranno più frequenti e violenti e assisteremo a una catastrofe globale di dimensioni inimmaginabili. Le generazioni future, giustamente, ci riterranno responsabili.

La crisi pandemica deve essere l’occasione per “reinventare le nostre economie”

Dobbiamo quindi dimostrare la stessa urgenza nell’affrontare il cambiamento climatico che stiamo dimostrando nella lotta al Coronavirus.

“Glasgow deve essere la Cop che consegna il carbone alla storia. Stiamo lavorando direttamente con i governi – ha aggiunto – e attraverso le organizzazioni internazionali per porre fine al finanziamento internazionale del carbone. Questa è una priorità personale. E per esortare i Paesi ad abbandonare l’energia a carbone, il G7 dovrà dare l’esempio. avoreremo con i paesi in via di sviluppo per sostenere la loro transizione verso l’energia pulita”.

La Cop 26- secondo Sharma- è la nostra ultima speranza per mantenere fede agli impegni presi con l’Accordo di Parigi nel 2015. In questi anni il mondo non ha fatto abbastanza: l’obiettivo di limitare l’aumento delle temperature globali a 1,5 gradi è fondamentale e ogni frazione di grado fa la differenza. Un aumento delle temperature di 2 gradi avrebbe effetti catastrofici con centinaia di milioni di persone coinvolte.

Per mantenere l’obiettivo degli 1,5 gradi a portata di mano dobbiamo dimezzare le emissioni globali entro il 2030 e questo decennio è decisivo. Un aiuto importante ci può arrivare anche dalla enorme crisi pandemica perché può essere l’occasione per utilizzare la ripresa per reinventare le nostre economie. La COP26 deve essere l’occasione in cui ogni Paese, e con esso ogni settore della società, si assume le proprie responsabilità, per proteggere il nostro prezioso pianeta.

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