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Smog soffoca le città di Torino e Milano: nel 2022 circa 3 mesi di PM10 oltre il limite

L’inquinamento atmosferico, lo smog, è ancora troppo elevato nelle città d’Italia: a respirare l’aria peggiore nel 2022 sono state Torino, Milano, Modena, Asti, Padova e Venezia, città che hanno registrato più del doppio degli sforamenti consentiti del limite giornaliero di PM10. Questi i risultati del rapporto “Mal’Aria di Città 2023” realizzato da Legambiente sulla base dei dati dello scorso anno.

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La situazione delle città italiane è ancora critica e necessita di un intervento urgente per abbassare i valori giornalieri e medi di PM10, PM2.5 e biossido di azoto. Il 1 gennaio del 2030 entreranno in vigore nuovi limiti più stringenti che oggi farebbero diventare fuorilegge gran parte delle città del nostro Paese. Le città più lontane dall’obiettivo rispetto ai valori di PM10 sono Torino e Milano, Cremona, Andria  e Alessandria, che dovranno ridurre le concentrazioni di oltre il 40% nei prossimi anni per non incorrere in procedure di infrazione. Per il PM2.5 sono lontanissime Monza, Milano, Cremona, Padova e Vicenza, Bergamo, Piacenza, Alessandria, Torino, Como, Brescia, Asti e Mantova, che dovranno più che dimezzare le concentrazioni attuali. Per l’NO2 le città più indietro sono ancora Milano e Torino, seguite da Palermo, Como, Catania, Roma, Monza, Genova Trento e Bolzano, che dovranno ridurre di oltre un terzo le attuali concentrazioni.

Aria irrespirabile per circa 3 mesi a Milano e Torino: smog oltre il limite per 98 e 84 giorni nel 2022

La normativa prevede un massimo di 35 superamenti l’anno della soglia media di PM10, fissata a 50 microgrammi/metro cubo (µg/m3). Con gli ultimi interventi sulla Direttiva europea dell’autunno del 2022 però, è stato deciso a partire dal 2030 di abbassare tali i limiti, poiché l’inquinamento atmosferico è molto dannoso per la nostra salute e per l’ambiente. Per questo motivo dobbiamo intervenire con urgenza per migliorare la qualità dell’aria soprattutto nei centri urbani più inquinati.

Nel rapporto di Legambiente emerge che sulle 95 città prese in esame, e di cui si hanno dati, 29 hanno superato il limite di giorni con PM10 oltre la soglia. La città di Torino è in assoluto la peggiore, soffocata per ben 98 giorni da valori di smog oltre il limite tollerabile per la salute umana. Segue Milano con 84 giorni, poi Asti (79 giorni), Modena (75), Padova e Venezia (70).

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Dal 1 gennaio 2030 limiti più stringenti, ma per molte città servirebbero 10 anni in più

In queste città il limite annuo di 35 superamenti è stato praticamente doppiato, anche se la media del PM10 annuo non ha superato il limite previsto dalla normativa vigente, dato che conferma la tendenza positiva degli ultimi anni.

Se guardiamo però alla direttiva che entrerà in vigore il 1 gennaio 2030, e quindi applichiamo il limite di PM10 medio massimo tollerabile – che prevede una concentrazione media annuale ammissibile di 20µg/mc, invece che di 40 µg/mc -, il numero di città italiane “fuorilegge” salirebbe a 72 su 95, ossia il 76%.

E questo varrebbe anche per il PM2.5, ancora più pericoloso: se applicassimo oggi il limite previsto per il 2030, avremmo 71 città fuorilegge, di cui Monza (25 µg/mc), Milano, Cremona, Padova e Vicenza (23 µg/mc), Alessandria, Bergamo, Piacenza e Torino (22 µg/mc), Como (21 µg/mc) avrebbero doppiato il nuovo valore di legge (10 µg/mc contro i 25 µg/mc).

In prospettiva, anche il livello medio di biossido di Azoto, il cui limite scenderà a 20 µg/mc nel 2030, avrebbe reso fuorilegge 57 città d’Italia, e ancora una volta avrebbe visto Milano (38 µg/mc), Torino (37 µg/mc), Palermo e Como (35 µg/mc), Catania (34 µg/mc) ai primi posti.

Secondo Legambiente le città più lontane dagli obiettivi ci metteranno molto e troppo tempo: “stando alle tendenze di riduzione registrate negli ultimi 10 anni, potrebbero impiegare mediamente altri 17 anni per
raggiungerlo. Il 2040 anziché il 2030. E città come Modena, Treviso e Vercelli potrebbero metterci oltre 30 anni!”

Per questo motivo Legambiente spera in un cambio di passo delle amministrazioni e suggerisce intervento per facilitare la riduzione dell’inquinamento dell’aria, come l’introduzione di zone a zero emissioni al posto delle ZTL, le città a 30 km all’ora, il potenziamento del trasporto pubblico, l’elettrificazione degli autobus e la sharing mobility.

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