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Rinnovabili, l’Italia fa passi in avanti: in Sicilia la più grande fabbrica di pannelli solari d’Europa

In Italia, nella “Etna Valley” della Sicilia avremo la più grande fabbrica europea di pannelli solari: un investimento per il futuro dell’energia che punta a competere con la Cina, Paese che ancora oggi ha il monopolio sulle rinnovabili.

Passi in avanti sulle rinnovabili in Italia: la più grande fabbrica di pannelli solari d’Europa sarà in Sicilia

La fabbrica “3Sun gigafactory” di Enel, in ampliamento, quando verrà completata, nel 2024, riuscirà a produrre 3 Gw di pannelli solari l’anno, passando dai 200 Mw attuali. Non sarà aumentata solo la capacità produttiva, ma anche l’efficienza stessa dei pannelli, con l’obiettivo di renderli del 30% più prestazionali.

L’investimento è stimato in circa 600 milioni di euro, ed è stato possibile grazie al progetto TANGO (da iTaliAN Giga factOry), rientrato tra le 7 iniziative selezionate dalla Commissione Europea nell’ambito del primo bando dell’Innovation Fund dedicato ai grandi progetti, aggiudicandosi il finanziamento per un importo massimo di 118 milioni di euro.

Record delle rinnovabili in Europa: nel 2022 solare ed eolico hanno superato il gas per la prima volta

Oltre a questo finanziamento il progetto potrebbe godere di altri 80 milioni di euro dal bando per l’accesso ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza relativi a “Rinnovabili e batterie” con Contratto di Sviluppo gestito dall’attuale Ministero delle Imprese e Made in Italy.

Già dal prossimo anno, dunque, la Etna Valley potrebbe diventare il cuore del mercato europeo del solare, sfidando così il know-how della Cina. Insieme ai benefici di questo progetto c’è anche la creazione di tanti nuovi posti di lavoro nella provincia di Catania e non solo.

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Crediti: 3Sun Gigafactory

Tra i benefici legati al progetto ci sono quelli occupazionali, con la creazione di nuovi posti di lavoro. Sono previste infatti nuove assunzioni per 550 diplomati che andranno a ricoprire posizioni tecnico-operative, che andranno ad aggiungere ai 50 laureati assunti nel 2022 e ai 100 laureati per cui è già partito il processo di selezione.

La squadra potrebbe arrivare un domani a contare circa 900 persone, ma si prevede che il numero di posti di lavoro aumenti anche indirettamente nelle aziende a monte e a valle della 3Sun gigafactory, complessivamente con altri 1000 posti di lavoro entro il 2024.

“Le stime sulla crescita delle rinnovabili per i prossimi anni affermano chiaramente che per l’Italia e l’Europa è strategico investire per dare vita a una filiera produttiva interna, coniugando le esigenze di sicurezza e indipendenza energetica con quelle dell’economia, del lavoro e dell’ambiente”, ha detto l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel, Francesco Starace“Con 3Sun dimostriamo nei fatti che produrre in Italia, e quindi in Europa, pannelli fotovoltaici di ultima generazione in grado di competere sui mercati internazionali grazie a tecnologia innovativa è possibile. È da iniziative come questa che cresce il futuro dell’energia”.

“Il significato politico forte di questo investimento è la sua funzione di affrancamento del nostro Paese dall’estero, e segnatamente dalla Cina, anche sul fronte della produzione di impianti per l’energia rinnovabile”, ha commentato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin“Una indipendenza che passa per la qualità e per l’innovazione, per la capacità di produrre elementi migliori, più performanti, più durevoli, più facili da smaltire e da riciclare. Come in molti altri settori, l’Italia non vince perché produce molto e a buon mercato, ma perché produce il meglio nel mondo. E il meglio ha il mercato migliore. La produzione della Gigafactory incrocia inoltre gli impegni del Governo che punta a incrementare in maniera decisa l’installazione di rinnovabili e portarla ad almeno 8-10 GW annui, necessari per raggiungere i target di decarbonizzazione a cui l’Italia si è impegnata in sede europea e internazionale. Si tratta di una ricerca di avanguardia che rappresenta l’essenziale motore tecnologico per un Paese che ha deciso di essere l’hub energetico dell’Europa”.

Sicuramente si tratta di un progetto ambizioso e importante nel processo di transizione energetica europeo e italiano. Ma ad oggi, nonostante i passi in avanti fatti, l’Italia è ancora lontana dall’essere pienamente investita in ambito energetico e climatico. L’Italia raggiunge una quota effettiva di spesa per il clima solo del 13% a fronte del dichiarato 40% di fondi dedicati alla transizione energetica. Le misure del PNRR non sono sufficienti neanche per raggiungere i vecchi obiettivi climatici al 2030, fissati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) nel 2019. A confermarlo è il report di Comunicazione nazionale sulle emissioni del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica su dati ISPRA pubblicato alla fine del 2022.

Servono investimenti non solo nell’industria del solare, ma anche nell’eolico, nell’idrogeno, nel processo di efficientamento energetico di edifici ed imprese pubbliche e private, nei sistemi di accumulo (batterie), nella mobilità elettrica, nel riciclo dei materiali utili e nelle reti. Si tratta di una trasformazione vera e propria che deve essere fatta ad ogni livello.

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