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La Banca d’Italia conferma: i cambiamenti climatici sono una seria minaccia per la nostra economia

Tra le grandi difficoltà che sta affrontando l’economia italiana ci sono anche i cambiamenti climatici, che rischiano di infliggere duri colpi soprattutto nei prossimi anni.

Stavolta a dare l’allarme non sono scienziati e attivisti, che da decenni cercano di far sentire le proprie voci e avvertirci dei rischi a cui andiamo incontro. Questa volta il monito arriva dalla Banca d’Italia, e chissà che non riesca a smuovere in modo più efficace coscienze e paure.

L’istituto ha infatti portato avanti un progetto di ricerca per far luce proprio sugli effetti dei cambiamenti climatici sull’economia del Belpaese. Il progetto, spiega Bankitalia, si compone di 17 lavori di ricerca che misurano l’impatto delle variazioni climatiche sulle attività economiche e analizzano alcune delle politiche per l’adattamento e la mitigazione, tra cui le semplificazioni del regime autorizzativo per gli investimenti in rinnovabili, le misure volte a correggere alcune imperfezioni informative nei mercati assicurativi e gli schemi di carbon pricing.

Il progetto di ricerca, a cura di Matteo Alpino, Luca Citino, Guido de Blasio e Federica Zeni, conferma che l’aumento delle temperature rischia di rallentare la crescita dell’economia italiana nei prossimi decenni: si prevede che le conseguenze della crisi climatica si facciano sentire in tutti i settori, ma quelli colpiti in modo più duro saranno l’agricoltura e il turismo.

Gli studi condotti evidenziano che i cambiamenti climatici hanno importanti conseguenze negative sull’attività economica, diffuse tra i settori ma maggiori in quelli più esposti.
Gli studi suggeriscono inoltre che appropriate politiche di mitigazione e adattamento possono limitare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici.

Banca d’Italia

Gli impatti dei cambiamenti climatici sull’economia italiana

Gli esperti hanno analizzato gli effetti legati alla crisi climatica che influenzeranno la nostra economia nei prossimi anni.

Tra questi ci sono i fenomeni meteo estremi: le imprese che si trovano in aree più soggette a frane e alluvioni, per esempio, hanno maggiori probabilità di fallire rispetto a quelle che si trovano in zone più sicure.
Anche le prestazioni di studenti e lavoratori sono influenzate da fattori come temperature elevate e inquinamento, perché alterano la concentrazione e la prontezza mentale: sono state registrate prestazioni peggiori per gli esami sostenuti in giornate calde, e più incidenti sul lavoro segnalati quando la qualità dell’aria era scarsa.

Come cambierà il clima

Se nel corso del secolo la temperatura media globale aumenterà di 1,5°C rispetto all’era preindustriale – come previsto dall’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi che purtroppo ormai sembra sempre più difficile da raggiungere – vivremo ondate di calore sempre più intense e numerose, stagioni calde più lunghe e stagioni fredde più brevi. Se l’aumento della temperatura media globale fosse di 2 gradi gli estremi di calore raggiungerebbero soglie di tolleranza critiche per lo svolgimento di diverse attività umane.
Oltre al riscaldamento globale i cambiamenti climatici includono variazioni nei possibili valori dell’umidità, della forza dei venti, della frequenza e intensità delle precipitazioni, sia nelle aree costiere sia negli oceani. In alcune regioni vi saranno piogge più intense e inondazioni; in altre fenomeni di siccità. Si avrà un aumento del livello del mare, con conseguenti inondazioni ed erosioni delle coste. Si intensificherà la fusione del permafrost, dei ghiacciai e della calotta polare. Negli oceani, il riscaldamento, l’acidificazione e la riduzione dei livelli di ossigeno
condizioneranno gli ecosistemi marini.

In Italia la temperatura sta aumentando più rapidamente rispetto alla media globale: secondo molti modelli climatici probabilmente supereremo di 2 gradi la temperatura media del periodo 1981-2010 prima del 2050, e gli scenari più sfavorevoli mostrano un riscaldamento molto più intenso. Nel nostro paese le conseguenze principali consisteranno – oltre all’aumento del caldo – in una diminuzione delle precipitazioni, grave soprattutto nelle regioni del Centro-Sud, che tuttavia risulteranno allo stesso tempo più intense. In generale, si prevede un aumento dei fenomeni estremi, dalla siccità alle alluvioni.

L’analisi della Banca d’Italia è disponibile a questo link.

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