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Ghiacciai alpini, il 2022 è stato il peggior anno mai osservato: i dati

I ghiacciai alpini, nello specifico quelli della Val d’Aosta, nel 2022 hanno vissuto il peggior anno mai osservato secondo le stime del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA). Oltre alla perdita di massa glaciale e all’arretramento delle fronti, prosegue la frammentazione degli apparati e l’emersione di isole rocciose che renderanno ancora più difficile le dinamiche di fusione future.

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Le condizioni meteo-climatiche eccezionali del 2022, caratterizzate da un inverno privo di precipitazioni rilevanti e da un periodo di ablazione (vale a dire la perdita di massa di ghiaccio) particolarmente intenso e prolungato, hanno avuto un impatto importante sullo stato dei ghiacciai che a fine estate si sono presentati in grande sofferenza.

Ghiacciai: Timorion (Valsavarenche – Valle d’Aosta)

Secondo le attività di monitoraggio del bilancio di massa per l’anno 2022 condotte da ARPA Valle d’Aosta, le misure del Ghiacciaio di Timorion hanno mostrato un manto con spessori variabili fra 80 e 300 cm della zona di accumulo (3.350 m s.l.m. di quota media) e fra 40-230 cm delle quote inferiori, in un settore con quota media 3.250 m s.l.m. La densità media, rilevata in due punti considerati significativi del comportamento degli accumuli in ampie zone del ghiacciaio, risulta essere pari a 347 kg/mc e determina un accumulo specifico di poco superiore a 469 mm di equivalente di acqua. Tale valore risulta essere il più basso degli ultimi 22 anni: segue solo il 2008, anno in cui erano stati registrati accumuli nevosi corrispondenti a 389 mm. Gli accumuli dello scorso inverno risultano dimezzati rispetto alla media dell’ultimo periodo.

La stima dell’ablazione – ossia la perdita di massa di ghiaccio -, è stata realizzata attraverso il confronto della superficie del ghiacciaio a fine stagione (per gli anni 2021 e 2022). L’ablazione specifica della sola componente glaciale raggiunge il valore di 4.191 mm che, sommati alla perdita di massa legata alla completa fusione del manto nevoso invernale, si traduce in un bilancio di massa annuo pari a -4.660 mm W. eq (equivalente di acqua).

Si tratta del dato più allarmante di tutta la serie storica e che ben rappresenta lo stato di grande sofferenza dei ghiacciai posti alle quote intermedie che, rispetto ai ghiacciai posti più in alto, non sono dotati di bacini di accumulo in grado di raccogliere masse nevose che a quote più elevate resistono, almeno in parte, alle torride temperature estive. Per finire, le variazioni frontali vedono un arretramento della lingua di sinistra di circa 21 m e di 14 m sulla fronte di destra.

Ghiacciaio del Rutor (La Thuile – Valle d’Aosta)

Questo ghiacciaio, essendo posizionato al confine e in prossimità con la Francia, rispetto a quelli posizionati nelle zone interne della regione ha beneficiato di più delle perturbazioni atlantiche che attraversano le pianure francesi per arrivare fino alle creste di confine con l’Italia. Dunque gli accumuli misurati risultato essere più elevati. L’accumulo medio è calcolato pari a 224 cm (con minimi di 45-60 cm alla fronte destra e massimi di 370-380 cm nella zona sommitale). La densità media del manto è pari a 486 kg/mc. L’accumulo specifico è quindi pari a 1077 mm di equivalente d’acqua, valore che colloca l’inverno 2022 al sesto posto per scarsità di massa nel periodo di monitoraggio (18 anni).

Per la stima dell’ablazione si è applicato il metodo geodetico basato sulla differenza di modelli digitali della superficie (DSM). I tassi di perdita di massa di ghiaccio rappresentano i record dell’intero periodo di monitoraggio, con picchi di oltre 9 metri nelle zone frontali destra e intermedia; anche su tutto il plateau sommitale si sono registrati abbassamenti di oltre 3-3,5 m. A fine luglio era già stata raggiunta l’ablazione dell’intera stagione 2020-2021.

Nel complesso, il valore di ablazione specifica (mm di equivalente d’acqua) raggiunge i 3.867 mm che, sommati alla perdita di massa legata alla completa fusione del manto nevoso depositatosi nel corso dell’inverno, conduce ad un bilancio di massa annuo -4.946 mm W. eq (mm di equivalente d’acqua). Gli arretramenti frontali medi registrati per il periodo si attestano attorno ai 31-40 m per l’effluenza di destra e rispettivamente ai 27 e 26 m per le effluenze sinistra e centrale.

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