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Energia, la Sardegna punta sulla elettrificazione verde per dire addio al gas

La politica internazionale che oggi sta correndo ai ripari per abbandonare il gas, ad iniziare da quello importato dalla Russia, dovrà trovare una alternativa rinnovabile per rispettare gli impegni climatici. La Sardegna, grazie alla sua particolare situazione demografica e geografica, e ad un progetto di energia verde, potrà essere una delle prime regioni italiane ad abbandonare il gas, e approfittare appieno dell’energia rinnovabile di cui dispone.

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Elettrificazione verde della Sardegna, il progetto che punta sulle rinnovabili

Oggi l’Italia produce tra i 18.000 e i 20.000 GWh di elettricità dall’eolico, quasi 25.000 GWh dal fotovoltaico, 48.000 GWh dall’idroelettrico e 6.000 GWh da impianti geotermici1. Ma per rispettare gli obiettivi climatici e per raggiungere l’indipendenza energetica bisognerebbe aumentare il numero di impianti rinnovabili, che complessivamente nel 2020 hanno prodotto quasi 100 mila GWh di elettricità, dei circa 280 mila GWh totali prodotti in Italia.

Rispetto alla condizione nazionale, il processo di transizione energetica potrebbe risultare più “semplice” in Sardegna, dove gli impianti fotovoltaici ed eolici oggi coprono rispettivamente “solo” il 7 e 15 per cento della quota.

Il progetto “Elettrificazione verde della Sardegna” punta infatti a decarbonizzare l’isola attraverso l’uso di energia rinnovabile: si tratta di un piano che contribuisce alla transizione energetica e alla diffusione dell’elettrificazione dei consumi promosso da Enel e dall’Università degli Studi Roma Tre.

Grazie alle sue particolari caratteristiche (penetrazione marginale del gas, bassa densità di popolazione e servizi locali) la Sardegna si presta alla cosiddetta “generazione distribuita“, ossia alla creazione di una rete multidirezionale di piccoli impianti rinnovabili, in cui ogni nucleo consuma e produce energia.

Con questo piano, entro il 2030 la Sardegna potrebbe essere completamente green, con benefici che a cascata ricadrebbero sull’ambiente, sulla società, sul turismo e sull’economia dell’isola. Il progetto prevede una maggiore diffusione di impianti a pompa di calore per il riscaldamento domestico e piastre a induzione, per poi puntare sulla mobilità elettrica, sia pubblica che privata.

I vantaggi di questa rivoluzione si tradurrebbero non solo in un risparmio delle emissioni di CO2, ma anche in bollette più leggere, in un miglioramento della qualità della vita e delle condizioni lavorative. Secondo una stima di Enel, inoltre, questa Elettrificazione verde della Sardegna creerà dai 10 ai 15 mila nuovi posti di lavoro, ed investimenti nell’ordine di 15 miliardi.

La sostituzione delle fonti fossili con quelle rinnovabili e l’elettrificazione dei consumi sono due leve strategiche della transizione energetica. Grazie alle sue particolari caratteristiche – spiega  Nicola Lanzetta, Direttore Italia Enel – la Sardegna può accelerare su questo percorso di sviluppo e raggiungere in anticipo un modello di produzione e consumo energetico più sostenibile, generando ricadute positive per ambiente, economia, occupazione e territorio

Il piano è in linea con l’Agenda 2030 dell’ONU, che punta al raggiungimento di 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), e in questo caso in particolare l’SDG 7, che punta ad assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni, in linea con gli impegni sul cambiamento climatico previsti dall’Accordo di Parigi del 2015.

Il progetto di elettrificazione verde della Sardegna – ha annunciato Valeria Termini, docente di Economia politica all’Università degli Studi Roma Tre e membro dell’High-level Dialogue on Energy – è stato inserito tra i Multi-Stakeholders Energy Compact delle Nazioni Unite come modello di crescita per promuovere l’accesso all’energia pulita, cardine dell’SDG 7. È l’occasione per la Sardegna e per l’Italia di contribuire all’obiettivo globale di decarbonizzazione con un esempio concreto, che utilizza fonti naturali di energia disponibili localmente, nonché di offrire un modello di riferimento per lo sviluppo indipendente dei Paesi più vulnerabili, quelli in cui ben 759 milioni di persone vivono ancora drammaticamente prive di elettricità”.

Energia in Sardegna, la situazione oggi

Un progetto, quello della Elettrificazione verde della Sardegna, che però si scontra con la condizione attuale, purtroppo parallelamente opposta. Ad oggi infatti la Sardegna genera (generazione lorda) il 19% della sua energia da fonti rinnovabili non programmabili (solare ed eolico), il 4% arriva da geotermico e bioenergie, il 3% dall’idroelettrico e il 73% da termoelettrico convenzionale4. Inoltre c’è la volontà di Italgas di investire circa 300 milioni di euro per portare il gas in Sardegna tra il 2021 e il 2027.

Le importazioni di petrolio greggio e gas naturale nel 2020 in Sardegna hanno raggiunto un valore di oltre 3 miliardi, per la maggior parte provenienti dall’Asia e dall’Africa. Ricordiamo, inoltre che gli abitanti sardi usano principalmente le bombole di gas per uso domestico (78%), dato che pochi sono allacciati alla rete3.

Ma c’è un forte movimento che fa pressione alla politica per rinunciare alle fonti fossili di energia, per abbracciare le rinnovabili.  A metà febbraio 44 sigle, tra associazioni, comitati e movimenti, sono scese in piazza in diverse parti d’Italia per dire basta “all’insensata corsa al gas e alle bufale fossili e nucleari“, evento in cui è stato anche presentato un manifesto comune lanciato dalla Sardegna. La regione del Sulcis, nel sud-ovest della Sardegna, infatti potrebbe ospitare una mega nave gasiera da oltre 200 metri lineari e con una capienza da 110mila mq di Gnl, inserita tra le infrastrutture strategiche per il phase-out dell’Isola al 2025 per lo stoccaggio del gas naturale liquefatto da rigassificare mettendolo a disposizione delle attività civili e industriali2.

Rinnovabili: il potenziale della Sardegna in termini di energia solare, eolica e geotermica

Per una regione come la Sardegna dovrebbe essere logico sfruttare le energie rinnovabili, dato che è una delle regioni con più potenziale d’Italia.

La Sardegna è infatti una delle regioni d’Italia con più radiazione solare cumulata dopo la Sicilia, con una media annuale nel 2021 di 1600-1700 kWh/m2. A febbraio 2022 secondo la stima dell’irradianza al suolo di RSE la Sardegna ha prodotto dai 2,2 ai 3,2 kWh/m2, media superata solo dalla Sicilia meridionale.

Energia cumulata nel corso del 2021. Fonte RSE

Ma la Sardegna riceve anche tanto vento. Secondo le stime RSE l’isola ha una producibilità di energia a 25 metri sul livello del mare di circa 1000-2000 MWh/MW sulle zone interne, 2000-2500 MWh/MW e un vento medio di 5-7 metri al secondo (18-25 km/h) lungo la coste occidentale, e fino a 8 m/s (28 km/h) a Santa Teresa di Gallura, sull’arcipelago di La Maddalena e sull’isola di Sant’Antioco. La producibilità aumenta – ovviamente – se ci spostiamo in mare aperto, con 2500-3000 MWh/MW lungo i settori centro-settentrionali, e raggiunge il picco a sud-ovest dell’isola (3500-4000 MWh/MW), oppure se saliamo di quota.

A 50 metri s.l.m. la velocità media del vento va dai 5 ai 7 m/s, con picchi fino a 8 lungo le coste e a 9 m/s a Santa Teresa di Gallura e sull’isola di Sant’Antioco. Off-shore la velocità del vento a 50 metri si aggira intorno ai 6-8 m/s, con picchi superiori (8-9 m/s) al largo della costa sud-occidentale. La producibilità di energia eolica quindi aumenta, con 2000-2500 MWh/MW nelle zone interne, 2000-3000 MWh/MW lungo le coste e nelle zone interne più esposte ai venti, con picchi fino a 3500 MWh/MW a nord e a sud. Off-shore, il vento medio potrebbe generare dai 2500 ai 4000 MWh/MW.

Producibilità eolica a 25 m s.l.m. e impianti eolici. Fonte RSE

Infine, la Sardegna è anche una delle regioni con più fluidi geotermici nel sottosuolo (oltre il 60% della regione), insieme a Toscana e Lazio. “Ad oggi però in Sardegna “si può parlare solo di risorse probabili e possibili. Tali risorse devono essere accertate e valutate attraverso indagini dirette che consenta di poter trasformale in riserve accertate suscettibili di una loro valorizzazione industriale, e che consenta di superare un lasso di tempo di circa 50 anni di totale immobilismo in tale settore, tenendo conto che le altre ricerche operative e gli ultimi
sondaggi realizzati in Sardegna per la ricerca di fluidi geotermici, realizzati nell’area di Casteldoria, risalgono al 1962″5 6.

  1. IEA: Renewable electricity generation by source (non-combustible), Italy 1990-2020
  2. ANSA Energia: manifesto contro gas “meglio le rinnovabili”
  3. ISTAT Modalità di fornitura del gas
  4. ARERA Generazione lorda per fonte e zona di mercato nel 2020
  5. Regione Sardegna – Piano energetico ambientale regionale.
  6. Unione Geotermica Italiana
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