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Emilia Romagna ancora in emergenza, allagamenti anche in Piemonte e nelle Isole

Mentre migliaia di persone sono ancora al lavoro per spalare il fango in Emilia Romagna, negli ultimi giorni piogge abbondanti hanno colpito anche il Piemonte, la Sardegna e la Sicilia provocando danni e allagamenti

Dopo la drammatica alluvione della scorsa settimana, che ha ucciso 14 persone, l’Emilia Romagna è ancora in una situazione di emergenza. 
In queste ore l’acqua si sta lentamente ritirando, anche se diverse zone risultano ancora allagate, lasciando alle sue spalle una scia di fango e detriti che continua a paralizzare molte località: sono ancora 26 mila le persone sfollate.

Anche per la giornata di oggi, lunedì 22 maggio, la Protezione Civile dell’Emilia Romagna ha confermato che l’allerta resta massima: nonostante la tregua dalle piogge più intense, è codice rosso sulle province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, per il rischio di piene e di nuove frane su un territorio devastato e fragilissimo.
«Nelle zone montane-collinari centro-orientali della regione permangono condizioni di vulnerabilità – avverte la Protezione Civile – con possibilità di frane nei versanti idrogeologicamente più fragili. In particolare nelle aree collinari della Romagna e dell’Appennino bolognese, persistono condizioni favorevoli allo sviluppo e all’evoluzione di frane già attivatesi nei giorni scorsi». Sul Bolognese e sulla Romagna, sottolineano le autorità, l’allerta rossa è legata «alle gravi criticità idrogeologiche e idrauliche già presenti sul territorio e originate dagli eventi dei giorni scorsi».

Miliardi di danni in Emilia Romagna, attiva la raccolta fondi di Regione e Protezione Civile

Mentre si spala per liberare strade ed edifici – con quasi 5 mila persone al lavoro -, inizia la conta dei danni. Che si profilano enormi: la stima al momento si aggira intorno ai 6 miliardi di euro, ma è ancora provvisoria.

La Giunta regionale ha deciso di avviare subito una raccolta fondi per sostenere le persone e le comunità colpite, attraverso un conto corrente intestato all’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile dell’Emilia-Romagna. Chiunque potrà versare un contributo utilizzando queste coordinate bancarie:

  • Iban: IT69G0200802435000104428964
  • Causale: “ALLUVIONE EMILIA-ROMAGNA”

Tra i settori colpiti più duramente c’è quello della produzione agricola: secondo un primo monitoraggio della Coldiretti Emilia Romagna l’alluvione ha colpito oltre 5 mila aziende agricole e allevamenti. Nell’intera filiera sarebbero almeno 50 mila i posti di lavoro a rischio secondo l’associazione, tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione.

Danni ed esondazioni in Piemonte, il Po in piena a Torino

Tra venerdì e il fine settimana piogge intense e insistenti hanno coinvolto anche altre regioni italiane. La più colpita è stata il Piemonte, dove durante la scorsa notte la piena del fiume Po ha attraversato Torino con una portata di mille metri cubi al secondo. Dal pomeriggio della domenica sono stati allagati i Murazzi, dove l’acqua ha invaso tutta la banchina. Nella mattinata di oggi, lunedì 22 maggio, il Po è tornato sotto il livello di guardia.

Esondazioni e danni si sono registrati nel cuneese, il settore più colpito con frane e strade e chiuse tra Roccavione e Robilante.

Secondo l’ultimo bollettino dell’Arpa Piemonte, in quattro giorni gli accumuli hanno fatto registrare valori compresi tra 200 e 270 millimetri, pari ad altrettanti litri al metro quadro, nelle zone più colpite dalla pioggia. Localmente, tuttavia, i valori massimi hanno perfino superato i 300 litri al metro quadro (303 a Camparient, in provincia di Biella, 318 a Barge, nel Cuneese).
Gli aggiornamenti meteo confermano per le prossime ore una situazione ben più tranquilla, ma l’allerta resta elevata soprattutto per il rischio di frane e smottamenti.

Criticità anche in Sardegna e in Sicilia

Sulle Isole maggiori la fase più critica del maltempo si è registrata tra la fine di venerdì e la giornata di sabato, con piogge abbondanti e venti intensi, con raffiche che hanno superato i 100 km orari.
In Sicilia è stata colpita soprattutto l’area orientale dell’isola, dal ragusano al messinese, con allagamenti e mareggiate, alberi caduti e disagi alla viabilità.

Anche in Sardegna i danni più gravi si registrano sulla costa est, e in particolare nella zona del Golfo di Orosei e nel suo entroterra.
Le precipitazioni abbondanti, che anche qui hanno fatto registrare picchi vicini ai 300 litri d’acqua al metro quadro, hanno provocato danni e allagamenti da Dorgali fino alle coste: un’ondata di fango ha travolto anche Cala Luna e Cala Sisine, due delle spiagge più belle e note dell’isola. Si temono perdite ingenti, soprattutto in un periodo così a ridosso della stagione estiva, ma le autorità riferiscono che sarà necessario attendere il ritiro delle acque per fare una stima affidabile.

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