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Alluvione in Val di Fassa, l’analisi degli esperti e le previsioni per le prossime ore

Venerdì 5 agosto forti temporali hanno colpito il Trentino Alto Adige, con precipitazioni eccezionalmente abbondanti che hanno provocato allagamenti, frane e anche delle alluvioni lampo in particolare in Val di Fassa. La situazione più critica è quella dei comuni di Mazzin e Sèn Jan di Fassa, in particolare nelle frazioni di Fontanazzo e Campestrin dove alcuni torrenti sono esondati e un’ondata di fango ha invaso le strade.


I dati registrati dalle stazioni di MeteoNetwork nella giornata di venerdì confermano accumuli di pioggia estremamente abbondanti sulle Dolomiti e soprattutto in Val di Fassa. A Monzon (frazione del comune di Pozza di Fassa) si è arrivati a registrare una punta di 123 millimetri in appena un’ora durante il nubifragio.

«Anche le immagini del satellite evidenziano lo sviluppo di focolai temporaleschi sulle Alpi con la tipica forma “V-shaped” dei temporali rigeneranti», spiega il meteorologo Simone Abelli di Meteo Expert. «Infatti, dopo l’innesco delle cellule temporalesche nel primo pomeriggio, le immagini mostrano una successiva stazionarietà dei fenomeni. In particolare, l’insistenza nella medesima zona del temporale in Val di Fassa viene confermata anche dalle immagini radar che evidenziano la fase più intensa delle precipitazioni soprattutto fra le ore 17 e le 20».

val di fassa alluvione

Moltissime persone sono state evacuate da alberghi e case. L’Ufficio Stampa della Giunta Provinciale ha fatto sapere sabato mattina che nella notte una quarantina di persone ha potuto rientrare, soprattutto nella zona di Pera di Fassa da cui erano stati evacuati per un masso instabile. In questa zona al momento sono circa cinque persone quelle per cui è stato ritenuto necessario l’allentamento da un’abitazione. A Vigo di Fassa una ventina di persone aspetta il via libera per rientrare in casa.

Il gruppo più numeroso di evacuati proviene dalla zona di Pozza di Fassa (sarebbero almeno 150 persone), in particolare da alcuni alberghi e case che sorgono dove si sono verificati cedimenti del terreno.

Sulla Val di Fassa la minaccia del maltempo anche nelle prossime ore

Per la giornata di sabato la Protezione Civile ha diramato l’allerta gialla per rischio temporali e per rischio idrogeologico sulla provincia autonoma di Bolzano e su quella di Trento. Al momento la situazione appare più tranquilla e dalle prime ore del mattino si sta lavorando per ripulire le zone alluvionate.

Le previsioni dei meteorologi

«Il rischio di forti precipitazioni nella zona della Val di Fassa permane per tutto il fine settimana», afferma il meteorologo Simone Abelli.
«Un possibile miglioramento si avrà con la nuova settimana quando l’instabilità si trasferirà più che altro al Centro-Sud, anche se in montagna non si può del tutto escludere lo sviluppo di qualche temporale pomeridiano, ma di portata inferiore rispetto al weekend»

«In generale l’innesco dell’instabilità al Nord è stato causato dall’indebolimento dell’alta pressione dovuto all’avvicinamento della coda di una perturbazione in transito sull’Europa continentale, la stessa perturbazione che in questo fine settimana rischia di provocare temporali localmente intensi in tutte le regioni settentrionali, con possibile grandine e violente raffiche di vento». A questo link è possibile consultare le previsioni a cura di Meteo Expert per tutti i comuni italiani.

Il ruolo del clima

Il clima di questa estate bollente ha probabilmente giocato un ruolo nell’alluvione che ha colpito la Val di Fassa, e rischia di accentuare anche l’intensità dei temporali previsti per le prossime ore.
I temporali, infatti, coinvolgono in questi giorni territori resi fragili dalla estrema siccità, con suoli secchi e aridi. Da settimane poi le temperature sono al di sopra delle medie stagionali quasi costantemente, e il calore aumenta l’energia a disposizione delle perturbazioni.

«Gli studi più accreditati – sottolinea Abelli – hanno evidenziato che la crisi climatica sta provocando ondate di caldo e siccità sempre più frequenti, intense e durature. Aumentano anche le temperature del Mediterraneo e dell’atmosfera sovrastante, e di conseguenza cresce anche l’energia a disposizione e il contenuto di umidità, che è il carburante dei fenomeni atmosferici».
Per questo, spiega il meteorologo, «possiamo supporre che una parte dell’evento accaduto in Val di Fassa possa essere attribuito al cambiamento climatico. Non dimentichiamoci anche della fragilità del territorio italiano, soggetto a frane, smottamenti e alluvioni più di ogni altro paese europeo».

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