Incendio nel Grand Canyon, chiuso il North Rim e distrutto lo storico Grand Canyon Lodge
Un vasto incendio, alimentato da condizioni meteo estreme, ha distrutto decine di edifici nel North Rim del Grand Canyon, compreso il celebre Grand Canyon Lodge.

Il Grand Canyon, uno dei simboli naturali più noti al mondo, è stato recentemente teatro di un devastante incendio che ha colpito il North Rim, la porzione settentrionale del celebre parco nazionale statunitense. Il rogo, denominato Dragon Bravo Fire, è stato innescato da un fulmine il 4 luglio e si è rapidamente esteso su una vasta area, distruggendo tra i 50 e gli 80 edifici, tra cui il famoso Grand Canyon Lodge, simbolo dell’accoglienza e dell’architettura storica del parco. Le fiamme, alimentate dal caldo estremo e dal vento, hanno costretto all’evacuazione immediata di personale e turisti.
Le cause e la diffusione dell’incendio al Grand Canyon
Il Dragon Bravo Fire è stato innescato da un fulmine venerdì 4 luglio e si è esteso rapidamente, favorito da una combinazione di vegetazione secca, ondate di calore e raffiche di vento che hanno raggiunto i 65 km/h. L’incendio ha coinvolto oltre 2.000 ettari di terreno e ha richiesto l’intervento di numerose squadre di vigili del fuoco.
Inizialmente le autorità del Parco Nazionale del Grand Canyon hanno ritenuto che l’incendio fosse gestibile. La strategia scelta quindi è stata quella del “fire containment”, ossia il contenimento dell’incendio entro un perimetro monitorato, pratica usata in contesti controllati per favorire il rinnovamento naturale del bosco. Ma nel giro di pochi giorni le condizioni meteo sono cambiate drasticamente: raffiche di vento fino a 65 km/h e temperature molto elevate hanno fatto perdere il controllo delle fiamme, trasformando l’incendio in un disastro. In totale, sono andati in fumo oltre 5.700 acri di foresta (più di 2.300 ettari). La rapidità delle fiamme ha così reso necessaria l’evacuazione completa della zona e la chiusura della stagione turistica sul versante nord del parco.
La distruzione del lodge, cuore pulsante della stagione turistica estiva sul versante nord del parco, ha suscitato un’ondata di critiche. La governatrice dell’Arizona, Katie Hobbs, ha chiesto un’indagine federale per chiarire se la scelta iniziale di non intervenire in modo più deciso abbia contribuito alla perdita della struttura. Anche il senatore democratico Ruben Gallego ha espresso perplessità, sollecitando una revisione delle politiche di gestione degli incendi nelle aree protette. Il National Park Service si è difeso, sostenendo che le condizioni iniziali non giustificavano un intervento più aggressivo e che il cambiamento repentino del meteo ha colto di sorpresa anche le squadre antincendio.
Oltre al lodge, l’incendio ha distrutto altre strutture essenziali, tra cui il centro visitatori, gli uffici del parco e l’impianto locale di trattamento delle acque. Proprio in quest’ultimo si è verificato un rilascio di gas cloro, che ha obbligato all’evacuazione totale del personale e all’interruzione temporanea dell’uso di ritardanti chimici aerei nell’area. Attualmente, il North Rim resterà chiuso per tutta la stagione turistica 2025.
Incendi in crescita in un clima sempre più estremo
La situazione nel Grand Canyon si inserisce in un contesto molto più ampio. Il 2025 si sta confermando un anno estremamente critico sul fronte degli incendi in Nordamerica. Oltre al Dragon Fire, la vicina Kaibab National Forest è stata colpita dal White Sage Fire, che ha già bruciato circa 49.000 acri, obbligando centinaia di persone all’evacuazione. In Colorado, anche il Black Canyon of the Gunnison National Park è stato temporaneamente chiuso per precauzione, dopo l’espansione di altri focolai innescati dallo stesso sistema temporalesco che ha colpito l’Arizona.
Intanto, il fumo proveniente dagli incendi canadesi – tra i più gravi mai registrati nel Paese – ha raggiunto vaste porzioni del Midwest statunitense, portando l’indice di qualità dell’aria a livelli pericolosi in città come Chicago, Minneapolis e St. Louis.
Il disastro provocato dall’incendio nel Grand Canyon riaccende il dibattito sulla gestione del fuoco nei parchi naturali e su come le strategie tradizionali, nate in un contesto climatico ormai superato, vadano urgentemente ripensate per adeguarsi a un clima sempre più estremo.
NOTE: questo articolo è stato generato con il supporto dell’intelligenza artificiale.
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