Disastro epocale nel Sud-est asiatico: Indonesia e Sri Lanka contano oltre 1.500 vittime

Le recenti inondazioni e frane in Indonesia, Sri Lanka, Thailandia e Malesia hanno causato oltre 1.500 morti e migliaia di sfollati, con Aceh e Sumatra tra le aree più devastate.

Le violente piogge torrenziali che da giorni colpiscono il Sud-Est asiatico hanno provocato alluvioni e frane catastrofiche in Indonesia, Sri Lanka, Thailandia e Malesia. Il bilancio complessivo supera le 1.500 vittime, con centinaia di dispersi e milioni di persone coinvolte tra feriti, evacuati e sfollati. In molte zone i fiumi in piena hanno travolto interi villaggi, distruggendo abitazioni, ponti e infrastrutture essenziali.

A flood mixed with mud struck Koto Kaciak, Maninjau, West Sumatra, Indonesia, again this afternoon. pic.twitter.com/NoKzWA2ZYS

— Weather Monitor (@WeatherMonitors) December 6, 2025

Indonesia, Aceh e Sumatra al centro dell’emergenza

L’Indonesia è la nazione più colpita da queste inondazioni estreme, in particolare l’isola di Sumatra e la provincia di Aceh, dove si registrano oltre 800 morti e centinaia di dispersi. Le frane hanno sepolto strade e villaggi, mentre il crollo di numerosi ponti ha isolato comunità interne, rendendo complessi i soccorsi via terra. L’esercito indonesiano è impegnato nell’allestimento di strutture provvisorie, nell’invio di aiuti umanitari lanciati dall’alto e nell’installazione di sistemi mobili di purificazione dell’acqua per garantire acqua potabile agli sfollati.

Sri Lanka, Thailandia e Malesia tra vittime, sfollati e rischio sanitario

In Sri Lanka il passaggio del ciclone tropicale Ditwah ha innescato alluvioni e frane che hanno causato centinaia di vittime e decine di migliaia di sfollati. Anche la Thailandia meridionale e la Malesia peninsulare sono alle prese con piogge estreme, villaggi sommersi e interruzioni dei servizi essenziali. Le autorità locali e le agenzie internazionali avvertono il rischio di crisi igienico-sanitarie legate alla mancanza di acqua potabile, alle difficoltà di accesso agli ospedali e alla distruzione delle reti di trasporto e comunicazione.