In ottobre clima fresco e secco in Italia, con importanti eccezioni
Ottobre 2025 ha interrotto la sequenza di 28 mesi consecutivi di caldo anomalo a livello nazionale e ha allontanato il 2025 dal record di anno più caldo, che resta, almeno per ora, al 2024. Deficit di pioggia in quasi tutta l’Italia, tranne nelle regioni afflitte da condizioni di grave siccità: Puglia, Basilicata e Calabria. Ecco cosa raccontano i dati mensili storici della rianalisi climatica ERA5 di Copernicus, ritagliati lungo i confini dell’Italia.

Dopo quasi due anni e mezzo con temperature medie nazionali sempre al di sopra del valore climatico, con un’anomalia negativa estesa su gran parte del territorio italiano, ottobre 2025 ha aperto una parentesi fresca ad un passo dalla fine dell’anno, spingendo il 2025 dal secondo al quarto posto del ranking degli anni più caldi dal 1950, dietro a 2024, 2023 e 2022. Una situazione diversa da quanto il 2025 ci ha abituati ha riguardato anche le precipitazioni, in difetto su gran parte del Paese, tranne nelle regioni che fino a settembre hanno sofferto di carenza idrica cronica e condizioni si siccità severa: Puglia, Basilicata e Calabria.
Questo, e altro, è ciò che emerge dall’analisi dei dati storici di ERA5 ed ERA-Land, la rianalisi climatica sviluppata dal Copernicus Climate Change Service (C3S) del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine (ECMWF), disponibile attraverso il Climate Data Store di Copernicus.
Si tratta di dati globali uniformemente distribuiti su griglie 3D, derivati dai rilievi di stazioni meteorologiche, palloni sonda, boe, navi, aerei e satelliti: un prezioso strumento utilizzato dalla comunità scientifica internazionale per studiare il clima della Terra e i suoi cambiamenti.
Temperatura dell’aria a 2 metri dal suolo: anomalia -0,24°C
Secondo i dati ERA5-Land di Copernicus, la temperatura media dell’aria rilevata a due metri dal suolo nell’ottobre 2025 è stata di 12,36°C a livello nazionale: 0,24°C in meno rispetto al valore del trentennio 1991-2020. L’anomalia negativa, alla quale non siamo più abituati, giunge dopo ben ventotto mesi consecutivi di caldo anomalo e pone il decimo mese del 2025 al quarantacinquesimo posto della classifica dei mesi di ottobre più freddi dal 1950, al trentunesimo posto del ranking dei mesi più caldi. Si tratta, dunque, di un’anomalia piuttosto contenuta, ben lontana dal dato del gelido ottobre del 1974 (-5,04°C), ma anche da quello del caldissimo ottobre del 2023 (+3,54°C).

A spingere la temperatura media mensile verso valori al di sotto della norma è stata soprattutto l’irruzione dai Balcani di aria polare continentale dei primi giorni del mese, responsabile di un’ondata di freddo storica per il periodo nei Paesi dell’Est, e del brusco abbassamento della temperatura in quasi tutta l’Italia, specie lungo le regioni adriatiche e al Sud: un evento estremo, coerente con la variabilità meteorologica associata al contesto climatico di progressivo riscaldamento. La cosiddetta “ottobrata” della settimana successiva, caratterizzata da caldo oltre la norma e bel tempo soprattutto al Centro Nord, non è riuscita a compensare il freddo della prima settimana e i contrasti termici della seconda, movimentata, parte del mese.
La distribuzione delle anomalie termiche sul territorio italiano evidenzia, così, valori leggermente positivi sui settori più occidentali del Paese, sulle Alpi centrali e in Trentino, valori negativi lungo il versante adriatico e al Sud, soprattutto in Puglia, Basilicata e Calabria, dove la temperatura si è mantenuta al di sotto della media anche di 1°C. Ottobre 2025 si è dunque chiuso con un’anomalia di -0,71°C al Sud, -0,37°C in Sicilia, -0,30°C nelle regioni centrali, -0,11°C al Nord, +0,38°C in Sardegna.

Dove è posizionato il 2025 rispetto a tutti gli altri anni, a due mesi dalla sua conclusione? Con un’anomalia media gennaio – ottobre di +1,22°C, l’anno in corso attualmente si trova al quarto posto della classifica degli anni più caldi dal 1950, preceduto da 2024 (anomalia gennaio-ottobre +1,68°C), dal 2022 (+1,30°C) e dal 2023 (+1,23°C). Con il contributo di ottobre, il 2025 ha dunque perso due posizioni.

Altezza dello zero termico: anomalie fino a -300 m
Per conoscere la situazione termica in quota, come di consueto possiamo affidarci all’analisi dell’altezza dello zero termico, cioè l’altezza sul livello del mare alla quale la temperatura dell’aria raggiunge il valore di 0°C. Troviamo, così, una situazione ben diversa rispetto a quella di tutti i mesi precedenti, che evidenzia l’importante contributo dell’ingresso di aria fredda dai Balcani nella prima parte del mese. Lo scorso ottobre, lo zero termico si è infatti posizionato al di sotto della quota media di riferimento 1991-2020 in quasi tutto il Paese, con anomalie comprese fra -200 e -300 metri lungo l’intero versante adriatico. Solo le Alpi occidentali hanno vissuto una condizione termica in linea con la media mensile del periodo, mentre il settore alpino centrale e, soprattutto, orientale, e la dorsale appenninica, hanno registrato una quota media dello zero termico inferiore alla norma: 2600-2700 metri le Alpi orientali, 2800-2900 metri le Alpi centrali, 3000-3100 metri l’Appennino settentrionale e centrale.

Temperatura del mare: anomalia +0,41°C
Secondo i dati della rianalisi climatica ERA5 di Copernicus, la temperatura media delle acque superficiali dei mari che circondano l’Italia, compresi fra 36-47°N e 6-20°E, nell’ottobre 2025 è stata di 22,06°C: 0,41°C in più rispetto alla media climatica 1991-2020. Si tratta di un’anomalia non particolarmente elevata, se confrontata con i valori raggiunti negli ultimi 15 anni, che porta il mese di ottobre 2025 al diciassettesimo posto del ranking dei mesi di ottobre più caldi degli ultimi 76 anni, ben lontano dall’anomalia record di +1,9°C registrata nel 2023.

I mari che bagnano la Sardegna e la Corsica hanno accumulato, come quasi sempre accade, un notevole surplus di calore, presentando anomalie in alcuni punti superiori a +1,5°C. La temperatura delle acque superficiali degli altri mari si sono invece mantenute prossime ai valori climatici o leggermente al di sotto. In particolare, anomalie negative hanno interessato quasi tutti i bacini meridionali.

Se calcoliamo l’anomalia della temperatura del mare dei primi 10 mesi del 2025 (anomalia gennaio-ottobre 2025) e la confrontiamo con l’anomalia gennaio-ottobre di tutti gli altri anni a partire dal 1950, con +1,14°C troviamo il 2025 di nuovo al secondo posto della classifica degli anni più caldi per il mare, preceduto, seppur per un centesimo di grado, dal 2024 e seguito dal 2022 (+0,90°C) e dal 2023 (+0,87°C).

Precipitazioni: anomalia -27%
Secondo i dati ERA5-Land di Copernicus, con un’anomalia di -27,4% , ottobre 2025 è stato il ventitreesimo ottobre più secco dalla metà del secolo scorso: un deciso deficit a livello nazionale, tra tanti mesi con surplus di pioggia causato prevalentemente dall’eccesso di precipitazione al Nord non contro-bilanciato dal cronico difetto al Sud.

L’anomalia così marcatamente negativa a livello nazionale cela al suo interno una situazione opposta a quella a cui ci siamo abituati quest’anno. È infatti il risultato del difetto di precipitazione registrato in quasi tutto il Centro Nord, in gran parte della Sardegna, della Sicilia e della Campania – aree in cui è caduto non più di un terzo della pioggia attesa – e del surplus proprio nelle regioni con grave carenza idrica e condizioni di siccità severa o estrema: Puglia, Basilicata e Calabria.
I dati elaborati per settore geografico riportano infatti un’anomalia media di -41% al Nord, -23% nelle regioni centrali, -22% in Sardegna, -14% in Sicilia e quasi +10% al Sud.

Se alle piogge cadute da gennaio all’inizio dell’autunno aggiungiamo le precipitazioni portate dalle dieci perturbazioni che hanno raggiunto l’Italia in ottobre, scopriamo che a due mesi dalla fine dell’anno l’anomalia pluviometrica gennaio-ottobre 2025 continua a mantenersi positiva (+11%), ma ora leggermente inferiore a quella del 2024 (+15%). I due anni precedenti, al contrario, restano i più secchi mai sperimentati dall’Italia, in particolare il 2023 con l’anomalia gennaio-ottobre di -45%.

Articolo a cura di Laura Bertolani
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