Allarme alluvione in Svizzera dopo il crollo del ghiacciaio: Blatten sommersa, rischio per Lonza e Vallese

Il crollo del ghiacciaio sopra Blatten nel Canton Vallese ha travolto il villaggio evacuato e bloccato il fiume Lonza, aumentando il rischio di alluvione e mostrando l’impatto della crisi climatica sulle Alpi.
Il recente crollo del ghiacciaio in Svizzera ha sconvolto il Canton Vallese, dove il piccolo villaggio di Blatten è stato travolto da milioni di metri cubi di detriti. L’evento ha causato il blocco del fiume Lonza, la formazione di un nuovo lago e il rischio concreto di alluvione nelle aree circostanti, in particolare nei comuni di Gampel e Steg. Le autorità hanno predisposto evacuazioni di emergenza e lo stato di allerta resta elevato, mentre un uomo risulta ancora disperso. L’evento, descritto dagli esperti come uno dei più gravi mai registrati sulle Alpi in relazione a un ghiacciaio, è un chiaro segnale degli effetti dei cambiamenti climatici sulle montagne europee.
Impatto immediato del crollo del ghiacciaio sul villaggio di Blatten
Il crollo del ghiacciaio del Birchgletscher, avvenuto sul versante nord del Kleines Nesthorn, ha generato una valanga di detriti lunga circa due chilometri, travolgendo quasi completamente Blatten. Grazie a un efficace sistema di monitoraggio e allerta, circa 300 abitanti erano già stati evacuati il 19 maggio, evitando perdite umane maggiori. Tuttavia, un uomo di 64 anni risulta ancora disperso e i soccorsi sono stati sospesi a causa dell’instabilità del terreno e del rischio di ulteriori frane. Il villaggio, ora in gran parte sepolto, rappresenta una testimonianza drammatica della vulnerabilità delle comunità alpine di fronte agli eventi estremi legati al riscaldamento globale.
Blocco del fiume Lonza e rischio alluvione nei comuni limitrofi
L’enorme massa di detriti ha bloccato il corso del fiume Lonza, portando alla formazione di un lago naturale che minaccia di tracimare e inondare i comuni di Gampel e Steg. Le autorità cantonali hanno dichiarato lo stato di emergenza e chiesto il supporto dell’esercito per monitorare la zona e gestire eventuali evacuazioni aggiuntive. Il rischio di alluvione resta elevato, poiché la pressione crescente delle acque potrebbe causare il cedimento del fronte di detriti, liberando improvvisamente milioni di metri cubi d’acqua verso valle. I sistemi di protezione civile e i geologi sono costantemente impegnati nel controllo dei livelli e della stabilità del bacino.
Cambiamenti climatici e deglaciazione: cause e conseguenze del disastro
Secondo gli esperti, il collasso del ghiacciaio è strettamente legato ai cambiamenti climatici e al rapido processo di deglaciazione che interessa le Alpi svizzere. Il riscaldamento globale ha ridotto drasticamente la copertura di neve e ghiaccio sulla parete nord del Kleines Nesthorn, compromettendo la stabilità della montagna e favorendo frane a ripetizione. Nel mese di maggio, milioni di metri cubi di materiale si sono staccati, aumentando la velocità del Birchgletscher e innescando le colate che hanno devastato Blatten. L’evento è considerato uno dei più gravi mai registrati sulle Alpi con il coinvolgimento diretto di un ghiacciaio, e richiama l’urgenza di azioni concrete per mitigare l’impatto della crisi climatica.
Allerta e gestione dell’emergenza nelle Alpi svizzere
Le autorità svizzere stanno intensificando il monitoraggio dei ghiacciai e dei versanti montuosi, adottando sistemi di allerta precoce e piani di evacuazione per ridurre i rischi per la popolazione. Il caso di Blatten evidenzia come la combinazione tra eventi estremi, scioglimento dei ghiacciai e instabilità dei terreni alpini possa produrre disastri improvvisi e difficili da gestire. La collaborazione tra autorità locali, protezione civile, esercito e comunità scientifica è fondamentale per affrontare le nuove sfide poste dal cambiamento climatico nelle aree di montagna.
Lezioni dal disastro e prospettive per il futuro
Il crollo del ghiacciaio e la conseguente emergenza alluvione rappresentano un monito per l’intera regione alpina e per l’Europa. È necessario investire in prevenzione, monitoraggio ambientale e resilienza climatica, oltre a rafforzare la consapevolezza pubblica sui rischi derivanti dal surriscaldamento globale. Solo così sarà possibile proteggere le popolazioni alpine e preservare l’equilibrio fragile degli ecosistemi montani.
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