Cambiamento climatico: temperature record e il parere della scienza secondo Gavin Schmidt

Il riscaldamento globale accelera e la scienza lancia l’allarme: record di temperature, eventi estremi e sistemi naturali in crisi. L’intervista a Gavin Schmidt, direttore del NASA Goddard Institute, offre una prospettiva chiara sulle sfide future.
Il cambiamento climatico è ormai una realtà tangibile e i dati più recenti mostrano che il nostro pianeta sta affrontando una fase di rapido riscaldamento. Secondo il servizio Copernicus dell’Unione Europea, nel 2024 la concentrazione atmosferica di anidride carbonica ha raggiunto il valore record di 422 parti per milione. Questo valore è il più alto mai registrato e rappresenta un segnale d’allarme che trova conferma anche nelle parole di Gavin Schmidt, direttore del NASA Goddard Institute for Space Studies (GISS), uno dei massimi esperti mondiali di scienza del clima. Ma cosa ci dicono le ultime ricerche scientifiche sui rischi e sulle conseguenze di questo riscaldamento globale senza precedenti?
Riscaldamento globale: superata la soglia critica
Le più recenti analisi condotte su gas serra intrappolati nei ghiacci antartici suggeriscono che la Terra potrebbe aver già raggiunto la soglia critica di +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Questa soglia, indicata come limite per evitare effetti irreversibili, è stata calcolata considerando una media storica delle temperature globali molto più ampia rispetto al consueto periodo 1850-1900. Secondo uno studio pubblicato su Nature Geoscience, il riscaldamento globale avrebbe toccato 1,49°C già nel 2023. Questo dato indica che il riscaldamento climatico sta avanzando più rapidamente del previsto, mettendo a rischio la stabilità degli ecosistemi e la sicurezza delle popolazioni.
Cambiamenti negli oceani e impatti sulle correnti
Il riscaldamento degli oceani, in particolare dell’Atlantico, potrebbe accelerare il collasso di sistemi di correnti cruciali come la circolazione meridionale atlantica (AMOC). Questa corrente, che contribuisce a mantenere inverni miti in Europa, si è indebolita del 15% dal 1950 e secondo studi recenti potrebbe essere vicina a una soglia di rallentamento critico. Inoltre, il riscaldamento marino è alla base del più grande evento di sbiancamento dei coralli mai osservato, con la sopravvivenza delle barriere coralline mondiali appesa a un filo. Se le temperature oceaniche non diminuiranno, molte barriere rischiano di non riprendersi, minacciando la biodiversità marina.
Eventi meteorologici estremi e nuovi record
La maggiore energia presente nell’atmosfera e negli oceani alimenta fenomeni meteorologici estremi sempre più intensi e frequenti. Uragani e tempeste possono passare da categoria 1 a 3 in poche ore, come accaduto per l’uragano Milton nel Golfo del Messico nell’ottobre 2024. L’aria più calda trattiene più umidità, portando a precipitazioni torrenziali e alluvioni anche in aree montuose, come Asheville, nella Carolina del Nord, colpita dall’uragano Helene. Questi fenomeni evidenziano come il clima stia cambiando in modo rapido e imprevedibile.
Foreste, incendi e crisi degli assorbitori di carbonio
Il riscaldamento globale sta prosciugando i corsi d’acqua e riducendo l’umidità delle foreste, creando condizioni favorevoli a incendi più vasti e devastanti. Negli Stati Uniti occidentali, in Canada e nella regione amazzonica, il 2024 ha visto siccità e incendi da record. La foresta amazzonica rischia di superare un punto di non ritorno, in cui non sarà più in grado di mantenere il proprio equilibrio idrico, trasformandosi gradualmente in savana. Inoltre, le foreste globali nel 2023 hanno assorbito meno CO2 rispetto al passato, aggravando ulteriormente la crisi climatica. Anche la tundra artica, tradizionalmente un “pozzo di carbonio”, ora emette più carbonio di quanto ne assorba a causa degli incendi.
Vulcani e scioglimento dei ghiacciai: effetti a catena
Gli scienziati temono che il cambiamento climatico possa influenzare perfino l’attività vulcanica. In Islanda, il rapido ritiro dei ghiacciai riduce la pressione sulla crosta terrestre, facilitando la risalita del magma e aumentando il rischio di eruzioni. Questo fenomeno mostra come la crisi climatica possa innescare effetti a catena su scala globale.
La visione di Gavin Schmidt: non esiste una “nuova normalità”
Secondo Gavin Schmidt, parlare di “nuova normalità” è fuorviante: il clima non si è stabilizzato, ma sta continuando a cambiare. Per fermare l’aumento delle temperature globali, sarebbe necessario raggiungere lo zero netto nelle emissioni di anidride carbonica, un obiettivo ancora lontano. “Le condizioni che consideravamo normali negli anni Ottanta oggi non valgono più”, sottolinea Schmidt. Finché non si ridurranno drasticamente le emissioni, il pianeta continuerà a riscaldarsi e gli eventi estremi diventeranno sempre più gravi.
Conclusione: la scienza come bussola per il futuro
Le ultime ricerche confermano che il cambiamento climatico è accelerato dall’attività umana e che le sue conseguenze sono già evidenti su temperature, oceani, foreste e fenomeni estremi. La comunità scientifica ribadisce l’urgenza di agire per limitare il riscaldamento globale e ridurre le emissioni di CO2, per proteggere il nostro pianeta dalle conseguenze più devastanti.
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