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West Nile in Italia: situazione attuale, numeri e diffusione del virus nel 2025

L’andamento del West Nile virus in Italia nel 2025 desta attenzione: casi in aumento, regioni più colpite e ruolo di zanzare e cambiamento climatico nella diffusione.

Il West Nile virus rappresenta oggi una delle principali preoccupazioni sanitarie e ambientali nel nostro Paese, con una crescita significativa dei casi confermati nelle ultime settimane. Il 2025 segna un nuovo incremento della malattia virale, soprattutto nelle regioni del Centro e Sud Italia, mentre il fenomeno resta strettamente legato alla presenza delle zanzare e alle condizioni climatiche favorevoli. Il virus, endemico in Italia da diversi anni, continua a circolare soprattutto durante la stagione estiva, con impatti rilevanti sulla salute pubblica e sull’attenzione dei cittadini.

West Nile virus: cos’è e come si trasmette

Il West Nile virus è un arbovirus appartenente alla famiglia dei Flavivirus, responsabile della cosiddetta febbre West Nile. Il ciclo naturale del virus coinvolge principalmente gli uccelli migratori, veri serbatoi naturali dell’infezione, e le zanzare del genere Culex, che fungono da vettori principali. Gli esseri umani e altri animali, come i cavalli, possono essere infettati attraverso la puntura di zanzare infette, soprattutto nelle aree umide e vicino ai corsi d’acqua. La maggior parte delle infezioni è asintomatica, ma nei casi sintomatici si possono presentare febbre, mal di testa, dolori articolari e, nelle forme più gravi, encefalite o meningite, soprattutto nei soggetti più fragili.

Situazione attuale: numeri e regioni più colpite

Nel corso dell’estate 2025, il monitoraggio nazionale ha registrato una crescita dei casi di West Nile in Italia, con oltre 145 infezioni confermate nell’uomo. Di queste, 59 hanno assunto la forma neuro-invasiva, 10 sono state identificate tra donatori di sangue asintomatici e 75 presentavano la sola febbre West Nile. Le regioni maggiormente interessate sono il Lazio (93 casi), la Campania (24), il Veneto (14), seguite da Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Sardegna e Puglia. Si segnalano anche 12 decessi attribuibili al virus, di cui la maggior parte concentrata tra Lazio e Campania. L’aumento dei casi si osserva soprattutto nelle aree dove le condizioni ambientali e la presenza di zanzare favoriscono la circolazione del virus.

Fattori ambientali e ruolo del cambiamento climatico

Il cambiamento climatico è ormai considerato un elemento chiave nella diffusione del West Nile virus in Italia. L’innalzamento delle temperature, la presenza di ambienti umidi e l’anticipo dell’arrivo degli uccelli migratori contribuiscono a creare condizioni ideali per la proliferazione delle zanzare e, di conseguenza, per la trasmissione della malattia virale. In particolare, le estati più calde e umide rispetto al passato stanno espandendo il rischio anche a zone precedentemente meno coinvolte, rendendo la febbre West Nile una realtà endemica in gran parte del territorio nazionale.

Sintomi, prevenzione e attenzione sanitaria

I sintomi della febbre West Nile sono spesso lievi o assenti, ma nei casi più gravi possono evolvere in encefalite o meningite. I soggetti più a rischio sono gli anziani e le persone con un sistema immunitario compromesso. La prevenzione rimane fondamentale: evitare le punture di zanzare, soprattutto nelle ore serali e nelle aree umide, è la prima difesa contro l’infezione. L’attenzione delle autorità sanitarie resta alta, con monitoraggi costanti e campagne di informazione rivolte alla popolazione, in particolare nelle regioni più colpite.

Monitoraggio e diffusione del virus nel 2025

Il monitoraggio della diffusione del West Nile virus è affidato a una rete nazionale che coinvolge istituzioni sanitarie e ambientali. I dati raccolti confermano che il picco delle infezioni si verifica tra luglio e settembre, quando le zanzare sono più attive. L’attenzione rimane alta anche per la possibilità di casi asintomatici tra i donatori di sangue, che vengono sottoposti a controlli specifici per prevenire la trasmissione del virus attraverso le trasfusioni. La consapevolezza pubblica e la collaborazione tra cittadini e istituzioni sono elementi essenziali per contenere la diffusione della malattia virale e ridurre i rischi per la salute collettiva.


NOTE: questo articolo è stato generato con il supporto dell’intelligenza artificiale.

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