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Strage di Bologna 2 agosto: storia, numeri e memoria della più grave strage italiana

La strage di Bologna del 2 agosto 1980 rappresenta il più grave attentato terroristico avvenuto in Italia nel dopoguerra, con 85 vittime e oltre 200 feriti. Un evento che ha segnato profondamente la storia nazionale e la memoria collettiva.

La strage di Bologna avvenne la mattina del 2 agosto 1980, quando una potente bomba esplose nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione centrale di Bologna. L’attentato, di matrice neofascista, provocò la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200, diventando così il più grave atto terroristico della storia italiana nel secondo dopoguerra. Questo evento, inserito nel contesto degli anni di piombo e della cosiddetta strategia della tensione, ha lasciato un segno indelebile nella memoria del Paese.

Il contesto storico della strage di Bologna

Negli anni di piombo, l’Italia fu teatro di numerosi attentati terroristici e atti di violenza politica. La stazione centrale di Bologna era un importante nodo ferroviario, frequentato ogni giorno da migliaia di persone. La mattina del 2 agosto 1980, alle 10:25, una valigia contenente una bomba esplose nella sala d’aspetto di seconda classe, causando la distruzione di una parte dell’edificio e la morte di numerosi viaggiatori, tra cui turisti, pendolari e famiglie in partenza o in arrivo. La strage di Bologna fu subito collegata ad altri gravi attentati come la strage di piazza Fontana e la strage di piazza della Loggia, inserendosi in un quadro di tensione sociale e politica che caratterizzava l’Italia di quegli anni.

Le vittime e i soccorsi

L’esplosione causò la morte di 85 persone, tra cui cittadini italiani e stranieri, giovani, bambini, lavoratori e viaggiatori occasionali. Oltre 200 persone rimasero ferite, alcune in modo gravissimo. I soccorsi furono immediati: centinaia di volontari, personale sanitario, vigili del fuoco e forze dell’ordine si mobilitarono per estrarre i superstiti dalle macerie e trasportare i feriti negli ospedali cittadini. La città di Bologna, colpita nel cuore, diede una straordinaria prova di solidarietà e unità, diventando simbolo della reazione civile di fronte al terrorismo.

Le indagini e i responsabili

Le indagini sulla strage di Bologna furono lunghe e complesse, ostacolate da depistaggi e tentativi di confondere le piste. Dopo un articolato iter giudiziario, la matrice neofascista venne confermata: Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), furono condannati all’ergastolo come esecutori materiali dell’attentato. Successivamente, anche Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini vennero riconosciuti colpevoli. Diversi altri soggetti furono condannati per depistaggio. La sentenza definitiva della Corte di Cassazione del 1995 pose fine a un lungo percorso giudiziario.

 

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