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Sciopero scuola e università 4 novembre 2025: motivazioni, categorie coinvolte e disagi previsti

Il sciopero nazionale del 4 novembre 2025 coinvolge il mondo della scuola e dell’università, con adesione di docenti, personale ATA e tecnico. Scopri le motivazioni, le categorie interessate e i possibili disagi per studenti e famiglie.

Il 4 novembre 2025 si terrà un importante sciopero nazionale che coinvolgerà il settore dell’istruzione, in particolare scuole e università su tutto il territorio italiano. L’astensione dal lavoro è stata indetta dal sindacato SISA e dall’Osservatorio contro la Militarizzazione delle Scuole e delle Università. La mobilitazione riguarda sia il personale docente che il personale ATA, oltre a dirigenti, tecnici, bibliotecari, assegnisti e docenti a contratto, sia con contratto a tempo indeterminato che determinato, in servizio in Italia e all’estero. Lo sciopero avrà luogo per l’intera giornata, causando possibili disagi nella regolare attività didattica e amministrativa di scuole e università.

Sciopero scuola e università 4 novembre 2025: chi partecipa e durata

Il sciopero del 4 novembre 2025 è stato proclamato per l’intera giornata dal sindacato SISA e dall’Osservatorio contro la Militarizzazione delle Scuole e delle Università. Vi partecipano il personale docente, il personale ATA, dirigenti scolastici, tecnici, amministrativi, bibliotecari, assegnisti, ricercatori a tempo determinato e docenti a contratto. L’adesione è estesa a tutti gli ordini di scuola e alle università, sia in Italia che all’estero, senza distinzione tra personale di ruolo e precario. Lo sciopero coinvolge anche il personale tecnico e amministrativo degli atenei, con possibili ripercussioni sulle attività di segreteria, biblioteche e laboratori.

Motivazioni dello sciopero: richieste e obiettivi dei sindacati

Le motivazioni alla base dello sciopero riguardano la richiesta di riforme strutturali nel settore dell’istruzione. Tra le principali istanze avanzate dal sindacato SISA figurano l’abolizione del concorso per Dirigente scolastico, la creazione di una figura elettiva sul modello universitario, l’assunzione su tutti i posti vacanti per docenti e personale ATA in ogni ordine di scuola, la creazione di un ruolo unico docente con parità di orario e salario, e il recupero dell’inflazione tramite aumenti di stipendio di almeno il 20% netto. Ulteriori richieste comprendono l’introduzione dello studio di lingue come arabo, russo e cinese nelle scuole secondarie superiori, la possibilità di pensionamento volontario per il personale docente e ATA invalido, e l’impegno con il movimento giovanile internazionale per la tutela dell’ambiente e del clima.

Effetti dello sciopero: possibili disagi per studenti e famiglie

Durante il sciopero del 4 novembre 2025, le attività didattiche e amministrative nelle scuole e nelle università potrebbero subire forti limitazioni o essere sospese. Gli studenti potrebbero trovare le lezioni annullate o ridotte, con la possibilità di non avere regolare servizio di segreteria, biblioteca o laboratori. Le famiglie sono invitate a verificare le comunicazioni delle singole istituzioni per conoscere eventuali variazioni nel funzionamento della giornata scolastica. In alcune scuole, il personale è invitato a comunicare preventivamente la propria adesione allo sciopero per consentire la programmazione dei servizi minimi essenziali. Anche nelle università si prevedono interruzioni delle attività di ricerca, didattica e supporto amministrativo.

Contesto degli scioperi di novembre 2025 e calendario delle mobilitazioni

Il sciopero del 4 novembre 2025 si inserisce in un quadro più ampio di mobilitazioni che caratterizzano il mese di novembre. Nei giorni successivi sono previsti altri scioperi significativi, come quello dei medici il 5 novembre, dei farmacisti il 6 novembre e uno sciopero generale il 28 novembre che interesserà diversi settori tra cui il trasporto pubblico, ferroviario e aereo. Questo clima di agitazione sindacale riflette il forte malcontento presente in vari comparti della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici, con richieste di miglioramenti salariali e normativi. In particolare, il settore dell’istruzione si conferma tra i più attivi nella protesta, con mobilitazioni che coinvolgono anche il personale universitario e gli studenti.

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