Riforma condomini: amministratori laureati e stop contanti in arrivo
Il disegno di legge AC 2692 sulla riforma del condominio introduce obbligo di laurea per gli amministratori di condominio, albo al Mimit e divieto assoluto di pagamenti in contanti. Previste regole severe per i morosi e revisori obbligatori nei grandi condomini, con dibattito acceso tra trasparenza e costi.
La riforma bis del condominio, presentata il 17 dicembre a Roma da Elisabetta Gardini e altri parlamentari di Fratelli d’Italia, approda alla Camera con il ddl AC 2692. In 17 articoli, il provvedimento mira a professionalizzare la gestione condominiale, introducendo requisiti stringenti per gli amministratori di condominio e maggiore trasparenza nei conti.
Amministratori laureati e albo professionale obbligatorio
Tra le novità principali, gli amministratori di condominio dovranno possedere una laurea e iscriversi a un albo ufficiale presso il Mimit. Anche i revisori contabili condominiali dovranno registrarsi nello stesso elenco, con sanzioni fino a 5.160 euro per gli abusivi. La nomina dell’amministratore si rinnoverà automaticamente ogni anno, salvo diversa delibera assembleare, superando il problema delle maggioranze difficili da raggiungere.
Divieto pagamenti in contanti e tracciabilità totale
Il ddl impone lo stop ai pagamenti in contanti: tutte le transazioni avverranno tramite bonifico o conto corrente condominiale, garantendo piena tracciabilità e trasparenza fiscale. Questo elimina i pagamenti “a mano” e rafforza i controlli contabili.
Regole severe per morosi e revisori obbligatori
Per i condomini morosi, arrivano tutele per i fornitori: potranno attingere direttamente al conto condominiale e, in caso, rivalersi sui condomini in regola. Nei condomini con oltre 20 unità, il revisore contabile sarà obbligatorio per due anni, applicando il criterio di cassa e redigendo rendiconti dettagliati con conguagli. L’amministratore nominerà anche un responsabile dei dati personali, mentre per la manutenzione straordinaria si costituirà subito un fondo spese.
Il testo, definito “aperto” dai promotori, prevede tavoli tecnici con associazioni per affinamenti, ma già scatena polemiche su costi e nuove regole condominiali.
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