Ponte sullo Stretto: Corte dei Conti nega visto legittimità
La Corte dei Conti ha negato il visto di legittimità al progetto del Ponte sullo Stretto, sollevando dubbi sulla copertura finanziaria, le stime di traffico e la conformità alle normative ambientali e sismiche. La decisione ha scatenato reazioni politiche, con il governo che potrebbe ancora decidere di procedere. L'opposizione celebra la scelta come una vittoria dello Stato di diritto.

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, considerato una delle opere più ambiziose e simboliche per il governo italiano, ha subito un nuovo stop. La Corte dei Conti ha deciso di non concedere il visto di legittimità alla delibera del Cipess che approvava il progetto definitivo. Questa decisione è stata presa dopo una lunga valutazione delle perplessità sollevate in merito alla copertura finanziaria, alle stime di traffico e alla conformità alle normative ambientali e sismiche.
Motivazioni della corte dei conti
La Corte dei Conti ha evidenziato diverse criticità nel progetto. Tra queste, la copertura finanziaria di oltre 13 miliardi di euro, le stime di traffico giudicate poco affidabili, e la conformità alle normative ambientali e sismiche, nonché alle regole europee sui costi. Inoltre, è stata messa in discussione la competenza del Cipess, considerato un organo più politico che tecnico, nella gestione di una delibera così complessa.
Reazioni politiche
La decisione ha scatenato forti reazioni politiche. Il vicepremier Matteo Salvini e la premier Giorgia Meloni hanno criticato la Corte dei Conti, accusandola di ingerenza politica. Dall’altra parte, l’opposizione ha salutato la scelta come una vittoria dello Stato di diritto e della trasparenza amministrativa. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha sottolineato che la riforma della giustizia proposta dal governo non serve a migliorare la giustizia, ma a garantire mano libera al governo. Nonostante la bocciatura, il governo mantiene ancora la possibilità di procedere con il progetto. Potrebbe correggere la delibera, ripresentarla o impugnare la decisione della Corte dei Conti. Tuttavia, l’evoluzione dell’iter dipenderà dalla gravità dei rilievi sollevati e dalle scelte politiche che verranno adottate nei prossimi giorni. La decisione della Corte dei Conti rappresenta un duro colpo per uno dei progetti simbolo dell’esecutivo guidato da Meloni e Salvini.
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