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Garlasco, il caso Chiara Poggi si riapre: nuovo esame sul Dna ignoto.

La Procura di Pavia valuta la possibile contaminazione del dna su una garza usata 18 anni fa e affida nuove analisi alla professoressa Cristina Cattaneo sul delitto di Garlasco.

Nuovo sviluppo nel caso Chiara Poggi, la 26enne uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007: la Procura di Pavia ipotizza che il dna ignoto rinvenuto su una garza usata per i prelievi nella bocca della vittima possa essere il frutto di una contaminazione legata a precedenti esami autoptici. L’ufficio inquirente ha incaricato l’antropologa e medico legale professoressa Cristina Cattaneo di effettuare nuove verifiche sulle cause della morte e sui reperti, mentre resta in primo piano la posizione di Andrea Sempio, indagato, a fronte della condanna definitiva dell’allora fidanzato Alberto Stasi.

Contaminazione del dna e nuova catena di custodia

Secondo l’ipotesi investigativa, la traccia genetica «ignota» presente sulla garza utilizzata in sede di autopsia potrebbe coincidere con materiale biologico proveniente da un diverso cadavere esaminato nello stesso periodo, configurando una possibile contaminazione di laboratorio. Il nuovo accertamento mira a ricostruire la catena di custodia, a mappare le aree di possibile trasferimento del materiale biologico e a chiarire la pertinenza forense del reperto rispetto al delitto di Garlasco.

Il ruolo di Cristina Cattaneo nelle nuove analisi

Alla professoressa Cristina Cattaneo è affidato un approfondimento su cause del decesso, compatibilità delle lesioni e affidabilità dei reperti. Il mandato include un riesame medico-legale della scena del crimine e dei protocolli usati nel 2007, con attenzione alle procedure di prelievo nella cavità orale e all’uso di garze sterili. L’obiettivo è verificare se la traccia genetica «ignota» abbia reale valore probatorio o debba essere esclusa per contaminazione.

Quadro giudiziario: Sempio indagato, Stasi condannato

Le nuove verifiche si inseriscono in un contesto complesso: Andrea Sempio è oggi indagato, mentre Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva. L’analisi su dna, reperti e autopsia punta a chiarire eventuali incongruenze tra vecchi riscontri e dati aggiornati, offrendo un quadro più solido sulle cause della morte di Chiara Poggi e sulla dinamica nella villetta di via Pascoli a Garlasco.


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