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Epidemia di influenza in Giappone: casi in forte aumento e scuole chiuse

Il Giappone affronta una precoce e intensa epidemia di influenza con oltre 6.000 casi e più di 100 scuole chiuse. Il ceppo predominante è l’H3N2 e l’ondata preoccupa esperti e autorità sanitarie.

Il Giappone sta vivendo una delle più precoci e severe epidemie di influenza degli ultimi anni. Dall’inizio di ottobre, il numero di casi ha superato la soglia epidemica, spingendo le autorità sanitarie a dichiarare lo stato di emergenza. Il picco, registrato cinque settimane prima rispetto alla media stagionale, ha già portato alla chiusura di oltre 100 scuole e al sovraccarico di diversi reparti ospedalieri. La situazione è monitorata con attenzione non solo a livello nazionale, ma anche internazionale, poiché simili ondate potrebbero manifestarsi in altri Paesi asiatici ed europei nei prossimi mesi.

Diffusione dell’epidemia e dati aggiornati

Secondo i dati ufficiali, al 10 ottobre sono stati segnalati oltre 6.013 casi di influenza presso circa 3.000 strutture mediche designate. La media di due pazienti per struttura ha superato la soglia che definisce un’epidemia a livello nazionale. In alcune aree, come Okinawa e Tokyo, l’incidenza è risultata particolarmente elevata, con più di 12 casi per istituzione sanitaria. Il Ministero della Salute giapponese ha confermato che il fenomeno riguarda 28 delle 47 prefetture del Paese, coinvolgendo sia aree urbane sia rurali.

Impatto su scuole e strutture sanitarie

Uno degli effetti più evidenti della diffusione del virus è stato l’impatto sulle scuole, con oltre 100 istituti tra scuole primarie, asili e centri per l’infanzia costretti alla chiusura temporanea. In alcune scuole, più della metà degli studenti ha manifestato sintomi influenzali in pochi giorni. Gli ospedali segnalano un forte aumento delle visite, soprattutto nei reparti di pediatria e geriatria, e una crescente richiesta di farmaci antivirali. Quasi la metà dei ricoveri a settembre ha riguardato bambini di età pari o inferiore a 14 anni.

Il ruolo del ceppo H3N2 e le cause dell’ondata anticipata

Le analisi virologiche hanno identificato come principale responsabile il ceppo H3N2 del virus dell’influenza A. Questo ceppo è noto per la sua capacità di diffondersi rapidamente e causare sintomi più severi nei soggetti vulnerabili, come anziani e bambini. L’ondata precoce sembra essere legata a una combinazione di fattori: l’aumento dei viaggi internazionali, le variazioni climatiche e una bassa immunità della popolazione dopo anni di circolazione ridotta dei virus influenzali. Fenomeni simili sono stati osservati anche in Australia, Nuova Zelanda e Malesia, suggerendo un trend globale.

Raccomandazioni delle autorità e misure di prevenzione

Le autorità sanitarie giapponesi raccomandano una rapida adesione alla vaccinazione antinfluenzale, soprattutto per le categorie più a rischio come anziani, bambini, donne in gravidanza e persone con malattie croniche. Viene inoltre suggerito di indossare mascherine nei luoghi affollati, praticare una corretta igiene delle mani e restare a casa in caso di sintomi. L’obiettivo è contenere la diffusione del virus e ridurre la pressione sulle strutture sanitarie, già messe a dura prova dall’aumento dei casi.

Possibili conseguenze e monitoraggio internazionale

L’anticipazione della stagione influenzale in Giappone solleva preoccupazioni anche per altri Paesi che si avviano verso l’inverno. Gli esperti temono che l’epidemia possa favorire la comparsa di nuovi focolai in Asia e in Europa, in particolare dove la copertura vaccinale è ancora bassa. Il monitoraggio della situazione epidemiologica prosegue con attenzione, mentre si intensificano le campagne di vaccinazione e le misure di prevenzione. La collaborazione internazionale sarà fondamentale per limitare l’impatto della stagione influenzale 2025-2026 e tutelare le fasce più deboli della popolazione.

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