Chikungunya in Veneto: casi autoctoni e allerta sanitaria nella provincia di Verona
Cresce l’allerta per la diffusione della chikungunya in Veneto, con 46 casi registrati nella provincia di Verona. Misure straordinarie, eventi sospesi e attenzione massima alle punture di zanzara tigre.

Negli ultimi mesi, il Veneto è stato teatro di un significativo aumento dei casi di chikungunya, una malattia virale trasmessa dalla zanzara tigre. In particolare, la provincia di Verona è diventata il principale focolaio con 46 casi autoctoni confermati. L’emergenza sanitaria ha portato alla sospensione di numerosi eventi popolari e all’attivazione di ampie campagne di disinfestazione per limitare la diffusione del virus chikungunya.
Chikungunya Veneto: situazione epidemiologica e aree coinvolte
Dal 6 agosto, il numero di casi autoctoni di chikungunya in Veneto è cresciuto rapidamente, concentrandosi esclusivamente nella provincia di Verona. Il primo caso è stato diagnosticato ad Arbizzano, seguito a breve distanza da un secondo ad Affi. La diffusione si è poi estesa a diversi comuni della Valpolicella e in vari quartieri cittadini, fino a raggiungere Isola della Scala. Gli interventi di disinfestazione sono stati tempestivi e mirati nei pressi delle abitazioni dei soggetti colpiti, con particolare attenzione alle aree a rischio e ai luoghi di aggregazione.
Trasmissione del virus chikungunya e ruolo della zanzara tigre
Il virus chikungunya è trasmesso esclusivamente tramite la puntura della zanzara tigre (Aedes albopictus), che è ormai stabile in molte zone del Veneto. Non sono stati rilevati casi di trasmissione interumana. Il ceppo del virus identificato nei pazienti veronesi coincide con quello attualmente circolante in Madagascar, già segnalato anche in Francia e Cina. L’ipotesi più accreditata è che il virus chikungunya sia stato introdotto da un viaggiatore straniero o da un residente di ritorno da aree endemiche, venendo poi trasmesso localmente dalla zanzara tigre.
Sintomi della chikungunya e quadro clinico in Veneto
La chikungunya si manifesta principalmente con febbre, dolori articolari e muscolari, stanchezza e talvolta eruzioni cutanee. Nei casi riscontrati nella provincia di Verona, i sintomi sono stati per lo più lievi e solo due persone hanno necessitato di ricovero. Nonostante la bassa gravità clinica, le autorità sanitarie invitano alla massima attenzione, sottolineando come la zanzara tigre rappresenti uno dei principali vettori di malattie per l’uomo.
Prevenzione: misure adottate e comportamenti raccomandati
Per arginare la diffusione della chikungunya, in Veneto sono state avviate campagne straordinarie di disinfestazione nei centri abitati e presso i luoghi di aggregazione. Le amministrazioni comunali, in collaborazione con la Regione, raccomandano ai cittadini di non lasciare ristagni d’acqua e di trattare tombini e sottovasi con prodotti larvicidi. Particolare attenzione viene posta alla prevenzione domestica, fondamentale per limitare la proliferazione della zanzara tigre.
Eventi sospesi e impatto sulla vita sociale locale
L’emergenza chikungunya ha avuto ripercussioni anche sulla vita sociale del Veronese. Diverse sagre e manifestazioni, come la Festa della Birra di Parona e la Sagra del Ceo a Chievo, sono state sospese o ridotte per consentire le operazioni di disinfestazione. Anche la celebre Fiera del Riso di Isola della Scala è a rischio annullamento o rinvio, a conferma della serietà della situazione.
Chikungunya Veneto: prospettive e monitoraggio
Le autorità sanitarie continuano a monitorare l’evoluzione del focolaio chikungunya in Veneto, con particolare attenzione alle condizioni climatiche favorevoli alla zanzara tigre. La collaborazione della popolazione resta essenziale per limitare la diffusione del virus chikungunya e prevenire nuovi casi, almeno fino al termine della stagione calda.
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