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Campobasso, sospetta intossicazione alimentare: cosa sappiamo

A Campobasso una grave intossicazione alimentare ha provocato la morte di madre e figlia e il ricovero dei familiari. Ecco la ricostruzione dei fatti, i sintomi osservati e le verifiche in corso sulle possibili cause.

La vicenda della presunta intossicazione alimentare Campobasso ha scosso l’intero Molise e richiamato l’attenzione nazionale su un caso ancora oggetto di indagini da parte della magistratura e delle autorità sanitarie. A perdere la vita sono state una ragazza di 15 anni, Sara Di Vita, e la madre, Antonella Di Ielsi, entrambe decedute all’ospedale Cardarelli di Campobasso dopo un improvviso e drammatico peggioramento del quadro clinico. Il padre e la figlia maggiore sono stati trasferiti allo Spallanzani di Roma per ulteriori accertamenti, mentre restano in corso le analisi sui cibi consumati nei giorni precedenti.

La dinamica della sospetta intossicazione alimentare a Campobasso

Secondo la ricostruzione finora emersa, la famiglia avrebbe iniziato ad accusare sintomi compatibili con una intossicazione alimentare grave dopo le festività natalizie, in seguito ai pasti consumati in casa. Nei giorni di Natale e immediatamente successivi, padre, madre e figlia quindicenne si sono recati per ben due volte al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Campobasso lamentando dolori addominali, nausea e vomito, inizialmente inquadrati come una possibile gastroenterite o una forma di malessere gastrointestinale di natura alimentare. Dopo i primi controlli, in entrambe le occasioni sarebbero stati dimessi, con un quadro che appariva gestibile e non suggeriva ancora l’evoluzione drammatica poi registrata.

Nelle ore successive, però, le condizioni di Sara si sono aggravate in modo improvviso. Riaccompagnata in ospedale, la ragazza è stata ricoverata in Rianimazione, dove i medici hanno descritto un peggioramento “veramente raro” e rapidissimo del quadro clinico, con segni di insufficienza epatica e successiva compromissione multiorgano. Nonostante le terapie intensive, la quindicenne è morta nella tarda serata, seguita a breve distanza dalla madre, anche lei colpita da un decorso fulminante compatibile con una severa epatite tossica legata a una possibile epatotossicità alimentare.

Le indagini della Procura e gli accertamenti sui cibi

Sulla presunta intossicazione alimentare Campobasso la Procura ha aperto un fascicolo, disponendo l’autopsia sui corpi di madre e figlia e incaricando la Squadra Mobile di ricostruire con precisione quanto accaduto. Gli inquirenti stanno analizzando in dettaglio i pasti consumati nei giorni immediatamente precedenti la comparsa dei sintomi, in particolare le cene del 23 e della Vigilia di Natale, quando la famiglia avrebbe mangiato in casa insieme ad altri parenti e amici.

Nell’abitazione sono stati sequestrati diversi alimenti, tra cui barattoli di conserve, prodotti in vetro, avanzi di pesce, mitili e perfino scarti recuperati dai rifiuti. Il materiale è stato inviato ai laboratori per esami microbiologici e tossicologici alla ricerca di eventuali agenti responsabili, come batteri pericolosi o tossine. Tra le ipotesi oggetto di verifica figurano una possibile contaminazione da Clostridium botulinum (responsabile del botulismo alimentare) o da Listeria, ma al momento non vi è ancora una conferma definitiva sulla causa esatta. Le autorità sanitarie mantengono dunque un ventaglio di possibilità aperto, lavorando in stretta sinergia con i laboratori specializzati.

Sintomi osservati e possibile origine della contaminazione

I sintomi riferiti – dolori addominali, nausea, vomito e successivo coinvolgimento del fegato – si inseriscono nel quadro di una potenziale intossicazione alimentare acuta, in cui una sostanza tossica o un microrganismo patogeno entra nell’organismo attraverso alimenti contaminati. Nel caso di Campobasso, gli specialisti hanno parlato di un’epatite fulminante con rapido collasso delle funzioni epatiche, evento raro ma noto in alcune forme di tossinfezione alimentare.

Tra gli alimenti sotto la lente degli investigatori vi sarebbero pesce e funghi, consumati in un contesto conviviale domestico. Particolare attenzione viene posta anche alle conserve fatte in casa e ai prodotti in barattolo, da sempre considerati potenzialmente a rischio se non preparati e conservati correttamente, perché in condizioni favorevoli possono favorire la proliferazione di batteri produttori di tossine. Tuttavia, un elemento che rende il caso ancora più complesso è il fatto che gli altri commensali delle cene natalizie non avrebbero manifestato disturbi significativi, circostanza che fa ipotizzare l’eventuale consumo esclusivo, da parte del nucleo familiare più colpito, di uno specifico alimento contaminato.

Il ruolo degli ospedali e degli esami specialistici

Il padre e la figlia maggiore, che non avrebbe partecipato ad almeno uno dei pasti sospetti, sono stati trasferiti all’Istituto Spallanzani di Roma, centro di riferimento nazionale per le malattie infettive e per i casi complessi di infezioni alimentari. Qui sono in corso approfonditi esami tossicologici e virologici per individuare con precisione l’agente responsabile e capire se vi sia stato un contagio comune o esposizioni differenziate.

Parallelamente, all’ospedale Cardarelli proseguono le verifiche interne sulle procedure seguite nei primi accessi al pronto soccorso, quando la famiglia era stata dimessa con una diagnosi di intossicazione alimentare lieve o gastroenterite acuta. I medici hanno sottolineato la straordinaria rapidità con cui il quadro clinico di Sara e della madre è precipitato, rendendo questo episodio un caso limite anche per chi è abituato a trattare forme severe di patologia alimentare.

Campobasso sotto shock e attenzione sulla sicurezza alimentare

La comunità di Campobasso è profondamente colpita da questa tragedia legata a una sospetta intossicazione da cibo, che ha spezzato la vita di una studentessa e di sua madre nel pieno delle festività natalizie. Il caso riaccende l’attenzione sul tema della sicurezza alimentare nelle abitazioni, in particolare quando si preparano piatti complessi o si utilizzano conserve e prodotti artigianali. Pur in attesa degli esiti definitivi delle indagini, l’episodio conferma quanto le intossicazioni alimentari possano, in rari ma drammatici casi, evolvere in forme gravissime, soprattutto quando coinvolgono organi vitali come il fegato.

Le autorità invitano a seguire con prudenza gli aggiornamenti ufficiali, in attesa che l’autopsia, le analisi dei campioni di cibo e gli esami sui familiari ricoverati consentano di stabilire con chiarezza la causa precisa della intossicazione alimentare Campobasso e di capire se si sia trattato di un evento isolato o legato a un rischio più ampio. Per ora, il dolore della città si accompagna alla speranza che le indagini facciano piena luce su quanto accaduto, offrendo risposte ai familiari e alla collettività.

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