Fiorentina-Juventus: bianconeri in crisi di gioco, senza le invenzioni di Yildiz lo scudetto si allontana
La Juventus non va oltre l’1-1 contro la Fiorentina ultima in classifica: emergono tutti i limiti della squadra di Spalletti, con un centrocampo povero di idee e un attacco sterile. Il sogno scudetto si fa sempre più difficile.
La Juventus continua a deludere e il pareggio per 1-1 al Franchi contro una Fiorentina ancora a secco di vittorie in Serie A rappresenta l’ennesima frenata di una squadra che, nonostante il cambio di allenatore, non riesce a trovare la svolta. I bianconeri, ora al terzo pareggio consecutivo tra campionato e Champions, mostrano evidenti limiti sia in fase di costruzione che in zona gol. Un risultato che pesa nella corsa alle posizioni di vertice e rende lo scudetto sempre più un miraggio.
Juventus, un altro passo falso: la partita al Franchi
Il match tra Fiorentina e Juventus ha visto i bianconeri partire con un piglio propositivo, ma senza la necessaria incisività. Vlahovic, protagonista di una grande giocata, si è guadagnato un rigore poi annullato dal VAR per una trattenuta iniziale, in un clima reso ancora più teso dagli insulti ricevuti dall’attaccante serbo dai suoi ex tifosi. Poco dopo, il serbo spreca una clamorosa occasione da gol, mentre Kean per la Fiorentina colpisce la traversa. Solo nel recupero del primo tempo la Juve passa in vantaggio grazie a un sinistro potente di Kostic da fuori area, che sorprende De Gea e illude i tifosi ospiti.
Secondo tempo: Mandragora punisce una Juve senza idee
Al rientro dagli spogliatoi, la Fiorentina trova subito il pareggio con un eurogol di Mandragora, che pesca l’incrocio dei pali con un tiro dalla distanza. Da quel momento la Juventus si spegne: il baricentro si abbassa, la squadra si chiude nella propria metà campo e rischia di capitolare più volte sotto i colpi di Kean e compagni. Gli ingressi di Conceicao, Openda e David non portano il cambio di passo sperato: solo Conceicao prova a vivacizzare la manovra, ma l’assenza di “peso” offensivo rende tutto vano. Nel finale, McKennie sfiora il gol di testa, ma De Gea salva la Fiorentina.
Gioco sterile e assenza di qualità: i problemi della Juventus
Il gioco della Juventus appare povero di idee, soprattutto quando le giocate di Yildiz mancano. Il talento turco, spesso isolato, non basta a mascherare le lacune di una squadra che fatica a costruire azioni pericolose. Il centrocampo, con Locatelli, Miretti, McKennie e Thuram, non riesce a garantire qualità e velocità: la manovra è lenta e prevedibile, e gli attaccanti ricevono pochi palloni giocabili. Anche la difesa, con Koopmeiners schierato da regista arretrato, mostra insicurezze e poca personalità nel guidare il reparto.
Scudetto lontano: Spalletti non trova la formula vincente
L’arrivo di Spalletti non ha ancora prodotto i risultati attesi. Il 3-4-2-1 proposto si è rivelato sterile e privo di soluzioni offensive efficaci. La Juventus sembra una squadra incompiuta: manca la scintilla, manca la personalità nei momenti decisivi e, soprattutto, manca un gioco corale in grado di valorizzare le individualità. Senza i lampi di Yildiz e le invenzioni dei singoli, la Juventus fatica a trovare la via del gol e a imporsi sulle avversarie, anche quelle in fondo alla classifica come la Fiorentina.
Classifica e ambizioni: la Champions resta l’obiettivo più realistico
Dopo questo pareggio, la Juventus sale a 20 punti, ma resta distanziata dalle prime della classe e vede lo scudetto sempre più lontano. La squadra deve riflettere sulle proprie carenze, soprattutto tecniche e di personalità. Se il trend non cambierà, il vero obiettivo sarà difendere un posto in Champions League. Per tornare a competere ai massimi livelli, serviranno più qualità, più idee e una svolta netta nella costruzione del gioco e nella mentalità.
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